il est temp de rouvrir le rideau...*Blog dedicato all'arte ed alla cultura in ogni sua sfumatura....Una redazione forte e solidale pronta a postare con gusto e conoscenza. Uno scrigno di solidarietà, di stima e di affetto*
""...fini la comédie"" Sfogliando le pagine che ognuno di noi ha scritto con la penna del proprio cuore, troverai impegno, rispetto e solidarietà.. gioco, risate e mille sorrisi...abbracci ed amicizia vera... In questo scrigno sono custoditi centinaia di post scritti da tutti i redattori che si sono susseguiti in cinque anni di incessante attività. Oggi la redazione ha abbassato il sipario, ma come tatuate nel cuore rimangono indelebili tutte le nostre emozioni... Grazie a tutti, Liliana
(12 novembre 2015)
...fini la comédie...quando il blog è, oltre che informazione, dialogo e anche cultura ciao gino ( avvbia )
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L'amico
Sembrerà banale, sembrerà strano, ma senza amici non se va lontano. Qui c'è da chiarì però na situazione, l'amici veri so pochi, nun so un milione. Amico non è quello che tutti i giorni te chiama, e manco quello che lo fa ogni settimana. Amico è quello che pure se non senti, pe te se farebbe spaccà tutti i denti. Amico è quello per cui provi amore, sia omo o donna, lo guardi cor core. Te fa piacere sapè soltanto, che pure si non c'è te sta sempre affianco. Magari lo vedi solo un giorno all'anno, ma quanno lo ncroci te viene l'affanno. A lui dije tutto, i segreti più oscuri, potesse morì nun lo dirà manco ai muri.
(da web)
Gli amici sono l'ingrediente fondamentale della felicità..... Il mio amico virtuale è diverso.... egli non guarda nei miei occhi, egli vede il mio cuore! .....forse tu non sai, ma quando mi parli, quando giochi con me.... quando mi ascolti, quando mi vuoi bene eserciti il nobile compito di un amico reale....
Buonasera Liliana e amici. Con vivo piacere rieccomi qua tra voi. Tempo fa ho pubblicato il racconto del mio amico Norberto ed ho visto che lo avete molto apprezzato. Per questo ho deciso di proporvi un suo nuovo scritto, sperando possa incontrare il vostro gradimento. Buona lettura.
La vigna
Al vecchio piaceva sentirsi chiamare nonno. Gli occhi chiari, un po' acquosi, guizzarono di soddisfazione, quando Angelo gli disse: - Nonno, da questa parte. - Il sole batteva forte, in quel primo pomeriggio di giugno. Il vecchio abbassò lo sguardo a terra, cercando l'ombra dell'antico glicine, ma non la trovò, e lasciò vagare lo sguardo intorno a sé, allora, sull'ampia veranda, adesso riparata da un folto pergolato di vite canadese. - Oh! - esclamò. E poi disse: - Ma come avete fatto? - - Ci siamo dati da fare - rispose Angelo sorridendo. Il tavolo era apparecchiato per due, e il vecchio si lasciò condurre fin lì dal nipote e lasciò che il giovane lo aiutasse a sedersi. Faceva caldo. Il cappello di panno, con la penna di fagiano infilzata nella fascia, gli dava fastidio, e allora il vecchio lo tolse appoggiandolo sul tavolo. Poi, con le mani rugose e scarne, carezzò la tovaglia, continuando a guardarlo. La penna di fagiano risaliva al 1938. L'animale, che sembrava ormai fuori tiro, lo aveva come sfidato a una fucilata memorabile, e lui non si era lasciato ripetere l'invito. Qualche piuma, con gli anni era andata persa, ma la penna resisteva al tempo, proprio come i ricordi. "Domani, nonno, vi porto là, all'inaugurazione" gli aveva detto Angelo. Ed ora, l'immagine di quel luogo cozzava con quella che portava in sé da sempre: un pezzo di terra proprio sotto 'i massi' di Roccatederighi. Da laggiù, alzando lo sguardo, si poteva vedere il campanile della Chiesa farsi largo tra i sassi secolari. Cinque ettari, un po' pianeggianti e un po' scoscesi, circondati da un bosco di querce, laggiù fino al ruscello e lassù verso 'i massi', quasi volessero gli alberi incamminarsi incontro alla Chiesa. Il vecchio si guardò intorno. Tutto era cambiato, solo il nome restava. LA VIGNA, scritto in grande sotto la parola Agriturismo. Aveva fatto appena in tempo a leggerlo. E poi… Tutta quella gente che stava arrivando all'improvviso. Persone giovani e ben vestite. Uomini e donne dalla risata pronta, che a stento gli gettavano un'occhiata. - Angelo, chi sono? - domandò. - Sono gli invitati, nonno. - Il vecchio si mosse sulla sedia. Era un po' come per la