Lettori della Farmacia d’Epoca, inchinatevi di fronte ad un mostro sacro della farmacia italiana: la Magnesia San Pellegrino.La storia di questo prodotto è piuttosto curiosa, anche perché non è così lineare come ci si aspetterebbe.Infatti, la formula del farmaco non è stata ideata dalla S. Pellegrino, ma da due farmacisti torinesi: Armando Provera e Nestore Delù (dall’unione dei due cognomi si ottiene la parola “Prodel”).La Magnesia Prodel, così fu chiamata, continuò a essere commercializzata con questo nome fino alla fine del primo dopoguerra quando Enzo Granelli, il proprietario delle Terme di S. Pellegrino, decise di acquistare la formula, ma nonostante il cambio di proprietà del brevetto, la firma “Prodel” continuò a comparire sulla scatola del prodotto per molti anni, fino ad oggi.La Magnesia S. Pellegrino deve molto del suo successo alle massicce campagne pubblicitarie: le cartoline degli anni 40 illustrate da Cussino, le riduzioni dei libri celebri per i bambini, gli atlanti tascabili del periodo fascista, le figurine della collezione “animali sportivi” e gli immancabili coltellini a serramanico per “uccidere la stitichezza” sul nascere.Anche il prezzo era accessibile a tutti: una dose di Magnesia S. Pellegrino costava solo una lira e ciò permetteva anche alle classi meno abbienti di poter usufruirne.Ovviamente iniziarono anche a circolare delle imitazioni del prodotto, come per esempio la Magnesia S. Francesco, e così iniziarono anche le pubblicità con l’immancabile slogan: “Pretendere solo l’originale”.Ecco le foto della scatola: avanti e retro (spero che quest’ultima si legga)
Magnesia S. Pellegrino
Lettori della Farmacia d’Epoca, inchinatevi di fronte ad un mostro sacro della farmacia italiana: la Magnesia San Pellegrino.La storia di questo prodotto è piuttosto curiosa, anche perché non è così lineare come ci si aspetterebbe.Infatti, la formula del farmaco non è stata ideata dalla S. Pellegrino, ma da due farmacisti torinesi: Armando Provera e Nestore Delù (dall’unione dei due cognomi si ottiene la parola “Prodel”).La Magnesia Prodel, così fu chiamata, continuò a essere commercializzata con questo nome fino alla fine del primo dopoguerra quando Enzo Granelli, il proprietario delle Terme di S. Pellegrino, decise di acquistare la formula, ma nonostante il cambio di proprietà del brevetto, la firma “Prodel” continuò a comparire sulla scatola del prodotto per molti anni, fino ad oggi.La Magnesia S. Pellegrino deve molto del suo successo alle massicce campagne pubblicitarie: le cartoline degli anni 40 illustrate da Cussino, le riduzioni dei libri celebri per i bambini, gli atlanti tascabili del periodo fascista, le figurine della collezione “animali sportivi” e gli immancabili coltellini a serramanico per “uccidere la stitichezza” sul nascere.Anche il prezzo era accessibile a tutti: una dose di Magnesia S. Pellegrino costava solo una lira e ciò permetteva anche alle classi meno abbienti di poter usufruirne.Ovviamente iniziarono anche a circolare delle imitazioni del prodotto, come per esempio la Magnesia S. Francesco, e così iniziarono anche le pubblicità con l’immancabile slogan: “Pretendere solo l’originale”.Ecco le foto della scatola: avanti e retro (spero che quest’ultima si legga)