semplicemente Anna

Oh mio Dio, ma cosa stà succedendo? Il sole dà alla testa?????


•Padre indagato per omicidio colposoPERUGIA - È successo ancora. Jacopo, 11 mesi, è morto come Elena dieci giorni fa, lasciato dal padre nella sua auto parcheggiata per ore sotto al sole di fronte al Club velico del Trasimeno dove l'uomo, un quarantenne del posto, lavora come una sorta di factotum. In una giornata assolata in cui la temperatura si è avvicinata ai 30 gradi. Quando si è accorto di lui era troppo tardi e i soccorsi sono stati inutili. Un tragico incidente per il quale a carico del padre del piccolo è stato ipotizzato il reato di omicidio colposo. Un atto dovuto in vista dell'autopsia che domani dovrà definitivamente chiarire le cause della morte. I genitori di Jacopo sono sotto choc e i carabinieri non li hanno ancora sentiti. Non è stato quindi accertato se l'uomo dovesse accompagnare il figlio all'asilo che frequentava da qualche tempo, come ipotizzato da alcune persone del posto. Per il resto la dinamica dei fatti è piuttosto chiara. Jacopo era l'unico figlio di Sergio, che al circolo nautico lavora ogni mattina dal martedì alla domenica come marinaio curando anche la struttura, e di Eva, psicologa di origini albanesi. Stamani la famiglia ha lasciato la casa nel centro di Passignano con il bambino sui sedili posteriori dell'Opel corsa nera del padre. L'uomo ha quindi accompagnato la moglie al lavoro e poi si è recato al club velico. Verso le 9-9.30, secondo la ricostruzione dei carabinieri del reparto operativo di Perugia e della compagnia di Città della Pieve coordinati dal sostituto procuratore Mario Formisano. Ha parcheggiato l'auto sotto al sole nel piazzale antistante il club quando il figlio era ancora sul seggiolino. Cosa sia successo in quei momenti non è ancora chiaro ma il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Carlo Corbinelli ha subito sottolineato come «si sia trattato di una tragica fatalità». È stato lo stesso padre - in base a quanto accertato dagli investigatori - a trovare il bambino verso le 12.30, dopo circa tre ore, quando si è recato all'auto per rientrare a casa. Ha tentato di soccorrere Jacopo e ha avvisato immediatamente il 118 e la moglie. «Abbiamo cercato di fare tutto il possibile per il piccolo e poi per sostenere fisicamente e psicologicamente i genitori» ha detto il coordinatore del servizio ambulanze dell'ospedale di Perugia, il dottor Paolo Doricchi. I soccorsi sono stati però vani. Arresto cardio-circolatorio causato da una prolungata esposizione ai raggi solari all'interno dell'auto del padre è la causa della morte ipotizzata dai carabinieri. A mettere un punto fermo sarà comunque l'autopsia disposta per domani dal magistrato che ha anche fatto sequestrare l'Opel corsa. Il corpo del piccolo è stato portato all'obitorio dell'ospedale di Perugia dove i genitori l'hanno potuto vedere per qualche attimo dopo essere stati assistiti al pronto soccorso. «Come ho fatto? Come è potuto succedere» le parole del padre mentre la moglie continuava a ripetere il nome del figlio. «Jacopo era il loro faro» ha detto sconvolto il presidente del circolo velico, Aurelio Forcignanò riferendosi ai genitori. Il padre aveva lasciato il paese per lavorare in Svizzera. Dopo essere tornato, con Eva aveva cominciato a ristrutturare la casa dei genitori. «Innamoratissimi, - li descrive ancora Forcignanò - una famiglia unita. Ben voluta al club, dove anche il bambino si vedeva spesso, e a Passignano al quale erano molto legati tanto da sposarsi nella chiesa di una delle piccole isole del Trasimeno. Sergio è adorato dai soci del club per la sua disponibilità e serietà. Davanti a un dramma simile ci sentiamo impotenti». Di un uomo disponibile e gentile parlano anche i clienti di due bar vicini al club velico dove sono subito comparsi i cartelli con scritto «chiuso per lutto». Una famiglia senza particolari problemi ha detto chi li conosce. La tragedia di Jacopo ricorda quella di Elena, la bambina di 22 mesi di Teramo morta dopo essere dimenticata per cinque ore nell'auto sotto il sole dal padre che doveva portarla all'asilo. Oggi, a Passignano sul Trasimeno, è successo ancora.