...fini la comédie

" il signor G....."


"" Post a quattromani ""
                "Vivere, non riesco a vivere ma la mente            mi autorizza a credere che una storia,            positiva o no, è qualcosa che sta dentro la realtà"
                                                                                                                                   "I SOLI "I soli sono individui stranicon il gusto di sentirsi soli fuori dagli scheminon si sa bene cosa sonoforse ribelli forse disertorinella follia di oggi i soli sono i nuovi pionieriI soli e le sole non hanno ideologiea parte una strana avversione per il numero duesenza nessuna appartenenza, senza pretesti o velleità socialisenza nessuno a casa a frizionarli con unguenti coniugaliAi soli non si addice l'intimità della famigliamagari solo un po' d'amore quando ne hanno vogliaun attimo di smarrimento un improvviso senso d'allegriaallenarsi a sorridere per nascondere la faticasoli vivere da solisoli uomini e donne soliI soli si annusano tra lorosono così bravi a crearsi intorno un senso di misterosono gli Humphrey Bogart dell'amoresono gli ambulanti son gli dèi del casoi soli sono gli eroi del nuovo mondo coraggiosoI soli e le sole ormai sono tanticon quell'aria un po' da saggi un po' da adolescentia volte pieni di energia a volte tristi fragili e depressii soli ci han l'orgoglio di bastare a se stessiAi soli non si addice il quieto vivere serenoqualche volta è una scelta qualche volta un po' menoaver bisogno di qualcuno cercare un po' di compagniae poi vivere in due e scoprire che siamo tuttisoli vivere da solisoli uomini e donne soliLa solitudine non è malinconiaun uomo solo è sempre in buona compagnia    
""insieme nella vita a testa insututti insieme!insiemenella vita a testa in sudài!insieme nella vita a testa insudài, forza, dài avanti...!""(brano tratto da "La nave")  Col suo teatro-canzone Giorgio Gaber ha attraversato quarant'anni della storia italiana. Ironico, ruvido, istrionico, nel corso degli anni è stato definito "anarchico", "vate dei cani sciolti" e perfino "l'Adorno del Giambellino", ma qualsiasi etichetta risulta insufficiente a riassumerne la personalità.Il canzoniere di Giorgio Gaber percorre la sua carriera in una compenetrazione ineguagliata tra pezzi di vita pubblica e privata, tra l'ansia di chi si è sforzato tutta la vita di fare i conti con la misura della propria inutilità, e la rabbia di un maverick meneghino che non ha mai permesso a nessuno di farsi accalappiare....Lui diceva sempre quello che sentiva vero, lucido, affilato. Dopo una lunga carriera di successo, tra Sanremo, varietà Rai del sabato sera, duetti eccellenti e grandi hit,il Signor Gaberscik si convinse che il suo ruolo fosse quello del giullare:"Devo fare per forza il pagliaccioDevo solo fare divertire. Suona chitarra, falli divertireNon farli mai pensare" ( brano tratto da "Suona chitarra") 
 Ma questo giullare pensoso ci ha illustrato l'Italiadell'ultimo Novecento più di molti articoli o saggi specializzati.Alternando con straordinaria intensità musicae monologhi, Gaber ci ha insegnato molto:combattuto tra vita e nevrosi, tra benesseree scoramento...ha dedicato anche molte canzonial suicidio: "Il signor G sul ponte", "Il suicidio","Il dilemma", cantando l'illogica allegria e il"diritto di vivere il presente". Mettendo a nudogli intralci della coerenza e le asperità dell'onestàintellettuale e dell'indipendenza. Cantando lasessualità e il rapporto di coppia con maestriabalzacchiana, coniugando le doti del caratteristacon l'algebrica puntualità del moralista.Fu un intellettuale senza cattedra.