Boutade

Post N° 107


Ecco l’estremo giorno dell’imparitàscrutato dalle vette inaccessibili di Sciziaterra desolata di piaghe terreneove catene più dure del diamantecinsero le solide membra del titanocui la stirpe mortale consacrò la fragilità sua.Luce, fuoco, fiore della forza origine di tutto,io non oso per violenza avvincere alla rocciacolui che con me fu generato nel bereshite non temette gli immondi castighi  di un mezzodio ripudiato che della sua libertà fa poteree regna nella morte, nel terrore, nell’oscurità.Prometeo, quanta pena al tuo patire,saccheggiasti i privilegi degli deiper offrirli a chi regna un solo giornoper alleviare questa stanca viltàper farne calore, conforto, presente inviolato da condanne e falsità.Doloroso è parlare, doloroso è tacere.Nere tuniche cinte di porporastrette da fibule d'oro e rubinipesanti corone sul capovisi smunti gobbe appuntitee seni di donne rinsecchitisussurrano parole di infelice vacuità.Vi fu un tempo in cui gli uomini erano fatti a immagine di Dio.Fedele come silice, Prometeo.Doloroso è parlare, doloroso è tacere.