trebbia. Anche allora la Vigna si affollava di gente. Uomini e donne bisognosi di lavoro, che campavano alla giornata, e venivano a trebbiare in cambio di un po' di grano, un piatto di pastasciutta e un buon bicchiere di vino. La mietitrebbia sostava laggiù, al posto di quella specie di veranda che c'era ora. Quella pedana di legno, circondata da un recinto e coperta da un telo che, aguzzando la vista, gli parve fosse a strisce bianco azzurre. Le estati erano ben altro che oggi, pensò il vecchio. Il solleone batteva come un maglio, si sudava come capre e in una giornata andava via una damigiana di vino. Un'altra damigiana andava al padrone della macchina, gli accordi erano a voce con tutti: una stretta di mano e via. Si cominciava all'alba, e andando avanti gli uomini toglievano la camicia e poi la canottiera. Proprio allora, quando tutti erano ormai a torso nudo, le donne cominciavano a preparare il pranzo. - Ecco, nonno, questo è per voi - disse Angelo, appoggiando sul tavolo un piatto fumante e una bottiglia di vino. - Non mi fai compagnia? - chiese il vecchio. - Torno subito - e il nipote sparì come era apparso, incontro a una coppia appena arrivata. Il vecchio chiuse gli occhi e annusò. Sì, pappardelle al sugo di lepre. Chissà se giravano lì intorno anche ora, con tutta quella gente a pesticciare dappertutto, o se erano andate via per sempre. Anche un animale ha bisogno di ritrovare i suoi luoghi, e quello, oramai, non era più lo stesso. Capitavano sempre durante la trebbia. Un volta, non ricordava che anno fosse, ne avevano ammazzate tre. "Corrado! Corrado!" s'era sentito chiamare, proprio mentre aiutava due ragazzi a tirare su una balla di fieno. "Piglia il fucile, Corrado!" Un'abitudine, quella di portarsi dietro il fucile, che avevano preso un po' tutti. E quel giorno… altro che la gente ora a passeggio in quel prato, senza capo né coda! Quel giorno, c'erano almeno cinque 'doppiette' alla Vigna, e tutti a correre verso la casetta, e poi ad afferrare il fucile, imbracciarlo e sparare al primo animale che passava. Una festa! No, non come questa di oggi. Una festa più semplice, più vera. Sua moglie Annina, che Dio la riposasse in pace, aveva spellato le lepri insieme ad altre donne. "Si farà tardi per la trebbia" dicevano gli avventizi, ma senza convinzione. Le lepri erano state cucinate e mangiate. S'era dovuto intaccare una seconda damigiana, e la trebbia era continuata fino a sera inoltrata, sotto una luna così chiara che pareva fabbricata apposta per l'occasione. Bevve un sorso di vino. Buono, pensò, ma non genuino come ai miei tempi, quando la vendemmia era un avvenimento. Il vecchio girò lo sguardo intorno, per vedere dove un tempo si ergevano i filari. Era un po' prima del bosco, laggiù verso il ruscello. Lo scrosciare dell'acqua teneva compagnia, uomini e donne coglievano le zocche fino a colmare le ceste di vimini sparse lì per terra. Il frantoio era su, in paese. La strada non era come ora, che lui non l'aveva neppure riconosciuta. Avvolta come un viticcio, sassosa, i cespugli di rovo che ciondolavano da tutte le parti, era buona solo per il suo vecchio somaro. "Arri là!" gli gridava appena saltato sul carro, già pieno di ceste d'uva. "Arri là!" E la bestia partiva, verso Roccatederighi. Tre, quattro viaggi al giorno. Una settimana intera di lavoro per sé e gli avventizi, che non aspettavano altro. Il vino veniva sempre regolare, mai un'annata che sgarrasse. A sera, nel frantoio con pochi amici, andavano via anche due fiaschi. Fresco che era una meraviglia, tenuto laggiù, nel seminterrato, insieme al formaggio stagionato e ai cipollotti. La vigna, grazie a Dio, bastava e avanzava. E poi c'era la caccia. Finì le pappardelle e bevve un sorso di vino. Proprio buono, pensò. - Nonno avete mangiato? - la voce di Angelo trillò come un fringuello. - Ho mangiato bene, sì - rispose, voltandosi per vedere dove fosse il nipote. Il ragazzo sedette con lui e si riempì il bicchiere. La gente continuava ad arrivare a frotte, e grida e risate si rincorsero sotto la pergola per disperdersi nell'aria. Al vecchio parve di udire qualcuno parlare in tedesco. - Angelo, andrei volentieri un po' in giro - disse. S'incamminarono a passi lenti oltre la veranda, e il vecchio vide il ristorante e il bar, là, dove prima c'era la casetta degli attrezzi e