...fini la comédie

"Trilussa"


 Ciao a tutti..stasera voglio proporvi  un  personaggio, che grazie alla nostra amica Liliana, ho imparatoa conoscere ed apprezzare, un vero "poeta di popolo".. Trillussa.
(1871-1950) Trilussa è il poeta romano Carlo Alberto Salustri, il quale scelsce questo pseudonimo da un anagramma del proprio cognome. Nato a roma nel 1871 fu autore di un gran numero di poesie in dialetto romanesco. Lungi dall'essere un intellettuale, fonte della sua ispirazione erano le strade di Roma, assai più che i libri. Quando un giornale locale gli pubblicò i primi versi, questi conobbero presto il consenso dei lettori e furono in seguito pubblicati nella prima delle sue molte raccolte di poesie. La sua fama crebbe, e tra il 1920 e il 1930 la sua notorietà raggiunse il culmine; tuttavia non frequentò mai i circoli letterari, ai quali continuava a preferire le osterie. A soli pochi giorni dalla sua morte, gli veniva riconosciuto il titolo di senatore a vita per alti meriti in campo letterario e artistico.
 Sono molte le poesie che ha scritto e fra le tante, ne ho scelto due..."La fretta" e "La statistica" "La fretta"
Se stà a fà sera e nantra giornata de lavoro se n'è annata:c'ho l'ossa tutte rotte, la capoccia frastornata.Cammino senza prescia, tanto, che devo fa?Si torno a casa me tocca pure sfacchinà!Sur viale del tramonto me fa l'occhietto er sole,e dopo nà giornata a dà i resti a chi li vole,l'osservo m'bambolato, come fosse, nà visione.Me fermo lì a guardallo, ma chi l'avrà inventato?È bello forte, nun l'avevo mai notato!Sempre a combatte, sempre appresso a tutti i guai,splende splende, ma nun m'o godo mai.È robba che co quell'aria bonacciona e rassicurante,riuscirebbe a fà sentì amico ogni viandante.Stà palla arancione m'ha messo pure arsura, ma, ahò!Nun so mica nà monaca de clausura!E allora ò sai che nova c'è?
Io nun c'ho più frettae me butto drent'ai meandri dè nà fraschetta.Con le zampe sotto ar tavolino,e in compagnia dè n'ber fiasco de vino,me guardo intorno soddisfatto,finalmente ho smesso de sbrigamme come un matto!E mentre er Cannellino m'arriva ar gargarozzoRido cò n'amico e ordino nantro litrozzo.
La vista me se annebbia ma non la mia coscienzache se mette a riflette sull'umana esistenza:a che serve stà sempre a core pè tutte le raggionisi so quasi sempre rotture dè cojoni!Trilussa
"La statistica"Sai ched'è la statistica? È na' cosa che serve pe fà un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che spósa. Ma pè me la statistica curiosa è dove c'entra la percentuale, pè via che, lì,la media è sempre eguale puro co' la persona bisognosa. Me spiego: da li conti che se fanno seconno le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo all'anno: e, se nun entra nelle spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perch'è c'è un antro che ne magna due.Trilussa
Ricordo un aneddoto su lui che diceva:Un giorno l'uomo del destino trovandosiinvitato ad un festino, gonfiò il petto megliodi un tacchino e salutò il Poeta tra i presenti:"Al più grande di tutti io m'inchino." "è pur vero"rispose quello sull'attenti, "non è da tutti misurar due metri"..per la cronaca, l'uomo del destino, destino fin troppo noto,era Mussolini....Trilussa amava divertire il popolo e il popololo amava per questo..gente di Roma, prima di ogni altro,gente che mandava a memoria le sue poesie, le recitavaper strada, gli offriva un bicchiere di Frascati..perchè quelloin realtà era il suo palcoscenico!Grazie per avermi seguito, spero di non avervi annoiato..Buona domenica a tutti...con affetto...
"Roma sparita - via dei Cappellari" di Paola Petrucci