le vide

senza titolo


Cosa sono questi segniche hai lasciato sulla paretesfumati come il respiro sui vetritutte le volte che hai pregato allafinestra, senza coloriun’impressione così indistintache si sposa con questo nero che tradisce le tue intenzionise solo parlassimo la stessa linguae ti potessi capire, quando fai cosìbattere questa strada, che non trovo segnataallora provo a riflettere, se mi raccolgoun istante potrei sorprendermihai usato il colore sulle tue unghiel’umore che stavo cercando nei cennidel capo e nel modo di esporre la schienaal mio sguardo quando sei alla finestraquanto umore è venuto via, con le dita, come se volessi strappare una mascheraquando ti sei girata e non ti ho riconosciutama è stato prima di tentare, prima cheimparassi a leggerti tra le righe di questaconversazione lasciata in sospeso.Le parole che hai lasciato non si trovanoin alcun indice, scorro le pagine d’aperturadel libro che raccoglie tutti i nostri sottintesile lingue perdute, anticamera del nostro codice dei sospiri, quando il nostro temposembra già passato e ciò che rimaneè suono a percuotere l’aria greve.Mi prende un senso di spossatezzaperché ho fatto della mia vita, del mio percorso un viaggio ininterrotto,come uno che si aspetti di riconoscerei suoni e le voci dei popoli, insieme all’aria che respirano nei luoghidove non sono stato, per poterli raccogliere e fartene dono al mio ritorno.Eppure, mi rendo contodi non avere mai lasciato questa casae le sue gelate costantineanche per un tragitto che comportila misura della tua strada con i miei passi.Non ho mai potuto lasciarti davveroperché sei sempre rimasta a quella finestrae ora che non so più parlarti, o leggere trale righe, riesco finalmente a segnarti col dito. bizzarro