l'altra stanza attigua, quella usata dalle donne per cucinare. Era senza parole. L'oliveto ora non c'era più. Al suo posto una distesa d'acqua, sedie intorno e grandi ombrelli aperti e chiusi. - E' una piscina, nonno - spiegò Angelo. Il vecchio sentì crescere dentro una gioia folle. Nel '45, i Tedeschi in ritirata, avevano trinciato i rami agli olivi, sradicato le viti, e imbrattato la casetta che nemmeno un branco di maiali avrebbe fatto di meglio! Il fieno dato a fuoco. La Vigna era stata il rifugio per lui e tutta la famiglia. Tre giorni nascosti dietro l'argine del ruscello, lui Annina e i due figlioli, le bombe che fischiavano sulle teste per colpire alla cieca qua e là. Avevano imparato a riconoscere i mortai tedeschi dai cannoni degli americani, alla fine. "Oddio che disastro!" aveva esclamato piangendo la moglie quando, il quarto giorno, dopo una notte tranquilla, s'erano persuasi a uscire allo scoperto. "E ora? Che si fa?" avevano piagnucolato i due ragazzi. Annina non aveva fiato che per respirare. "Ricostruiremo tutto" lui aveva detto, facendosi forza perché non tremasse la voce. Sì, era tutto bello ora, queste costruzioni nuove, ma allora… Un figliolo di dieci e uno di dodici anni, che avevano imparato presto cos'era la campagna. Ma quella più dura, il lavoro che assodava i muscoli, abbronzava le spalle e screpolava le mani. Un mese intero vissuto lì, alla Vigna, perché in paese i Tedeschi s'erano asserragliati nelle case. "Ci vorrà tempo prima che si possa tornare" aveva detto alla famiglia riunita. "La prima cosa da fare è rimettere a posto la casetta." Due giorni per poterci abitare. I ragazzi avevano prosciugato il ruscello, a forza di portare su secchi d'acqua per lavare dentro. Le notti all'aperto, sotto il bosco di querce, il sonno pesante di chi non ha chiuso gli occhi per le cannonate. Una mezza giornata era andata via per recuperare gli attrezzi, sparsi dappertutto, poi aveva insegnato a Dario e Bruno come si fanno gli innesti. I ragazzi, dopo i primi dieci olivi, erano andati avanti da soli. E le viti… Un lavoro delicato, e chissà se l'uva sarebbe tornata uguale. Avevano recuperato tutto quello che era stato possibile. I solchi erano stati rifatti alla svelta, zappando anche la notte, perché i viticci recuperati non seccassero. Dov'era stato possibile, lui aveva innestato i tralci, ma i Tedeschi s'erano proprio accaniti. Giunsero vicino al ruscello. I viticci erano ora più rigogliosi che mai, anche se pochi filari erano stati lasciati in piedi. Il vecchio si accostò e carezzò delicatamente una foglia. - Passata la guerra - disse con enfasi - si tornò a fare l'uva e il vino meglio di prima. - Il nipote lo guardò. - Babbo Bruno e zio Dario vi aiutarono. Vero nonno? - domandò. - Se non avessi avuto loro, da solo non ce l'avrei fatta - lui rispose. - E anche dopo, quando la campagna tirava ancora e bastava per casa, tutt'e due venivano con me, quaggiù, a levarmi qualche fatica. Poi…- Tacque. Aveva sofferto a vedere i suoi figli lasciare la Vigna, poco a poco. "La campagna non basta più" diceva Annina. "Lo vedi anche te, che si tira avanti a fatica." Ma non era facile staccarsi dai sogni, non era facile accettare la realtà, come se i sogni non fossero neppure mai esistiti. Dario non si era mai sposato. La Montecatini, era stata per lui l'unica moglie. Una vita di soddisfazioni. Denaro sì, ma lontano da casa, dalla sua storia, lontano da quel pezzo di terra, un posto dove non aveva mai più rimesso piede. Solo Bruno aveva retto, benché la miniera avesse inghiottito anche lui. Il vecchio guardò il nipote. - Se la Vigna non è andata in malora - disse - è grazie al tu' babbo. Lavorava a Boccheggiano e mi aiutava nei momenti liberi. Quante volte ha dato il rame alle viti, appena uscito dal turno. E quante notti ha fatto in miniera, dopo essere stato qui a cogliere le olive. - Il sole era un po' sceso, e adesso si trovarono nell'ombra, ai confini del bosco. Il vecchio sospirò. Poi, era finita anche quella. "Babbo non ce la fate più" gli aveva detto un giorno Bruno. "Non potete più andare alla Vigna tutta la settimana, come ora. La pensione l'avete, quel che si può tirar fuori dalla terra…Si vedrà." Così, era cominciata. E sempre più spesso era rimasto a casa, lasciando a Bruno, due o tre giorni la settimana, l'incombenza di