...fini la comédie
il est temp de rouvrir le rideau...*Blog dedicato all'arte ed alla cultura in ogni sua sfumatura....Una redazione forte e solidale pronta a postare con gusto e conoscenza. Uno scrigno di solidarietà, di stima e di affetto*
""...fini la comédie""
Sfogliando le pagine che ognuno di noi ha scritto con la penna
del proprio cuore, troverai impegno, rispetto e solidarietà..
gioco, risate e mille sorrisi...abbracci ed amicizia vera...
In questo scrigno sono custoditi centinaia di post scritti
da tutti i redattori che si sono susseguiti in cinque anni di incessante attività.
Oggi la redazione ha abbassato il sipario, ma come tatuate nel cuore
rimangono indelebili tutte le nostre emozioni...
Grazie a tutti, Liliana
(12 novembre 2015)
...fini la comédie...quando il blog è,
oltre che informazione, dialogo e anche cultura
ciao gino ( avvbia )
Click sulla mia immagine se vuoi lasciare un dono...
L'amico
Sembrerà banale, sembrerà strano,
ma senza amici non se va lontano.
Qui c'è da chiarì però na situazione,
l'amici veri so pochi, nun so un milione.
Amico non è quello che tutti i giorni te chiama,
e manco quello che lo fa ogni settimana.
Amico è quello che pure se non senti,
pe te se farebbe spaccà tutti i denti.
Amico è quello per cui provi amore,
sia omo o donna, lo guardi cor core.
Te fa piacere sapè soltanto,
che pure si non c'è te sta sempre affianco.
Magari lo vedi solo un giorno all'anno,
ma quanno lo ncroci te viene l'affanno.
A lui dije tutto, i segreti più oscuri,
potesse morì nun lo dirà manco ai muri.
(da web)
Gli amici sono l'ingrediente fondamentale della felicità.....
Il mio amico virtuale è diverso....
egli non guarda nei miei occhi, egli vede il mio cuore!
.....forse tu non sai, ma quando mi parli,
quando giochi con me....
quando mi ascolti, quando mi vuoi bene
eserciti il nobile compito di un amico reale....
Messaggi del 04/06/2012
Post n°295 pubblicato il 04 Giugno 2012 da zeno1949
Cari amici eccomi ancora una volta con voi.... Vi parlerò Ogni anno, nel nostro Paese, circa 500 km quadrati Denis Grasso, valente geografo e urbanista scrive: L'immensa colata di cemento che a partire dal dopoguerra ha cancellato molto di quello che i viaggiatori ottocenteschi definirono "il Belpaese". Per le grandi aree urbane, il Belpaese ormai è qualcosa di irrimediabilmente perduto, qualcosa che vive solo in vecchie cartoline in bianco e nero che ritraggono il paesaggio prima che salisse l'ondata di cemento. Un'ondata che per certi versi ricorda le immagini del grande tsunami che ha colpito le coste del Giappone nel 20011. In Italia tuttavia, questa ondata distruttrice non ha avuto una causa naturale, un terremoto devastante, ma una forza più subdola e per certi versi irresistibile: la speculazione. I primi anni del dopoguerra furono, per ovvie ragioni, guidate dalla ricostruzione delle città distrutte dalla guerra. In seguito si tentò di ampliarle per accogliere i "figli" di quel miracolo economico che avrebbe portato un paese del terzo mondo (quale di fatto era l'Italia) ad essere una delle economie più forti del pianeta. Crescita economica, crescita demografica, crescita urbana e residenziale. Tutto perfetto, tutto "naturale". A partire dalla fine degli anni '70 qualcosa si è rotto in questo in questo meccanismo "naturale" di crescita delle città. Le case cominciarono a crescere ovunque, fuori da qualsiasi schema urbanistico e pianificatorio, spinte da una forza che non era più quella della necessità di dare un'abitazione dignitosa a tutti gli italiani e nuovi italiani. No, a guidare questa seconda fase della crescita urbana italiana fu la speculazione. Una speculazione che non si fermò davanti a nulla, nè alla politica nè alla natura, un vero tsunami di cemento che travolse le città e le campagne italiane. Travolse l'ambiente naturale, il paesaggio e soprattutto la vita delle persone che si trovarono a vivere in contesti urbani di scarsa qualità, lontani dai centri storici, senza servizi adeguati, senza rapporti sociali. Uno tsunami ambientale, paesaggistico e sociale. Continuiamo a costruire anche se non ce ne è più bisogno. A dire questo non sono certo "i soliti ambientalisti" ma importanti istituti di ricerca come Nomisma, orientati verso lo sviluppo industriale e infrastrutturale del paese. L'investimento del mattone è stato il motore di crescita del nostro paese per oltre un cinquantennio.Ora è necessario cambiare strada o questa crisi nella quale ci troviamo continuerà a lungo. Il suolo distrutto dalle urbanizzazioni non è un bene rinnovabile e una volta edificato non si potrà più coltivare cibo, non si potrà più piantare alberi. Quel suolo che ci sostenta e ci alimenta è spesso pochi centimetri, si è costituito in migliaia di anni dalla degenerazione di sostanza organica. Tolto il suolo tolta la vita alla terra. Questo tsunami di cemento sta uccidendo la terra, quella terra che è che è la nostra identità e il nostro sostentamento. Quella terra che che disegna i nostri paesaggi affettivi e i nostri gialli tramonti. Quella terra è il nostro passato e il nostro futuro. Se la perdiamo, se ce la facciamo rubare dagli interessi di pochi, abbiamo perso noi stessi e la tranquillità dei nostri figli, lo tsunami di cemento ci sommergerà, senza possibilità di riscatto. (Denis Grasso)
Era il 1966 quando Adriano Celentano portò a Sanremo ...e quella casa in mezzo al verde ormai..dove sarà?? Siamo ancora in tempo a porvi rimedio, e credo che lo stiamo facendo, ma dobbiamo impegnarci tutti prendendo consapevolezza che questo nostro bene va tutelato con ogni mezzo possibile! Grazie per la vostra attenzione, un saluto ed un abbraccio.. |
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