...fini la comédie

Il Castello di Masino.....


 
Il castello, che sorge su un'altura proprio di fronte alla Serra d'Ivrea fu per molti secoli dimora gentilizia dei conti Valperga di Caluso, discendenti di Arduino re d'Italia, e fu il cuore del più vasto feudo canavesano.  Le origini di questo maniero risalgono all'XI secolo, come dimostra un atto notarile del 1070, anno in cui venne acquistato da Pietro Masino.
 L'edificio, costituito da una struttura quadrangolare, caratterizzata da un grande mastio decorato dall'albero genealogico dei Valperga, è frutto delle numerose trasformazioni subite nel corso dei secoli. Infatti questo castello fu più volte messo sotto assedio e danneggiato gravemente, nel Quattrocento dai Savoia, nel Cinquecento dai Francesi e infine nel Seicento dagli spagnoli. Gli interventi architettonici più importanti risalgono però al secolo XVIII, quando Carlo Francesco II, viceré di Sardegna, e il fratello Tommaso Valperga, abate di Caluso, ampliarono la residenza dotandola di un ricco apparato decorativo, di ambienti ammobiliati con tappezzerie e oggetti preziosi.
Secondo la tradizione in questo periodo furono portate a Masino dalla marchesa Cristina di Saluzzo Miolans le ceneri del re Arduino, che fino a quel momento erano custodite ad Agliè. L'ultima proprietaria del castello fu la marchesa Leumann che qui visse fino alla sua morte. Qualche anno dopo, nel 1987, Masino entrò a far parte del patrimonio del Fondo per l'Ambiente Italiano (F.A.I) che immediatamente avviò importanti lavori di restauro e catalogazione degli arredi e delle opere d'arte, rendendo questo bene fruibile al pubblico. 
La visitaIl castello è in buona parte aperto al pubblico e tra gli ambienti più significativi del percorso di visita vanno segnalati il grande torrione circolare, che ospita la sala da ballo, la Galleria dei poeti, affrescata per volere dell'abate Tommaso Valperga Caluso con i ritratti dei principali letterati antichi, la grande biblioteca costituita da più di dodicimila volumi, che testimoniano aspetti della vita delle famiglie comitali ma anche delle condizioni della comunità contadina di quest'area per un periodo compreso fra X e XX secolo, e la sala dei Gobelins, decorata nel Seicento con figure mitologiche.All'interno dell'edificio è anche possibile ammirare la famosa cappella di San Carlo Borromeo in cui è il sacello contenente le ceneri di Arduino di Ivrea.  
 Il parcoAnche il parco come il castello subì nel corso dei secoli numerosi interventi; nel Settecento, infatti, i giardini erano concepiti secondo uno schema geometrico che univa il modello all'italiana e quello francese; successivamente fu allestita una nuova sistemazione detta all'inglese, che portò alla realizzazione della "strada dei 22 giri" che scende, in mezzo ai boschi, in direzione di Strambino.  
 un Castello da non perdere se passate dalle mie parti.......per voi nella mia fotogallery  tutte le altre foto che qui non ho potuto mettere....Lady