venire quaggiù, a vedere come andavano le cose. "Tutto bene laggiù?" gli domandava. E poi: "Gli olivi come vanno? Bisognerà potarli. E le viti? Sono cariche?" Bravo ragazzo, Bruno. Ma poi si era sposato, e la famiglia presto era cresciuta. - La quercia grossa e ancora lassù? - domandò il vecchio. - Sì - rispose Angelo. - La rivedrei volentieri. - - C'è da camminare, nonno. Vi stancherete. - - Mi riposerò sotto la quercia, come ho sempre fatto. - S'incamminarono a braccetto, e il ragazzo lo aiutò e lo sostenne, nei punti dove la terra era ancora irregolare. - Ai miei tempi - disse il nonno, - proprio qui, dove siamo ora, il grano cresceva così alto che ci si sarebbe potuti nascondere in mezzo. - Il nipote sorrise, e il vecchio indovinò, in quel sorriso, lo stesso di Bruno. Erano tornati alla Vigna, ogni tanto, quando il nipote era bambino. Nelle giornate di sole, con la strada asciutta e in macchina si poteva venire fino al margine del bosco, lassù in alto, dove stavano andando adesso. Angelo sgambettava felice, il sole lo abbronzava. Annina e la nuora preparavano qualcosa da mangiare e lui si faceva condurre in giro, a vedere gli olivi e quei pochi viticci che erano rimasti. Gli si stringeva un po' il cuore in quei momenti. E nel pomeriggio, quando Bruno tagliava la legna per il caminetto, contro le proteste delle donne che lo volevano a riposare, si rimboccava le maniche. "Sono ancora buono a spaccare un ciocco" diceva. E giù colpi, finché il sudore non gli bagnava la falda del cappello, arrivando anche alla penna. - Ci saranno più di centocinquanta invitati oggi, nonno - disse Angelo. Al vecchio di nuovo brillarono gli occhi. Si sentiva proprio felice. Certo la campagna non sarebbe durata in eterno, dentro di sé lo aveva sempre saputo. Ma aveva sempre scacciato il pensiero, per godere la terra giorno dopo giorno, un anno dietro l'altro. Poi Annina se n'era andata, portando con sé un pezzo di Vigna. Mai più sarebbe stato come prima, tornare quaggiù, tra i covoni di fieno e in mezzo agli olivi. Poi…Attraversarono la veranda, facendosi largo tra la gente. La quercia grande era lassù, il vecchio la vide e sentì come una scossa arrampicarsi su per le gambe. Senza Annina non era più tornato, solo Bruno, di tanto in tanto e per la colta delle olive ci veniva. Lui gli domandava solo come andasse. Poi… Raggiunsero la quercia. Da lì si poteva vedere tutta la costruzione allungarsi giù, fino al ruscello, e stendersi là, dove prima c'erano gli olivi. "Due anni di lavoro" gli aveva detto Angelo, in macchina, mentre venivano. La strada era asfaltata e lui non era riuscito a scorgere neppure un cespuglio di rovo. Si sentì ancora più felice, ora, di fronte a quel panorama. In un altro modo, in un modo diverso, la sua Vigna tornava a farsi utile, dava da vivere ad altra gente. - Nonno - lo chiamò Angelo. Il vecchio si voltò e guardò il nipote. Il ragazzo tirò su col naso e si stropicciò gli occhi. - Grazie nonno - disse. Sì, era stato due anni fa, quando Angelo aveva spiegato il suo progetto, quest'idea di fare… "Un agriturismo" aveva detto. E lui, per la prima volta, aveva sentito quel nome. "Naturalmente, nonno, la terra ve la compro" aveva aggiunto poi. Ma lui non aveva voluto niente. "Te la regalo, è tua" gli aveva detto allungando la mano, come quando si accordava per la mietitrebbia. "Per le carte ci sarà tempo dopo." - Quel che ho visto m'è bastato - ora disse il vecchio. - E non c'è un ringraziamento migliore.- Il nipote si avvicinò e lo abbracciò, stringendolo forte a sé. E per un po' stettero così, come se nessuno sapesse dire altro. - Un posto così non c'è in tutta la Maremma - disse infine Angelo. - Lo so - rispose il vecchio. - E se gli vorrai bene come gliene ho voluto io, allora vedrai. - Il sole stava calando. La quercia appariva maestosa, avvolta da strati e strati di sughero che nessuno aveva più colto. L'ombra era estesa, invitante. - Mi riposerò un po' - disse il vecchio, sedendo ai piedi dell'albero. Teneva ancora il cappello in mano, se ne accorse appoggiandosi al tronco mentre stendeva le gambe. - Tieni - disse al nipote - mettimelo tu, come sai. - Angelo sorrise. Poi si chinò e gli appoggiò il cappello in testa, calato sugli occhi e appena inclinato da una parte. Perché la luce non disturbasse, ma illuminasse meglio la penna.
