Boutade

Post N° 46


La ragazza è seduta per terra. Le mani sul pavimento, le gambe divaricate. Lentamente solleva la testa e guarda negli occhi tutte le persone che ha di fronte. Le mani cominciano a muoversi: impastano qualcosa, forse del pane. Sì, dev’essere pane, perché comincia a mangiarne, voracemente, e continua a impastare. All’improvviso si blocca: qualcosa alle sue spalle sembra renderla inquieta. Come un felino braccato si volta di scatto, da una parte e poi dall’altra, proteggendo col suo corpo l’impasto ai suoi piedi. Sembra non esserci nulla, ma lei continua ad essere turbata. Si alza in
piedi, lentamente, molto lentamente.Si volta, dà le spalle a tutti quanti. Rigidamente, la mano destra comincia a salire verso l’alto. La gamba sinistra si allunga verso il basso. Sul disequilibrio. Immobile. Statica. Impercettibilmente, si spinge verso l’estremo.I am peace and war has became because of me.Crolla verso la direzione del braccio e si volta di scatto. Di nuovo guarda le persone che ha di fronte negli occhi. Sorride. Con grazia, di nuovo allunga la mano destra verso l’alto e la gamba sinistra verso il basso. Il disequilibrio genera un morbido volteggio.An I am an alien and a citizen.Sono passi di danza, sospensioni, volteggi, leggerezza. La danza si blocca improvvisamente: la ragazza ritrova con lo sguardo la forma della materia che pocanzi impastava e mangiava.Vi si avvicina: guarda di nuovo le persone con aria di scherno. I’m the substance… Solleva il piede come a calpestare. …and the one who has no substance. Si getta di peso sull’impasto, la danza diviene tribale e selvatica, violenta ed estatica.Those who are in association with me are ignorant of me, and those who are in my substance are the ones who know me.Stop. Silenzio. Affanno. Immobilità. Lentezza. Uno sguardo sospeso.  La ragazza si sdraia per terra, sta quasi cantando I’m within – I’m of the natureI’m of the creation of the spirits tensione completa, gambe generatrici, braccia accoglienti, testa rovesciata request of the souls. Il maestro, in un crescendo: “Better, better! Better!” Cazzo.