le vide

il tempo che mi devi


Prenditi tutto il tempo che mi deviè una scelta che devi faresenza pensareabbraccia il cambiamentooppure lasciati passaredall’altra parteil cielo è una ruggine che non viene viael’ultimo rintocco della campanacerca di propagarsi tra le nuvolein cerca del suonoche l’uomo che batte con il mento sulla terra vuole riprodurredopo averlo lusingato vanamentebraccato come un ladro per le collinee quando le sue dita hanno schivato la sua schienaquello si è girato e mostrava il tuo voltofisso nel tempola bocca apertain posa, come da fotografiaper uno scatto che non ho mai conservato,nell’istante indelebilein cui ti sei piegata, sussurrandomi all’orecchiole parole “ potrei essere qui per te ”e credo fermamente che lo stallo nella tua decisionesi fosse propagato, sulle sue ali malfermefino alla porta della canonicasorpreso il padre alle spallee dopo aver fatto il giro della sua testasteso le rughe di quella fronte ampiae aggiunto un tono di grigioricordandogli il giorno in cui aveva preso la sua decisionee tutto quello a cui doveva rinunciareha sospirato, per quel fragile cuore perdutoe dopo un’esitazione, infilata la chiave nella toppaha sprangato l’ingressogirandola finché il suono della punta che toccava echeggiando il blocconon lo ha riportato tra noial che non gli rimaneva altro che girare anche le spalleal suo presente, e a ciò che una scelta dolorosa comportae non lo hanno più dissuasole voci provenienti dalla canonicae la condanna della loro prigioneperché senza uno che si premuri di fare il lavorol’amore è solo una promessafatta di aria che percuote il fianco delle collineil luogo in cui tutti si ritrovanol’umanità che vive per inseguire fantasmipersone come te e meche non ci stanchiamo mai troppocome ladri nella nottesicuri che l’ultima parola non verrà mai dettae male che vada serberemo intatto l’onoreper quanto abbiamo di più caro,questa lontananza inesprimibileche nel silenzio ci mantiene unitibizzarro