Boutade

Post N° 80


...quanto mi costerà tutto questo?"Un paio di giorni più tardi la mamma si era recata dal dottore in preda ai sensi di solpa. Si era stesa sul lettino e il dottore aveva cominciato a batterle sullo stomaco e sul petto chiedendole se sentisse mai un certo disordine al ventre. Mia madre pudicamente gli aveva spiegato che si era innamorata e che spesso si sentiva strana, ma che non era quello il motivo della sua visita.- Non dubito che lei sia innamorata -aveva risposto il dottore- ma ha anche una bella ulcera.Immaginate l'orrore di mia madre. Si era data per colpa di un banale disturbo allo stomaco....Perciò stai attenta, perchè a volte quello che credi sia il cuore potrebbe rivelarsi in realtà un altro organo."(Jeannette Winterson, Non ci sono solo le arance)...quanto mi costerà tutto questo?Sto facendo confusione. Ho acceso cinque impianti hi-fi contemporaneamente, con cinque musiche diverse, a volume medio.Le musiche si sovrappongono. Non è solo rumore. Si distingue la presenza di cose diverse. Si distingue il singolare. Ma poi ci si perde nel plurale. Lo faccio consapevolmente. E' evidente che ho bisogno di questa confusione. E se poi in mezzo a tutto il rumore ritrovo la realtà, mi stupisco di quanto la fuga sia impossibile e di come la prepotente presenza dei corpi riporti tutto ad un senso.Visibile.Tangibile.Spiegabile.Inutile fare confusione e sperare di non sentire il male. Di non sentire.Il corpo c'è. Il corpo sa.Quando vedo e sento la realtà scopro che mi piace, scopro che sto bene....quanto mi costerà tutto questo?Mi costerà un battito? Mi costerà una memoria? Mi costerà lacrime?Non ho paura dell'intangibilità dei sentimenti, io, che sono tutta cuore e vorrei che ogni cosa fosse fatta d'amore.Mi costerà un dito, un braccio, una gamba? E perchè dovrei avere paura dei corpi, io, che uso il mio come un contorno entro cui infilare tutte le mie intangibilità?Mi costerà parole? Altri contorni da riempire, ne ho quante ne vuoi.Che cos'è una parola? Che cos'è un nome? Non è una mano, un braccio, una gamba, rinnega il tuo nome, legati al mio amore, e io non sarò più una CapuLETI.
Foto: Tracey Moffatt, 1989....quella sera non ti accorgeviche mentre dormiviio col mio corpo gaudenteti incastravo.ora aspettiamo un gamberetto.