...fini la comédie

OGGI E' DI SCENA IL 6 GENNAIO


 
      
  
     Strega= donna dotata di poteri occulti. La sua origine è antica. Precede il cristianesimo. Secondo la tradizione la strega è colei che può nuocere alla popolazione soprattutto agricola. Le streghe si distinguono generalmente in due categorie: streghe nere e streghe bianche. Le streghe nere si servono della magia nera per scopi non buoni, malefici, fatture. Mentre le streghe bianche si servono della magia bianca per scopi pacifici e di guarigioni. In molte regioni del nord Italia la Befana corrisponde all’allegra streghetta che attraversando i camini consegna i doni ai bambini buoni. 
 
  Il rito di Bruciare la VecchiaLa Befana vien di notte con le scarpe tutte rotteil suo sacco è pien di toppee le ossa ha tutte rottecon la scopa di saggina viva viva la nonnina 
    Si tratta di un rito in cui “La Vecchia” veniva condotta in corteo sopra un grande carro, attorniata da ragazzi che con bastoni e pentolacce creavano frastuono per dare allegria al clima quaresimale. Il fantoccio dalla vecchia in alcuni riti portava una culla di legno fra le braccia. La vecchia veniva fatta sfilare per il paese, di porta in porta, quasi fosse una divinità malvagia. Poi si bruciava al rogo in un campo incolto dopo aver subito anche un processo sommario in cui si elencavano le malefatte da lei compiute.Si pensa che il fatto abbia avuto origine e abbia attinto le sue componenti dal Medioevo quando, in Europa, si consumavano dei veri e propri sacrifici umani e innumerevoli innocenti venivano bruciate come streghe sulle piazze.
 
Invece, il rito del rogo della strega o vecchia ha origini molto più remote e si ricollega alla tribale riverenza che intere civiltà agricole ebbero nei confronti di madre terra; in particolare, essa vuole celebrare la vittoria della bella stagione sullo sterile inverno.La culla simboleggia la fertilità come buon auspicio per un buon raccolto. 
 
   La vecchia strega rappresentava l’anno vecchio e la stagione fredda che volgeva al termine e che finalmente lasciava il passo alla primavera.Durante il rito l’inquietante Arlecchino controllava la cerimonia. L’Arlecchino non era la mascherina colorata e sorridente ma era un demone dalla faccia sporca di carbone preso direttamente dall’inferno. Aveva un cappellaccio da cui usciva una serpe a simboleggiare il fallo che ricorda quali sono state le sue origini. La leggenda narra che questo demone aveva dimensioni enormi ed armava una clava. Era il comandante dell’Esercito Furioso: una orda schiera di morti che ubbidivano al proprio comandante seminando il panico tra la gente.L’epilogo del dramma che l’umanità aveva fortemente voluto e creato si concludeva con il rogo purificatore. La vecchia diventava il capro espiatorio, veniva caricata delle responsabilità di tutto quanto di male era avvenuto nel mondo.