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Norberto: "Nel racconto, il Vecchio nonno si ispira al mio nonno materno, il quale portava sempre un cappello con annessa penna di fagiano. La vigna esiste davvero e le storie di guerra sono tratte dai miei ricordi d'infanzia, quando le sentivo raccontare da mamma, zii e zie. Il resto è fantasia. Scrissi questo racconto nel 2004, in una settimana e il racconto ebbe fortuna."
Un ringraziamento a Paperinopa_1974 che mi ha aiutata a cercare il brano che ascoltate.
Eccoci a scrivere una nuova pagina in questo nostro blog e sono onorata di ospitare di nuovo te mia cara Sonia, che rechi in dono questo racconto del caro Norberto. Vado a leggere..Aspettami.. ^_____^ Ti abbraccio, Liliana
Prima di proseguire la lettura, mi voglio soffermare sulla scelta di questo brano che amo particolarmente e con lui il grande maestro Yiruma..Grazie dal mio cuore, Liliana
Grazie cara..è dettato dalla semplicità..perchè questo si evince dal racconto di stasera. A te i miei complimebnti per come hai confezionato il post e bella è la scelta delle immagini...^__^
Mi piace e mi affascina la penna di Norberto che scorre, poi si ferma e ancora va a ritroso nel tempo per poi far apparire presente ciò che è remoto e intanto il lettore viene rapito come da una delicata spirale...
In questo racconto sento i profumi della mia infanzia..vissuta tra i nonni e le vigne e tutto il gran daffare che c'era attorno e poi, i ricordi delle vendemmie, le risate e il divertimento che col tempo non si ritrova più, perchè le cose cambiano..noi si cambia, ma per fortuna che i ricordi restano immutati !
Un grande gesto per poter continuare a far vivere quella terra che tanto nonno Corrado amava...un amore che ha saputo trasmettere all'amato nipote...ed ecco il frutto di quel grande amore...
Ciao Sonia
ho letto questo lungo racconto,
ben fatto.
Quando si torna in un posto della
nostra infanzia, a volte tutto è cambiato; altre volte nulla è cambiato,
ma siamo cambiati noi.
Il tempo scivola via inesorabile
e sembra cancellare tutto,
ma il passato non si può cancellare,
esso rimane in noi e in chi l'ha vissuto,
come i volti delle persone e le sensazioni che ci hanno ispirato.
Ma tutto passa e lascia un retrogusto
di malinconia mista a dolcezza.
Un abbraccio a te e a Liliana
Vittorio
I ricordi sono le nostre radici, noi siamo il prodotto del nostro passato che ci arricchisce ed è piacevole ritrovare dentro di noi. Grazie Vittorio...un abbraccio a te...Sonia
Che bello questo racconto...Il Nipote ha costruito questo agriturismo nei ricordi del nonno..tutto si è rinnovato ma lui ha voluto tenere anche il nome per ricordare il nonno La Vigna
Il passato ed il futuro che trovano lo stesso sentiero...l'eredità emozionale che il nonno ha saputo trasmettere al nipote si è realizzato in quell'agriturismo...
Io ho vissuto solo una nonna paterna, nonno paterno l'ho perso da piccolina mentre quelli materni sono venuti a mancare prima della mia nascita...i nonni sono un grande patrimonio per i nipoti, importante il loro esempio per la loro crescita...
Ai nostri nonni la modernizzazione fa bene perchè tolgono i ricordi brutti ..e da una parte anche quelli belli....splendido racconto ..ti abbraccio e a domani smakkk dolce Sonia
UN ABBRACCIO A TUTTI I REDATTORI,
GRAZIE SONIA, DI AVERMI FATTO RICORDARE
CON IL TUO RACCONTO DELLA TERRA,
QUANDO MIO NONNO, CI RACCONTAVA LE STORIE DELLA TERRA, CHE COLTIVANDOLO NEL MODO GIUSTO, PRODUCE QUELLO CHE SEMINANO,
POI SI RACCOGLIEVA TUTTO, E SI METTEVA A SECONDA IL PRODOTTO, NEL MAGAZZENO, POI AL MOMENTO GIUSTO LO TIRAVA FUORI, E SI CONSUMAVA, COMPLIMENTI PER IL POST.
UN BUON PROSEGUO DI SERATA ED UN CARO
ABBRACCIO A TE ED A LILIANA,
CON STIMA ED AFFETTO, ALDO.
