...fini la comédie

IL VITTORIALE DI GABRIELE D'ANNUNZIO


 
DA POCO E' INIZIATO IL MESE DI AGOSTO>, ED E' TEMPO DI VACANZE E DI SCOPERTE DELLA NOSTRA MERAVIGLIOSA  ITALIA. IO NON HO GIRATO MOLTO...MA LE POCHE COSE VISTE..NE  E' VALSA LA PENA. QUESTA DI OGGI  E' UNA GITA PER WEEK  END...MA CHE TI RIEMPIE IL CUORE PER MESI.IO DONNA VITTORINA DI OGGI...MI TROVAVO NEL MIO AMBIETE PERFETTO.. VI PROPONGO IL VITTORIALE DI GABRIELE D'ANNUNZIO......POTREI SCRIVERE CENTINAIA DI COSE BELLISSIME SU QUESO POSTO, MA LE LASCIO SCOPRIRE A VOI E..PER COMODITA E CUTRIOSITA, VI POSTO ANCHE LA CARTINA....
Non soltanto gli stranieri affollavano le rive del lago. Tra gli italiani, il più noto è di sicuro Gabriele D’Annunzio. Dal 1921 al 1938 il poeta vi soggiorna assiduamente, fino a quando, poco prima della sua morte, si ritira al Vittoriale, dimora fatta costruire a Gardone Riviera, proprio sulle sponde del Garda.  
 
 La località è stata una delle prime a ospitare i villeggianti nell’Ottocento ma la sua fama si accrebbe di molto soltanto dopo la costruzione del Vittoriale del Vate D’Annunzio. Il progetto del Vittoriale degli italiani, dimora del poeta da lui lasciata in eredità allo Stato alla sua morte (1938), si deve all’architetto Giancarlo Maroni che trasformò nel 1921 l’abitazione originaria in quello che nel 1925 fu dichiarato monumento nazionale. Nove ettari di terreno in cui si trova un complesso di edifici, piazze, viali e fontane fra cui la casa del poeta detta la Prioria, il Museo della Guerra, il Mausoleo, la nave Puglia donata allo scrittore dalla Marina e incastonata sul fianco della collina, un auditorium in cui è custodito l’aeroplano con il quale D’Annunzio compì il famoso volo su Vienna, il teatro all’aperto, costruito ispirandosi ai modelli dell’antichità, che può ospitare 1.500 persone. Riaperto nel 1953 con l’Orchestra del Teatro alla Scala, da allora ospita nei mesi di luglio e agosto una ricca stagione di spettacoli. 
 La villa chiamata Prioria, dove abitò D’Annunzio contiene più di 33 mila libri. Tutte le stanze sono in penombra, come d’abitudine per il poeta che soffriva di fotofobia e doveva difendersi dalla luce del sole. All’ingresso sono visibili due stanze: una per gli ospiti indesiderati e una per quelli desiderati. Continuando si incontra lo studio del poeta, dove morì il 1° marzo 1938: sulla scrivania ci sono ancora i suoi occhiali. 
    La stanza più suggestiva è quella dove il poeta si ritirava a meditare: piccola, fitta di oggetti, con il letto a forma di culla. La sala da pranzo presenta una tartaruga a capo della tavola. Si dice che D’Annunzio facesse notare ai suoi ospiti che quella tartarugaparticolare per invitarli a mangiare di meno. 
 Lo studio del poeta è chiamato “Officina”, ha tre scalini e per accedervi bisogna piegarsi per evitare il basso architrave della porta: questo per obbligare il visitatore a inchinarsi al cospetto del luogo dove si respirava arte e lavoro. È l’unica stanza dove la luce diurna entra liberamente. 
 La stanza da letto, invece, presenta numerosi oggetti di origine esotica: sete persiane, maioliche cinesi e piatti arabo-persiani.Il bagno è in stile francese e viene chiamato “bagno blu”, per via del colore prevalente nell’arredamento composto da 900 oggetti.Aperto al pubblico, l’edificio è visitato da 180 mila persone all’anno.