Creato da est.la.belle.epoque il 08/12/2010

...fini la comédie

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"I castelli della Marca Trevigiana" di faustina.spagnol




Eccomi per la seconda volta qui con voi,
in questo salotto che se pur virtuale,
emana profumo di amicizia vera.
Ringrazio Liliana per l'ospitalità e tutti quelli
che avranno voglia di seguirmi in questi due giorni.

Spero di non annoiarvi.

Io vivo in provincia di Treviso
e in quella che si chiama  Marca Trevigiana
sorgono parecchi castelli.
Non sono nemmeno lontanamente paragonabili
a quelli della  Loira, di alcuni  rimangono solamente
pochi ruderi mentre altri sono ben conservati.
Ce ne sono oltre 20 nel raggio di una settantina di km.
Ve ne presenterò alcuni che io trovo interessanti
non per il loro valore storico ma per le storie o leggende
che le loro mura raccontano.
Quello più vicino a me è quello  di Conegliano. 

Il Castello di Conegliano è il fulcro medioevale
della località veneta. Situato sulla sommità del Colle di Giano,
in luogo strategico, domina tutta la città e il terrirorio
ad essa circostante. Le più antiche notizie sulla fortezza
sono del XII secolo. Dell'originario complesso del castello,
oggi sopravvivono soltanto la Torre della Campana,
parte dell'antico duomo e della cinta muraria.
All'interno del castello è ospitato il Museo Civico nel quale
si possono ammirare opere pittoriche di grande valore,
reperti romani ritrovati nell'area coneglianese ed altri oggetti
di interesse storico. L'ultimo piano della torre è dedicato
a personalità legate a Conegliano.
Ci si può arrivare in macchina, ma è molto più suggestivo
salirci a piedi per Calle Madonna della Neve, un percorso  
che dal centro città conduce con una comoda salita fino
al castello ed è incastonato fra le antiche mura carraresi.
Lungo il percorso si trova la Chiesetta Madonna della Neve.

Secondo la storia/leggenda, il pontefice Liberio
(Papa tra il 352-366) e il patrizio romano Giovanni,  
il 4 agosto del 352 ebbero in visione la Vergine Maria  
che li invitava a costruire e ad intitolarle una Chiesa sul luogo
ove la mattina seguente, si fosse trovata della neve fresca.  
Il miracolo si avverò e il Papa tracciò la pianta
della nuova Chiesa nella neve appena caduta (in agosto)  
nel Colle Esquilino: da qui ebbe poi origine
la Basilica di Santa Maria Maggiore,
una delle quattro Basiliche papali di Roma



Il secondo castello di cui vi voglio raccontare
si trova a Cison di Valmarino e si chiama CastelBrando.

Arroccato sul promontorio che domina la Valmareno
e avvolto nel clima mite delle colline trevigiane,
CastelBrando è uno dei più raffinati esempi
di riqualificazione del patrimonio storico-artistico italiano
e uno dei castelli più grandi d'Europa.
Il luogo in cui si trova era frequentato sin dal periodo
paleoveneto e continuò ad ospitare insediamenti
anche in epoca romana ed ostrogota.
La costruzione di una vera e propria fortificazione
si ebbe durante l'alto medioevo. Passato di mano in mano  
nelle varie epoche, fu solo con la dominazione veneziana
che il castello ebbe un  lungo periodo di pace.
Cessate le funzioni militari, fu adattato
tra il XVI e il XVIII secolo
alle esigenze dei conti  Brandolini (allora proprietari)
che lo trasformarono in un palazzo signorile
applicandovi lo stile delle ville venete.  
I conti tennero il castello fino al 1959, quando lo vendettero
ai Salesiani che lo utilizzarono come seminario e luogo di ritiro.
Ora appartiene all'imprenditore Massimo Colomban
che lo ha restaurato di recente e ne ha fatto un  albergo
con spa, centro congressi e qualt'altro.

Storie o leggende abbastanza racapriccianti
sembra siano state vissute in questo castello.
La figura che più di ogni altra era occasione di fantasie
e  dicerie era quella del conte Brandolini.
Uomo d'armi valoroso, padrone indiscusso del feudo
con diritto sulle cose e sulle persone,
generava sentimenti contrastanti, dalla gratitudine
per i favori concessi all'ammirazione alla paura.
Si racconta ancora oggi che le belle donne della contea  
fossero obbligate a trascorrere la loro prima notte di nozze
in compagnia del conte. Dopo la cerimonia  nuziale
venivano prelevate dalle loro dimore e portate nell'alcova
del signore al primo piano del castello. Spesso questi incontri
finivano male  per le malcapitate ragazze e per il marito
che osava mettere in discussione tale diritto.



L'ultimo castello di cui vi voglio parlare si trova a Susegana  
sempre in provincia di Treviso a pochi km da dove vivo.

Il castello domina il paese di Susegana.
La storia di questo maniero che ha tipico impianto
archittetonico medioevale, è legata alle vicissitudini
dei suoi proprietari, la nobile famiglia dei Collalto.
Destinato a divenire uno dei più estesi castelli
tardomedioevali italiani, il Castello di San Salvatore subì
pesanti rovine tra il 1917 e il 1918, quando il territorio
comunale venne a trovarsi nella zona di occupazione
Austro-Tedesca a seguito della rotta di Caporetto
e il fronte era attestato sul fiume Piave.  
Il castello ha un bellissimo parco
ed è visitabile anche all'interno.
Questo è quello che mi piace di più perchè
è circondato da una vera storia di fantasmi,
la leggenda di Bianca di Collalto

La leggenda  narra che  il conte Tolberto Collalto
prese in sposa tale Chiara, della famiglia dei Da Camino,
anch'essi di origine longobarda, per rappacificare
definitivamente l'odio secolare che divideva le due famiglie
e che causava battaglie e ostilità a non finire.
Chiara aveva un pessimo carattere, era estremante gelosa
e irascibile. Per questo quando capitò l'occasione,
Tolberto decise volentieri di partire per la guerra.
Il giorno della partenza andò a salutare la moglie
che si stava pettinando aiutata da una serva, Bianca.
Questa, affezionata al padrone, si commosse;
la signora vide le lacrime e vide anche che Tolberto
salutava la serva con una mano.Non appena il cavaliere
se ne fu andato, la perfida Chiara, colma di gelosia,
la fece prendere dalle guardie
che la murarono viva in una torre del castello.

Ovviamente al suo ritorno,
Tolberto cacciò la moglie malvagia.
Si dice che da allora, il fantasma di Bianca
appaia periodicamente ai membri della famiglia Collalto,
annunciando gioie oppure, se appare velata di nero,
annunciando sciagure.



Ecco, questi sono i castelli che ho perso in considerazione
per quello che mi hanno fatto provare le loro storie.
Avendoli abbastanza vicini a casa li ho visti tutti e tre.
Le pietre di cui sono fatti hanno molto da dire
e chi ha la voglia o la curiosità di starle a sentire
non rimarrà deluso.Ma a voi piacciono i castelli?  
E ai fantasmi che ci vivono dentro ci credete?  
Io si e se mi raccontate le vostre storie
e non mi prendete per pazza,
potrei raccontarvi anch'io, qualche cosa.


Tina


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