Carissima Sonia..entro solo ora..ho appena finito di cenare e riordinare..e sono a pezzi..ma non potevo mancare..rileggere questo racconto di cui Norberto tempo fa mi mandò una copia..è stato davvero bello..lui usa la penna come pochi..veramente pare scriva con l'inchiostro del cuore! Ora ti abbraccio forte e tornerò domani e chiacchiereremo ancora..spero di averne l'opportunità.. immenso affetto dal cuore..a domani..
Ciao Rosa ^___^ è veramente un grande scrittore e mi fa piacere che tu condivida il mio stesso pensiero...a domani...un abbraccio a te e ai tuoi cari...Sonia
ciao Sonia Norberto scrive bellissimi racconti che sfiorano ilcuore e i ricordi complimenti a te per il post e a lui che è bravissimo buona serata da Bb e da Mina con un sorriso
Buon pomeriggio Liliana, come sempre io arrivo in ritardo..vorrà dire che sarà un brunch per me ^__^ una favola di panorama! a stasera...un abbraccio...Sonia
Complimenti a Sonia e al suo amico Norberto per questo bellissimo racconto, si nota che è scrito da una mano e da un cuore, il tratto sicuro e la linea scorrevole ci riportano a volte in tempo lontano ma anche vicino con una gradevole maliconia....un saluto a tutti!!
Buon pomeriggio a te e grazie...io sono letteralmente conquistata dai racconti di Norberto, le emozioni che fa vivere sono così reali che arrivano fino al cuore...un abbraccio...Sonia
Ciao Sonia, un racconto su un mondo che non ho conosciuto, essendo nato e cresciuto in città. Ogni tanto ne prendo un assaggio nei rari fine settimana che mi concedo in qualche agriturismo. Un abbraccio e buona giornata.
Ciao Renato, anche io sono cittadina ma, da qualche anno, mi sono trasferita fuori città ed i panorami che si vedono sono meravigliosi...tra l'altro vivo in una terra di vigneti e buon vino ^__^ l'ideazione degli agriturismi è stata ottima per far scoprire le bellezze della terra a chi non la può vivere...buona giornata ed un abbraccio a te...Sonia
Ciao Sonia splendido racconto, le cose semplici della vita, riportate in vita dall'affetto dei famigliari. Ecco penso sempre che dovremmo fermarci un attimo e riflettere dove stiamo andando con questa nostra vita frenetica...
complimenti davvero...bacioni e buona giornata
marco
Ciao Marco e grazieeeee...girerò tutti i vostri complimenti a Norberto e so che ne sarà felice ^___^ hai ragione, dovremmo tutti prenderci un bel respiro e ritrovare quella vita semplice ma serena di una volta...buona giornata a te...un bacione...Sonia
Ciao carissima , eppure ammetto sinceramente che non so se mi adatterei alla vita di campagna, pur apprezzandone la " tranquillità " , come ben sai quando mi tocca andare al paesello mi vengono le piume dritte :_)...chissà un domani magari quella sarà la mia destinazione, via dal caos e dal casino..chissà..
smack e buona giornata
marco
Il racconto è davvero bello..a me piacciono molto i racconti sulla campagna, sulla gente che la "vive "quotidianamente, mi sembra perfino di sentirne i profumi...^___^...e poi i racconti dei nonni, inutile negarlo hanno sempre un qualcosa di magico! Complimenti al tuo amico per averlo scritto e a te per averlo condiviso con noi..cmq, ci risentiamo prestissimo...affettuosamente, un abbraccio..Enzo
Ciao Enzo, le esperienze dei nonni sono preziose per i nipoti, sono le radici su cui far crescere le nuove generazioni...a presto...un abbraccio...Sonia
Che bel post , amo l'aria pulita , quel vento che ti scombina tutti capelli ...profumo del fieno che porta il vento impazzito ...pane fresco con la marmellata fatta a casa ...un buon pranzo con un bicchiere di vino
del gusto persistente ,che ti lascia un po di aroma aromatico ...Dolce pensiero Monika - Angel Heart
Sono profumi e sapori che ci portano ad atmosfere che è gioioso vivere e ci fanno apprezzare ancor di più la natura che ci circonda...buona serata Monika...Sonia
Buonasera e grazie a tutti Voi che mi leggete. Un grazie speciale va a Sonia e Liliana, la prima per la bella idea di far conoscere i miei scritti, la secnda per ospitarli nel suo Blog.
