Notturno

...dopo molti mesi


...e dopo molti mesi, sento ancora il peso dell'indegnità...come se non avessi il diritto di entrare in quella stanza, mettermi a fianco di quella pareti, con quella finestra, sempre aperta, su un cielo grigio che stamattina sento senza speranza, con quelle porte, vicino alle quali ho spesso fantasticato di accucciarmi.Mi sento indegna d' amore, -credo che neanche l'amor proprio possa avere lo stesso peso dell'amore di un altro essere.  Mi sento malata, zoppa, sofferente come una reduce di una battaglia, che torna stanca e disillusa, con addosso il peso della sconfitta poichè nulla di ciò che ho fatto, o sono stata, oppure ho detto, nessuna azione, parola, sogno o poesia, canzone  è servito per essersi vicino.A volte dentro quella stanza ho percepito di essere viva, ho sentito sprazzi di vita, a volte invece mi sento crollare, schiacciata dal tuo ruolo e dalla barricata dei silenzi che mi spinge a guardare altrove e dolorosamente avanti, schiacciata poi, sulla strada che mi riporta a casa, dalla mia incapacità di analizzare i sentimenti, dalla mia cecità, dal mio bisogno d'amore;  ma dimmi tu, che sei il medico della mia anima, sono analizzabili i sentimenti? Se ne fossi capace, se avessi l'abilità di distaccarmi freddamente dalle passioni non verrei più da te, sarei immersa nel mondo a guardare ciò che sono e ...gli altri...  per ciò che sono...Forse l'errore, la causa del dolore, è proprio l'usare i sentimenti e le passioni come sinonimi, invadendo con i moti del cuore il campo degli altri, mettendo a repentaglio i propri pensieri, in balia delle emozioni più violente e paradossalmente smettendo di viverle, allo stesso tempo, credendo di viverle.troppo è la nuova parola: sono troppo accesa dentro e spenta allo stesso tempo, sono troppo stanca,  sono stata troppo tenace, nel bisogno di fondermi, la paura di perdere, di staccarmi, di diventare una donna indipendente, vera, nella realtà, che vede e che si prende cura...