...fini la comédie

Angelita di Anzio


Buonasera Liliana, rieccomi qua con tutti voi ed è sempre un grande piacere per me. Oggi ho preparato un altro viaggio nel tempo, fino alla mia infanzia, sulle note di questa canzone. 
Non so se la conoscete. Io l’ho scoperta da bambina tra i 45 giri di mio padre ed è stato amore a primo ascolto. La trovo dolcissima nella sua tristezza. Il disco è del 1964 e, sul retro della copertina, ho trovato la sua storia: “Ventidue gennaio 1944, ora zero. Truppe angloamericane sbarcano ad Anzio ed a Nettuno a trenta chilometri a sud di Roma. Le due città sono deserte: le prime pattuglie lasciano la spiaggia dirette verso l’interno. Sono ancora in corso le operazioni di sbarco quando i soldati odono nel silenzio notturno un pianto desolato. Nascosta in un cespuglio, c’è una bimba di pochi anni che singhiozza disperatamente. Accanto a lei nessuno.
Alcuni soldati arrestano la loro marcia, cercano di tranquillizzare la bimba, la prendono per mano e la portano in città per affidarla a qualcuno che lasci quello che di lì a poco sarebbe diventato certamente un inferno di fuoco. Le danno persino un nome: Angelita di Anzio. All’alba già si combatte in città: Angelita non giungerà mai al comando dove qualcuno avrebbe potuto farla imbarcare su qualche nave diretta a Napoli: una granata le esplode accanto uccidendo lei sola tra i soldati rimasti illesi.
E’ questo un episodio di guerra che chi ha combattuto ad Anzio ricorda ancora oggi, sia egli italiano, americano, inglese o tedesco, perché la vicenda della piccola Angelita, bimba ignota scomparsa nel vortice della battaglia, è   diventata il simbolo di quella grande tragedia che fu l’ultima guerra in cui persero la vita milioni di bambini innocenti.
Los Marcellos Ferial, con questa ballata che racconta fedelmente quanto accadde ad Anzio la notte del 22 gennaio 1944, hanno   voluto ricordare una bimba sconosciuta che, come tanta altra infanzia di allora, oggi potrebbe essere in mezzo a noi, partecipe delle nostre giornate di vita e di felicità” Nel 1979, nell’anno mondiale dei bambini, il comune di Anzio ha inaugurato un monumento a ricordo di quella bimba sconosciuta, opera di Sergio Cappellini. C’è chi sostiene che sia solo una leggenda legata a quei momenti convulsi. Io non lo so, so solo che questa canzone mi ha sempre commosso tantissimo -°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°- Angelitati saresti chiamata AngelitaAngelitaAngelitavolevamo chiamarti AngelitaAngelitaSbarcammo ad Anzio una notteoh oh, oh ohc’èra soltanto la lunaed un pianto di bimbain fondo al suo sguardo di marec’èran ancora le favolee quattro conchiglieripiene di sabbiastringeva la piccola mano.Angelitati saresti chiamata AngelitaAngelitaAngelitavolevamo chiamarti AngelitaAngelitaEntrammo in Anzio e fù l’albaoh oh,oh ohcon il fucile sul braccioe la bimba con noiaveva i capelli di granoed una voce di passerole quattro conchiglieripiene di sabbiastringeva la piccola mano.Angelitati saresti chiamata AngelitaAngelitaAngelitavolevamo chiamarti AngelitaAngelitaChe alba grigia su Anziooh oh,oh ohscese improvviso tra noiun silenzio di bimbada quel suo sguardo di mareeran fuggite le favolema quattro conchiglie ripiene di sabbiarestavano nella sua manoAngelitati saresti chiamata AngelitaAngelitaAngelitavolevamo chiamarti AngelitaAngelita -°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-
Angelita.. un bocciolo di rosa sfiorito.. tra le schegge impazzite di un tempo tramortito dall'odio tramato ai danni di un popolo di un tempo tradito.. A lei predisse il fato un taglio di netto che recise le vie imperfette Rosa Un abbraccio Sonia