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Messaggi del 09/06/2012

L'illuminismo in Toscana (post a quattromani)

Post n°298 pubblicato il 09 Giugno 2012 da est.la.belle.epoque

 

Amici carissimi
ho il piacere di avere con me
la nostra cara Laura.
Vi parleremo dell'illuminismo in Toscana.
Un movimento culturale e filosofico
iniziato nella seconda metà del secolo XVII
caratterizzato dal pensiero
su temi etici e politici
che anticipano
il pensiero francese del Settecento.

Una visione futuristica
atta a liberare l'uomo
dall'ignoranza e dal pregiudizio.

 

Grazie a tutti e a te Laura,
Liliana

 

 

L'illuminismo è stato un movimento ideologico e culturale
(dal francese illuminisme, capacità illuminatrice della
ragione), che informò di sé tutto il Settecento, inteso
a portare i lumi della ragione in ogni campo dell'attività
umana, allo scopo di rinnovare non soltanto gli studi e
le varie discipline, ma la vita sociale intera, la cultura
e le istituzioni, combattendo per mezzo della critica
gli infiniti pregiudizi, che impediscono il cammino della
civiltà e si oppongono al progresso e alla felicità degli
uomini.

L'illuminismo fu il modo di pensiero organico della
borghesia nella lotta per la completa conquista del potere
economico e politico e dell'egemonia ideologica: come tale,
lo si può vedere storicamente crescere per circa un secolo
dai tempi della Rivoluzione inglese del 1688 sino alla grande
Rivoluzione francese del 1789, stabilendo ben presto il suo
fulcro e divenendo il vessillo di un vero parti philosophe
in quella Francia in cui alla preponderanza economica della
borghesia e alla crescente coscienza, da parte di tale classe,
della propria funzione sociale propulsiva si opponevano
tenacemente i radicati poteri politici e privilegi civili dei
nobili e del clero, alleati della monarchia assoluta.

 

Un esempio di sovrano Illuminato in Toscana ce lo offre
Pietro Leopoldo di Lorena (1765-1790),
sotto il quale il granducato conosce la fase più
innovativa del governo lorenese, in cui una solida
politica agraria si accompagna alle riforme del commercio,
dell'amministrazione pubblica e della giustizia.

 

 Come Granduca di Toscana, le sue riforme si contraddistinsero
per una propensione agli scopi pratici più che a quelli teorici.
Nella sua opera riformatrice si avvalse di importanti funzionari
come Giulio Rucellai, Pompeo Neri, Francesco Maria Gianni,
Angelo Tavanti. Il granduca avviò una politica liberista
raccogliendo l'appello di Sallustio Antonio Bandini del quale fece
pubblicare l'inedito Discorso sulla Maremma, promuovendo la
bonifica delle aree paludose nella Maremma e nella Val di Chiana
e favorendo lo sviluppo dell'Accademia dei Georgofili. Introdusse
la libertà nel commercio dei grani abolendo i vincoli annonari che
bloccavano le colture cerealicole e ma l'avvenimento capitale fu,
dopo tanti secoli, la liquidazione delle corporazioni di origine
medioevale, ostacolo principale per un'evoluzione economica e
sociale dell'attività industriale. Introdusse poi la nuova tariffa
doganale del 1781, in base alla quale vennero aboliti tutti i divieti
assoluti, che furono sostituiti da dazi protettivi, tenuti, del resto,
a un livello molto basso in confronto a quelli allora in vigore.

 

Ma la riforma più importante introdotta da Pietro Leopoldo
fu l'abolizione degli ultimi retaggi giuridici medievali: in un
colpo solo abolì il reato di lesa maestà, la confisca dei beni,
la tortura e, cosa più importante, la pena di morte grazie
al varo del nuovo codice penale del 1786 (che prenderà
il nome di Riforma criminale toscana o Leopoldina). 
  

 

 La Toscana sarà quindi il primo stato nel mondo ad adottare i principi di Cesare Beccaria, il più importante illuminista italiano che nella sua opera "Dei delitti e delle pene" invocava appunto l'abolizione della pena capitale. 

 

Pietro Leopoldo  Lasciò un impronta indelebile e tangibile
del proprio operato ancora oggi in Toscana abbiamo
le "Leopoldine"

 

abitazioni contadine dove ad un tempo
vivevano intere famiglie assieme, e le terre strappate
alla palude sono terre produttive tutt'oggi, ebbe il merito
di portare i cimiteri fuori dalle chiese sulla spinta sempre
di un editto Napoleonico, oltre ad altre innumerevoli iniziative...
A noi piace pensare che Pietro Leopoldo sia stato un sovrano
che ha saputo vivere pienamente il suo momento ed abbia
fornito ai toscani le basi per vivere l'età contemporanea.

E voi gentili lettori..quale è il vostro parere..?...
A Voi la parola...Laura e Liliana.

 

 

 
 
 

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