Ciao Norberto, leggerti è sapere che ci sei e ti son grata. Anche io ringrazio Sonia per l'opportunità che ci da di conoscere i tuoi scritti ! Scritti che mi riportano ai giorni dell'infanzia quando durante le vacanze scolastiche gli zii si prodigavano per portarmi dai nonni e soggiornavo su quest'Isola, che mi ha visto dapprima bimba, poi adolescente e la sorte mi ha fatto mettere le radici su questo scoglio che amo smisuratamente. I tuoi racconti hanno il profumo di quegli anni e leggerti è respirare a pieni polmoni e mi torna il sorriso. Grazie...ti lascio un caro saluto, Liliana
Ciao Norberto, i tuoi racconti devono essere conosciuti perchè sono straordinari e per me è un vero piacere aver avuto l'occasione per farlo ^___^ un grande abbraccio a te...Sonia
Cara Sonia mia nonna mi raccontava
la sua storia tanti fratelli e
sorelle che negli anni 20 30
c'era tanta miseria e povertà
lavorava nei campi x sopravvivere
e negli anni anche 1940 e 50
mia madre insieme a lei con 4 figli sgobbavano x sopravvivere nonostante la 2 guerra mondiale che ci fù
che erano ognuno di noi a una storia...
Stefy
Ciao Stefy tante sarebbero le storie che i nonni hanno da raccontare, storie di vita vissuta fatta di sacrifici, passioni e di tanta voglia di vivere...buona serata...un abbraccio...Sonia
Ciao Sonia...mio nonno paterno è morto presto..la nonna paterna pure....il nonno paterno non l'ho mai conosciuto...ma ho avuto una splendida nonna materna..quante vacanze trascorse da lei...e quanti racconti..e quante lacrime gli ho visto quando pensava alla guerra..
Ciao Lucia...io sono cresciuta con la nonna paterna, visto che i miei genitori hanno da sempre lavorato fuori casa...e devo dire che mi ha tremendamente viziata facendomi fare...nulla! ^___^
Parlava del campo di concentramento e quanto soffriva...ma era così dolce..quante coccole ho ricevuto da lei...ormai sono 10anni che non c'è più..i nonni miticiii a dopo
Il passato ritorna come in un film e il vecchio rivede tutto come una pellicola che scorre...i suoi ricordi lo riportano a quei tempi..ora è rimasto solo un nome...un cambio generazionale che il tempo inesorabile ha creato...e i paragoni sono inevitabili, i cibi non erano più quelli di un tempo, meno piatti elaborati ma sicuramente più genuini e il vino..un bel bicchier di vino, quello fatto alla vecchia maniera..tutte cose che rimarranno sempre nella sua memoria con nostalgia...
Un amore per quella terra che ritrova nella sua famiglia, un legame forte che l'ha aiutato a superare anche le avversità...insieme, uniti hanno ricostruito la loro vita e tutto questo loro sacrificio è racchiuso in quel pezzo di terra...
Che bello Sonia..ho riletto il racconto e lo farò ancora, perchè è come stare in un film: ad ogni lettura si affacciano nuove immagini e le vedi scorrere coi personaggi che sono così veri. .....Liliana
Dolce sera Sonia..ho letto nuovamente il racconto di Nor..tutto d'un fiato! La sensazione che ne ricevo è sempre la stessa..un amalgama speciale tra passato e presente che fa ben presagire per il fututo..tre generazioni a confronto che hanno semonato bene..sulla terra e nel cuore..con una semplicità inaudita..quella delle grandi cose! Un abbraccio grande Sonia..ti auguro una serena serata..per me è stata davvero densa d'impegno, tra lavoro..e i suoi problemi..impegno politico e impegno a casa al mio ritorno..
Buonasera Rosa, so bene che questi giorni sono molto pieni per te e i tuoi cari ^__^ tre generazioni che hanno saputo rispettare la terra e per questo, da essa, sono stati ricompensati...soprattutto nel cuore...un grande abbraccio a te...Sonia
Ciao Sonia, da buon juventino ovviamente ho seguito la partita..è andata bene e siamo in semifinale..complimenti ancora per questo bel racconto a Norberto, una racconto dove gli affetti hanno sempre un ruolo importantissimo...auguro a te e a tutti gli amici una felice e serena notte..un abbraccio..Enzo
Una bella soddisfazione per noi tifosi ^___^ i sentimenti più semplici e puri del cuore, quelli della famiglia...buonanotte a te Enzo...un abbraccio...Sonia
Di nuovo buona sera. Grazie a tutti e tutte che avete letto e commentato il racconto La Vigna. Grazie di nuovo a Sonia per la considerazione che ha di me e grazie a Liliana che accoglie sempre le mie storie sul suo splendido Blog. Nel racconto, il Vecchio nonno si ispira al mio nonno materno, il quale portava sempre un cappello con annessa penna di fagiano. La vigna esiste davvero e le storie di guerra sono tratte dai miei ricordi d'infanzia, quando le sentivo raccontare da mamma, zii e zie. Il resto è fantasia. Scrissi questo racconto nel 2004, in una settimana e il racconto ebbe fortuna. Buona notte. N.S.
