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...fini la comédie

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Quell'estate all'Arena di Verona...

Post n°168 pubblicato il 15 Ottobre 2011 da g1b9

  

 

 Cara Liliana, cari redattori tutti, cari amici di questo blog.

Entro in punta di piedi in questa bella casa, dove mi avete accolta tra voi. Spero di essere all’altezza della vostra bravura e,soprattutto, di non deludervi. L’impegno è grande come  grande  è la gioia di essere qui, stasera.

 

Quell’estate all’Arena di Verona.

 

Ho messo sul piatto del mio giradischi, un cimelio

d’altri tempi, il long play dell’opera “La Boheme”,

 suono caldo,vellutato, avvolgente che ricrea l’atmosfera del

teatro,

 

interpretata da Luciano Pavarotti e da  Mirella Freni.

Oggi ho scelto di rilassarmi ,sulle note di questo capolavoro

Pucciniano, nella penombra del salotto, accovacciata

 sul divano,accanto a te, amore mio.

Amo questa musica, amo riascoltarla su uno di  questi

vecchi dischi in vinile, che mi immergono nella bellezza del

teatro. La differenza tra questi vinilici ed i  CD di ora si nota

sempre, in particolare ,però, nella riproduzione della musica

operistica:ecco perché conservo queste vecchie cose con molta

cura, sapendo quanto sia difficile reperire eventuali ricambi.

I vinilici poi… da trattare con i guanti, letteralmente introvabili

alcuni… che guaio se lo slittare della puntina  producesse una

rigatura. Fa caldo, ancora,in questo strano autunno.  Si sente il caldo

di Luglio, quando l’estate afosa era ancora lontana e sembrava non

venire.

 

 

Ecco… Luglio, il mese in cui eravamo soliti scegliere di trascorrere

un lungo week end a Verona per la stagione estiva dell’Arena, quello

in cui riuscivamo a riunire in almeno tre giorni le nostre opere

preferite. Quasi sempre  Puccini, la Boheme, Turandot insieme magari

ad una Traviata oppure ad una spettacolare Aida. Era sempre bello

questo nostro periodo insieme, programmato, questo si, per ragioni

logistiche, senza l’emozione della sorpresa, comunque  piacevolissimo.

Albergo sul lago,  Verona troppo calda  sempre, specialmente durante la

giornata, per cui  si stava meglio rilassati in piscina oppure in barca.

Pomeriggi afosi, durante i quali l’occhio scrutava ansioso il cielo,

augurandosi che la sera non portasse quei temporali dispettosi,

che ritardavano a volte all’infinito lo spettacolo, oppure ti costrin-

gevano a quelle fughe precipitose sotto le arcate in attesa che

spiovesse. Minuti  interminabili i primi ,incerti sul da farsi,

interminabili i secondi, trascorsi cercando di asciugare i vestiti,

di riparare pettinature rovinate. Nonostante tutto c’era sempre

quell’atmosfera delle serate importanti, le luci aranciate soffuse

 del porticato, quelle scalette interne, che ci portavano a volte in

piccoli anfratti tra le spesse mura dell’arena, dove era bello baciarsi

 ed abbracciarsi come due ragazzini, guardando il cielo , in attesa

di un raggio di luna o di una stella curiosa, affacciata a guardare

quei tanti occhi rivolti a lei. Poi, se e quando riprendeva lo spettacolo

allora si poteva ancora godere di quelle centinaia di candeline

accese, a fare da cornice.

 

Bello,serate fantastiche  in quel posto quasi magico,musica

e voci deliziose, il piacere di un bell’abito,la cena dopo l’opera

in uno di quei ristoranti di piazza Bra, prenotato molto per tempo.

Ricordo quel tirare tardi, fin quasi all’alba, passeggiando per le

piccole strade del centro storico, finalmente vuote, quasi. Vedo

ancora quel concitato lavoro,sotto i tendoni dei  mercati… non

ho mai capito se  montassero o smontassero le bancarelle, ed era

possibile che per loro fosse l’alba di un nuovo giorno di lavoro  di

lavoro, oppure il fine giornata come il nostro, che avrebbe scambiato

il  mattino con la sera.

 

 Finalmente a nanna,l’aria fresca del mattino, che ci accarezzava,

mentre abbracciati ci abbandonavamo ad un lungo bacio, che ci

portava lontano…a perderci nel sogno!! Si…mi chiamano Mimì, ma il

mio nome è Lucia, vivo sola e soletta… la voce limpida di Mirella Freni

mi distoglie da questo riandare nei lontani giorni di Luglio di un anno

qualunque, atteso e vissuto molte volte,quando Verona era l’appun-

tamento cui non mancare, quando tu ed io ci amavamo alla follia,

la nostra vita sempre un’attesa, il nostro stare insieme magico. Ti guardo

mentre dormi tranquillo, la tua mano sulle mie ginocchia, ho voglia di

accarezzarti… Una vita lontani per essere insieme sempre!!!

 

 

 Grazie a tutti...Il mio affetto!!

Giovanna

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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