le vide

senza titolo


 L’altra sera hai dettoche saresti potuta finirefuori dalla porta, ed iocosì sorpresocon una mano a copriresfiorata da quel diluvio del mattinoaveva piovuto così tantoche le nuvole reduci pochese ne restavano in dispartecon il cuore trafitto, ferme ad aspettareche il fuoco le trovasse, e l’eco dei nostri sospiririverberasse confuso salendo a riempire quei vuotiil biglietto, confusodiceva: potrebbe esserela cordail coltellolo straripare di un fiumeimmergere la punta del piede, nel fiumesostenere il suo sguardotenendosi lontani, credendo di bararedi fare il nostro gioco,seguendo le tue regolel’ultima mano: potrebbe essereil fuoco che mi fa perdere la strada ho pensato al modo che avresti sceltoper andarteneho fatto del mio meglio, ma non voleva sapernedi andare, la sensazione che fosse tutto inutileogni parola detta, scritta, ogni mio versosterile, come i disperati che non possono avere figlie non avendo mai studiato scienzenon possono applicare le fortune del mondo al loro caso.Ora che ci penso: potrebbe essere stato questo, anzilo soripeto potrebbeil pensiero che noi saremmo finiticome quei disperati lìricordo le ultime parole dettefra noie la tua voce, suonava pressappoco: caro, non ricordi più di essere un dottore?Sono andato al fiumesulle mani avevo scritto i nomi del tuo elencoper non farmi cogliere impreparato, con te non si sta mai tranquilliho sospirato, aspettando che il cielo si oscurasse, da quella parte,poi, fermo sul ciglio della stradaad aspettare un segno, qualsiasi cosaun incidente, la voce di qualcuno alle mie spallee poi ti ho vistaquell’ombra così lunga che continuava ad allungarsisembravi una nota musicale che affretta il passo per evitare di spegnersied era quasi buffo pensarti lì distesaincapace come al solito di riconoscere il tuo limitecredendo che potessi essere così veloce da fare abbastanza in frettaprima che l’acqua potesse richiudersisu di tema non temeresono di nuovo qui, sono iocome tutti gli annidi questo giornoo forse è il contrariotendimi la manoho bisogno di qualcuno che mi attiriche mi voglia, che sia in attesami immergo fino alla punta delle ginocchialascio scivolare i gomiti, l’acqua mi accarezza le bracciae ricopre le maniil fiume si tinge di inchiostrofacendomi dimenticare tutti quei nomidevi essere qui, ad ogni costonon avremo un’altra possibilitàdevi essere tu, piccola mial’acqua mi arriva alla testaè facile e leggera come un sospirooh, devi essere senz’altro tu piccola mianon avremo un’altra possibilitàaspettami solo un altro po’, devo solo chiudere gli occhi Sono appena tornata a casae lui non c’ènon ha lasciato un bigliettosono preoccupataso bene cosa dovrei pensareil telefono è lìdevo solo tendere la manoma non voglioun tuono, poi la pioggiasembra che abbia fatto appena in tempoe lui?so cosa dovrei pensaremi siedo, lo osservofaccio quel numerodall’altra parte una voceè come un brutto taglio che riaffiorapensavi fosse solo la tua pelle, invece era tutta la tua vita Dottore? Credo che l’abbia rifattoè sceso nuovamente giù al fiumein cerca della nostra bambinanon riusciva a darsi pacemi dica che ritornerà, la pregodottorese non può farloalmeno può garantirmiche stanotte smetterà di piovere?bizzarro