Boutade

Post N° 64


Si fa presto a dire Artaud.Quello che Picasso è stato per l'arte contemporanea, in qualche modo Artaud lo è stato per il teatro contemporaneo.L'ignorante guarda magari un'opera d'arte contemporanea edice "è uno scarabocchio, sa farlo anche mio figlio di quattro anni".L'ignorante che si atteggia guarda uno scarabocchio e dice "é astrattismo".Luoghi comuni. Bisognerebbe partire da Cèzanne. L'intorno dell'arte contemporanea arriva almeno fin lì. Non è la forma che conta, sono i concetti, i linguaggi.Si fa presto a dire Picasso.E così si fa presto a dire Artaud. Tutto il teatro contemporaneo si sviluppa attorno ad un'idea di immagine e di corporalità cui ha dato voce l'intuizione di quest'uomo. Ma se poi il genio diventa luogo comune, non si distingue più la comprensione del genio dalla citazione di un simulacro, e chiunque si sente in diritto di citare il genio in nome di una contemporaneità che finisce col non significare più nulla.Per farla finita col giudizio di Dio, Teatro Arsenale.Uno può prendere questo testo e fare finta che sia un testo teatrale, costruirsi una visione organica, immaginarsi uno spazio, una scenografia persino, e fare l'attore e l'attrice così come gli hanno insegnto a scuola. Sì, certo, si può prendere questo testo e convincersi pure che sia un testo teatrale, avere delle intuizioni sceniche anche interessanti, come l'uso di un proiettore, e una videocamera che riprende l'attrice in scena e la proiette contemporaneamente in un piccolo televisore accanto a lei che sta di spalle, uno può persino recitarselo questo testo.Solo che poi io non ce la faccio, proprio non ce la faccio ad applaudire. Perchè alla fine mi dico: a cosa serve tutto questo? Non era già superato tutto questo? Non era proprio Artaud che auspicava che si superasse? Stiamo ancora qui a raccontarcela e a recitare?E i corpi? Che ci stanno a fare i corpi? Con che coraggio si affronta un testo che parla di merda, feci e liquidi organici con l'urgenza di chi è stato violentato ed espropriato del proprio corpo, come si fa a mettere in scena un testo che grida la fisicità di un uomo ferito e frantumato senza avere il coraggio di fisicizzarlo, questo testo, di reificarlo sulla propia pelle?Artaud genio e Artaud uomo sono due dimensioni seprate. E dentro questo testo, più che nei saggi, sono presenti entrambe le dimensioni. Ma in questa messa in scena, non ne ho vista nemmeno una. Sporadici istanti.Nei saggi lo scrive lucidamente. In questo testo lo scrive con la lucida follia post-manicomiale. Ma in fondo il messaggio è la frantumazione, l'incolmabile abisso che ci separa dalla Vita. Io penso che se si sceglie di mettere in scena questo testo, bisognerà pur avere il coraggio di guardare dentro questo abisso e di sentire il desiderio di carne e sangue e merda per riappropriarsi di ciò che ci fa presenti e reali prima dell'eternità.Il punto di partenza della rivoluzione, la creazione del nuovo linguaggio, del concetto.Il corpo.Quando la facciamo finita anche col teatro dei commedianti?Se la nostra vita manca di zolfo, cioè di una costante magia, è perchè ci compiacciamo di contemplare le nostre azioni e di perderci in riflessioni sulle forme fantasticate delle azioni, anzichè lasciarci condurre da esse.Antonin Artaud