le vide

songs from this new century


FIRST SONG C’è un paio di aliche pende dal mio braccio ferito Appeso all’anello ricurvo della portail viso di una ragazza ci mette un po' per sistemarsiaspetterà ancora un altro po'in attesa che qualcuno si fermia rifletterla Fuori della finestra trascorrono i colori degli incidentifinché uno spettro più luminoso e voracenon buca il lato migliore della copertina Guardi alla stanzacon occhi di bottoneil fiato che schiuma d’impotenzae le corde vocali che intonano le notedella più dolce acquiescenza La ragazza parla con la vocedi una sfera di cristallo, ed è lontanai tarocchi sono in bilicosul declivio del dondoloubriachi di vizio e segatura il peso delle responsabilitàmi rincorre sussurrandotra le pezze scucite del costume c’è una tigre che danzasul corpo di una miracolosadonna tatuata sulla cornicedi un acrilico c’è uno splendore soffusoche la polvere e gli anni nonlaveranno più finché avrò vocecustodito negli scaffalidove ho riposto i trucchi più interessantiintitolati al mistero delle originidella prima guerra tra supereroi io e te distratti da altre occupazioni,in realtà è un’esperienza nuovaguardare una stanza attraversoquesti occhima aggiungi il tuo paio ai mieie vedrai che potremo riscrivere tutto dall’inizio,meglio perché piacerà ad entrambi,noi due benedetti da una gloria che non ha nomeprigionieri di un’inquietudine   SECOND  Sia fatta la vitaquando la vita ritornaquesta strada che scende in salita  questo mistero che ci avvinceperché si dia una seconda occasionee non ci lasci prima del tempocolpiti a freddo come animali sul ciglio di un burroneo la vita che lasciamo spegnere, scambiandolaper un’infezionee invece una malattia dev’essereconfondere le stagioni perché avanzi del tempoperché si possa fare la cosa giusta anche domaniper far soffrire e poi riprendersiper correre imparando a tenere una matitae colpire con la punta, senza sanguesenza un gridolasciando qualcuno feritoa recitare in silenzioquesta preghiera per le verginiche serbano un figlio nel cuoree il nome del suo destino nel sangue e nei sospiri per questa carne e il suo martiriosia dolce come le mani che l’hanno accuditaprima di ritirarsi, coperte da un velosopra gli occhi e la virtù, lievi come neve per il cuore e il suo doloresia duro da masticare ma carezzevole come un battitolibero di fermarsi o di sgorgarelo stringeremo in un cerchio, a patire in due per la fantasia e la lucesiano compagne e madri di trapuntaleggere come pioggia, divise solo secondo melodiae non sulla carta dei giornali per i buoni sentimenti e i difettile imperfezioni e le piccole mancanzeciò che non viene e che rimarremo ad aspettare finché fa serasiano di conforto, quanto bastanoquando si affaccia l’illusione, e ti porge una maschera per coprirti per l’amore e le sue peneperché le valga tutte, anche quando scegliamo l’amore per evitarleper tutte le volte che diremo di sì senza una parolaper ogni pensiero speso in una stanzae per il silenzio che lo accompagna per i padri con un nomee una scadenzaperché la si possa amare e inseguiretoccarla e portarla più distanteper quello che danno e quello che tolgonoper la loro voce e per quando sono assentisoprattutto assenti, e dobbiamo consolarele madri ed essere più viciniper le opportunità e i ricordiper quando non saranno, senza essersene mai andatiper i sorrisi amari e gli occhi spentiperché ci credano fino alla fineper la dignità e il rispetto di sèper quella parte di mondo che mettono in circolo... qualcuno preferirebbe dire in moto per tutte le madriperché il mestiere non si improvvisae un’arte così difficile non si impara per i derelitti e i dimenticatiperché qualcuno creda e li troviperché non rivogliono indietro l’animapossiamo anche tenercelasolo occhiali con vetri rotti e un metro per segnarsi la vita  per i soli e gli schivatiperché gli rimanga da crederenell’attesa che si faccia la nostra parte per il lavoro e la distrazioneentrambi ci brucino vivi, ma solo di passionesconfinata come la nostra espressionecome la bellezza e il sentimento che ci fanno così piccoliansiosi di raccogliere questa mano, di avvertire la sua carezzadi giacere su una coperta, durante un abbracciolungo un sonno per le spose e gli angeli sulla loro coronaquella che porteranno al collo fino a serae smetteranno la mattinaperché si conservino bianchecome quando sono state immortalatee hanno promesso di andare, comunque vadaovunque ci porti, questo incrocio di lettere a sigillo per me e teper quando sarà, se è destinoalle mie condizionila prima dice: incontrerai qualcunoche non scoprirà nienteche non ti riguardiscrive degli incubi riuscitie non recita mai a soggetto per te padreperché anche tu hai bisogno di credereche possiamo dare vita a una promessache l’impegno non verrà mai menoche ci sforzeremo, se possiamo, se avremo la forzase l’amore ci sceglierào se saremo così saggida lasciarlo scegliere bizzarro