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...fini la comédie

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Messaggi del 04/11/2011

LUCIA E IL FERRAGOSTO

Post n°178 pubblicato il 04 Novembre 2011 da fatamatta_2008
 


Amici, questa sera ho deciso di proporvi un mio racconto che è stato pubblicato l'anno scorso nell'antologia poetica " Cuori nel Blog" a cura della scrittrice Antonella Griseri.
Spesso mi è stato rimproverato di sottovalutare ciò che scrivo , in effetti è proprio così,
io sono molto critica su ciò che esce dalla mia penna ,
ma questo racconto breve dal titolo "Lucia e il ferragosto" lo considero qualcosa di ben riuscito,
capace di dare emozioni e di essere motivo di riflessione, in definitiva lo amo molto.

E' un racconto  nato da solo , senza che io lo pensassi, come se per un attimo  avessi avuto una visione, la visione di questa donna : Lucia e avessi fotografato la sua ultima giornata di vita.
L'ambiente ideale, una stradina come se ne vedono nei centri storici di città come Genova o Napoli.
Il personaggio una piccola donna minuta, somigliante alla donna ritratta nella foto, 
la mia bisnonna, che secondo la mia immaginazione fisicamente si avvicina molto al personaggio, ma che in realtà come carattere ne era ben distante!

Carissimi amici
augurandovi buona lettura
un caldo abbraccio
Lilly

 

                                                

 

L

                                                                                                                    

a signora Lucia era un'anziana  piccola di statura,  fisico minuto, la pelle ormai solcata da rughe profonde, che manteneva però intatta una sua trasparenza, quasi di bambola antica , eredità di una vita trascorsa a cucire abiti per le donne del quartiere; chiusa sempre in casa , lontana dai raggi impietosi del sole.
Non si era mai sposata.
Prima di cinque fratelli, la sua vita era trascorsa nell'aiutare la madre a crescere i fratelli più piccoli , il lavoro, ed infine a badare ai genitori ormai vecchi.
Erano ormai parecchi anni, che era morta la madre, uccisa da un cancro, dopo poco, forse per il dolore della perdita della moglie, anche il padre se ne era volato via. 

Lucia, , persi tutti i contatti con i fratelli da molti anni, si era ritrovata sola , in quell'appartamento , nel quartiere dove era nata e dove era vissuta da sempre.
La piccola pensione, la casa di proprietà e un piccolo gruzzolo che il padre aveva messo previdentemente a frutto, le permettevano una vita dignitosa.
Ormai si stava avviando verso le ottantacinque primavere....

Guardando fuori dalla finestra il mondo canbiare, scorrere il fiume del traffico , la gente correre qua e là
come falene impazzite attorno alla luce di una lampada, rifletteva spesso, che era stata fortunata a rimanere ancorata alla sua vita, senza sobbalzi ,senza imprevisti nè belli nè brutti.

L'amore ...sì a quello aveva pensato, attorno ai trent'anni, quando sul pianerottolo di casa. al numero nove, si era stabilita una famiglia di napoletani.
C'era il figlio maggiore, il nome non  lo ricordava più...Paolo o Giorgio...chissà.
Tutte le volte che la incontrava per le scale le faceva un sorriso , mostrando i suoi denti candidi sotto le labbra ben disegnate e gridando :" Salute...signorinaaaaaaa, bellaaaaaaaaaa".
Lei sentiva un certo rimescolio alla bocca dello stomaco, ma pur avendo voglia di rispondere al saluto, accelerava il passo e infilava rapidamente la chiave nella serratura, scrollandosi di dosso
impaurita , il desiderio che improvviso faceva capolino.

 

 

 La storia durò per alcuni mesi , ma lei non ebbe mai la forza di incoraggiarlo, nemmeno con
u
n breve sorriso, riusciva solo ad arrossire e fare un piccolo cenno con il capo.
Finchè arrivò il giorno in cui lui non la salutò più , lei allora umiliata, cercava di non uscire negli orari che sapeva di poterlo incontrare.
Così non lo vide più.
Poi venne a sapere che si era sposato, ed era andato a
d abitare in un altro quartiere.

Vita molto tranquilla signorina Lucia...tranquilla e ordinata.
Ancora adesso che le dita delle mani erano tutte storte a causa del tanto cucire e l'artrosi  aveva partecipato a  farne scempio, la casa  era tenuta nel massino ordine.
Già,  l'ordine era stato il credo di tutta la sua vita ...prendere le cose e riporle subito dopo l'uso..solo così si sentiva tranquilla con se stessa...tazzina del caffè : si beve, si lava e si mette nella credenza dove fanno bella figura i dodici calici di spumante di mà , le cornici con le foto sbiadite di papà e mamma , in viaggio di nozze...
Tutto al suo posto come era stata la sua vita.

Il pensiero della noia di quell'ordine, di quella vita dove ogni giornata aveva il sapore della precedente, non l''aveva mai sfiorata.
La fortuna aveva voluto che fosse anche preservata dalle malattie, ecco il periodo della malattia di sua madre , forse era stato l'unico dove l'imprevedibilità della vita aveva fatto con violenza
 ingresso nelle sue giornate.
L'ospedale, il dolore, l'altalena tra il voler far vivere nonostante tutto quella donna a lei cara, e il desiderarne la fine per alienarla dalla sofferenza , ed egoisticamente per riportare lei stessa al rifugio, al riparo da scosse, da compiti gravosi, permettendole di riguadagnare di nuovo la tranquillità di giornate conosciute, ordinate ...perchè la malattia ha puzzo di vomito, di sudore, di morte ...di caos!

Signorina Lucia caldo oggi?
Molto ..è ferragosto!
C
hi c'è nel condominio ? Forse nessuno, stamane presto, uno scalpiccio di tacchi giù per le scale...tac..tac..taac...sempre più lontani...il portone che sbatte...più niente.
Il silenzio.
Il silenzio è ordine...signorina Lucia come va?....
Il sole filtra da dietro le gelosie serrate, che non riescono a contenere le ondate di calore, che entrano violente nella stanza.

Quando finirà questa estate, chissà. A Lucia non è mai piaciuta l'estate , tutte quelle clienti che già dal mese di maggio arrivavano con le loro stoffe colorate...sete fiorate leggere, bandiere di desideri riposti in parole pronunciate con un certo sussiego, quasi sillabate per dar loro importanza."Va-can-ze, sai Lucia mi serve per le va-can-ze-, al mare!"
Mare, mai visto il mare Lucia? Intravisto poche volte, ma mai amato o desiderato , con quelle onde in movimento ...movimento..caos..

 

La casa è una scatola rovente, infuocata.
Lucia ha dormito male la scorsa notte, ha sognato la mamma, piangeva  mamma....
Il risveglio era stato insolitamente doloroso, sentiva in mezzo al petto una specie di artiglio che le attanagliava la gola, che le toglieva il respiro.
Aveva aperto la finestra, l'aria fresca del primo mattino le aveva dato sollievo.
Ma adesso Lucia sente quello strano artiglio che le scava  nuovamente, dolorosamente nel petto.
Il caldo è tremendo. Ha sete, beve un po' d'acqua:
Ecco va meglio!
Il bicchiere bisogna lavarlo,..... ecco lì, lavato e asciugato!



E' stanca Lucia , seduta in poltrona, sogna una bocca ridente, labbra carnose, bei denti...Paolo o Giorgio chissa!
Sogna Lucia , ma ecco il dolore...silenzio...un rantolo, un sospiro ; la pelle bianca, ormai diafana.
Sembra dormire Lucia , è quasi sera.
Ferragosto è passato.

 

 

 
 
 

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