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...fini la comédie

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Post n°467 pubblicato il 09 Maggio 2013 da donnavittoriana

dono di sonia

ogni tanto mi prende la malinconia della mia infanzia, trascorsa in un paesino della campagna veneta, a casa dei nonni e zii ( i miei genitori lavoravano in città, ed aiutavano i parenti del paese)

In maggio si camminava a piedi scalzi, si sentiva il profumo dei mughetti , delle rose e dei glicini, ma sopratutto era tempo dei FIORETTI!

 

ho scovato nel web queste note, che ho un poco personalizzate....

I FIORETTI DI MAGGIO

La più importante espressione di fede mariana è la pratica del mese di maggio.

In questo mese dedicato alla Madonna gli altari delle chiese si riempivano di rose colte nei giardini della zona , che il profumo durava per giorni !

Si aveva cura dei rosai durante l’inverno affinché a maggio potessero dare in abbondanza rose belle e profumate, io portavo quelle bianche del roseto di mia nonna!

Ogni giardino era impegnato per una chiesa, per un altare dedicato alla Madonna.

Il mese di Maggio era celebrato con pratiche di devozione e piccoli sacrifici chiamati FIORETTI, da compiere in omaggio della Madre di Gesù.

Era usuale l’invito a fare un fioretto alla Madonna, ed era un impegno serio per una giusta causa

Grandi e piccoli tenevano una fettuccia sulla quale facevano un nodo a ogni fioretto compiuto. Era tipico il fioretto di non mangiare ciliegie per tutto il mese, non dire parolacce, non mangiare dolcetti, e per i grandi anche non fumare !

Fioretto per antonomasia era il rito che si teneva in chiesa ogni sera, al quale tutti erano chiamati, andavo anche io con mia nonna materna, e mi mettevo gli zoccoletti!

Qui era recitato il rosario, seguito dalla predica, durante la quale era narrata “a puntate” la storia di qualche santuario mariano o di qualche apparizione della Madonna.

Al contenuto del racconto era collegato un fioretto ben preciso da praticare fino alla sera seguente. Seguivano i canti e le note di <> si diffondevano all’aperto.

Chi abitava lontano dalla chiesa si recava a recitare il rosario al capitello della contrada più vicina, sono andata anche nei capitelli..più che altro per giocare!

Era segno di particolare devozione partecipare al rito portando un mazzetto di fiori, in particolare roselline.

Dopo l’aspetto sacro, come ci raccontano i nostri nonni, ve n’era uno profano: infatti era questa l’occasione di incontri fra coetanei, per trovarsi insieme sul sagrato o nelle piazzette antistanti, per giocare, i piccoli sotto gli occhi dei grandi, o per scambiare qualche parola quando non c’erano ancora i cinema e la televisione.

ora non sono più bambina, e le mie nipotine non sanno neppure cosa vuol dire fare IL FIORETTO!

forse dovrei spiegarlo ???

graziella

 
 
 
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