Ciao Norberto, grazie per queste note che ci raccontano la genesi del tuo racconto...così ci sentiamo ancora più dentro al tuo scritto. Sei un grande! Buonanotte a te...un abbraccio...Sonia
Buongiorno Norberto, si evince che il tuo raconto è dettato dai ricordi del cuore, preziosi e indimenticabili perchè sono le impronte della tua vita. Grazie ancora per queste tue parole. Buon proseguimento di giornata da noi tutti, Liliana
Ciao Sogna
Un buon giorno e un caldo grazie. Per la presentazione di questo testo Emozionante e con un pò di nostalgia del tempo che fù. Non sono più giovane i ricordi sono sempre
presenti della vita passata. quanta verità nelle parole di Norberto Sabatini. Con stima e affetto Renzo
Buongiorno Renzo, questi racconti, che riportano pagine della nostra storia, sono importanti per trasmettere, alle future generazioni, chi eravamo. Perchè i ricordi del nostro passato rappresentano le radici del nostro futuro...un abbraccio...Sonia
Buona giornata a tutti voi, finalmente il papero è tornato...sapete la tecnologia moderna ha qualche conflitto con il sottoscritto ( pc rotto )..mi sa che qualcuna di voi abbia fatto un rito voodo eh eh...un abbraccio
marco
...ciao Sonia ho letto attentamente questo racconto,per certi versi visto che quei momenti di guerra fine anni 45 li ho appena sfiorati devo dire che rispecchia fedelmente quei momenti della storia mondiale e lo scempio che hanno fatto i tedeschi erano i padroni di tutti e di tutto ,nel contempo mi viene in mente le giornate delle vendemmie si lavorava tanto ,ma col sorriso per noi piccoli era divertimento,ho partecipato a diverse vendemmia era piacevole vedersi tutto riunito con amici e parenti per festeggiare l'evento,purtroppo io ho conosciuta solo una nonna gli altri nonni erano saliti in cielo..come non ricordare i bombardamenti continui e più di una volta assieme ad un mio fratello maggiore ho rischiato la vita,andavamo a raccogliere tanta frutta da portare a casa ,non c'era altro da mangiare...mi ricordo che per ogni minima cosa i tedeschi ci sparavano addosso senza rimorsi,oggi sono pagine ingiallite per me ancora emozionanti..bellissimo racconto ricevi un mio abbraccio con affetto lillo....
Ciao Lillo, sono ricordi che nessun libro di storia può darci per questo molto importanti per le future generazioni...quindi ben vengano i racconti che li riposrtano...buon pomeriggio ed un abbraccio a te ^__^ Sonia
Salve Sonia le storie come ti ho scritto
ieri sono tante bisogna sapere
la storia di ognuno di noi...
a me piacciono le storie...
Un bacio con affetto..
E ne approfitto di salutare Liliana
con un abbraccio con affetto a tutte due..
Stefy
Buon pomeriggio.
Bellissimo il brano per pianoforte che è stato inserito in questo Post. Grazie di nuovo a Sonia e Liliana, a tutti voi, ma stavolta specialmente a chi ha aiutato Sonia a trovare questa musica. Paperinopa, credo. Grazie di cuore, mi avete fatto emozionare.
N.S.
Ciao Norberto, mi fa piacere sapere che condividi la scelta fatta. E mi sono permessa di inserire le tue parole, così abbiamo saputo, dalla tua voce, la genesi del tuo racconto. Un abbraccio dal cuore....Sonia
Passaggio rapido prima di mettermi ai fornelli..^____^...un saluto a Sonia, Norberto, Liliana e a tutti gli amici...buon proseguimento di serata...Enzo
Ciao Sonia e buon venerdì....ti lascio un abbraccio e i complimenti per questo racconto...aspettando un altro racconto di Norberto ti lascio la dolce sera.
Buonasera Liliana, è stato un piacere vedere che il racconto di norberto abbia avuto il consenso degli amici del blog. E sarà un onore poterne riproporre altri in futuro. Grazie a tutti voi per le belle emozioni che sempre mi date nei due giorni passati assieme. A presto...un abbraccio dal cuore...Sonia
Sono bei racconti che tanto insegnano ai giovanissimi circa la cultura di un tempo e sulle sane e buone abitudini. Buona domenica delle palme a te, Liliana e tutti i redattori del blog.
^_____^ Ti abbraccio, Liliana
e tutto il gran daffare che c'era attorno e poi, i ricordi delle vendemmie, le risate e il divertimento che col tempo non si ritrova più, perchè le cose cambiano..noi si cambia, ma per fortuna che i ricordi restano immutati !
Per te un affettuoso abbraccio....buon proseguimento di giornata, Liliana