La farmacia d'epoca

Le Pasticche Santa Rosa


Dal momento che la stagione fredda sta incalzando, anche oggi vi propongo la scatola di un preparato per le malattie respiratorie: le Pasticche Santa Rosa. La patrona dei fiorai, infatti, non scherzava quando si trattava di combattere tossi, catarri, bronchiti, raffreddori e postumi d’influenza, e per compiere il miracolo della guarigione si affidava a sostante efficacissime. - Potassio solfoguaiacolato : espettorante utilizzato ancora oggi in una gran quantità di prodotti per la tosse.- Idrato di terpina :  espettorante ed umettante derivato dalla trementina, che come la progenitrice conserva una certa tossicità.- Oppio : sì, le Pasticche Santa Rosa contenevano oppio. Oggi noi consideriamo questa molecola come una droga, ma in passato era uno dei sedativi più diffusi, conosciuto già al tempo dei Sumeri. Il suo effetto sul corpo umano è dirompente, e già nell’Ottocento diversi chimici tentarono di trovare un rimpiazzo efficace. Uno di questi fu Felix Hoffmann, che circa undici giorni dopo aver sintetizzato l’aspirina, decise che era il momento di acetilare anche i derivati dell’oppio, sintetizzando l’eroina. Ma questa è un’altra storia.- Ipecacuana : la radice fornisce un succo che ha proprietà espettoranti ed emetiche.- Aconito :  estratto tossicissimo proveniente dalla pianta omonima, oltre ad avere proprietà antinevralgiche e sedative può causare senso di angoscia, indebolimento cardiaco, disturbi della vista e costrizione della gola. Ah, dimenticavo: bastano 6 mg per causare la morte di un uomo adulto.- Estratto di pino per il sapore Ecco la foto della scatola:
Misura 8 cm x 4 cm x 1 cm e risale agli anni Cinquanta / Sessanta del secolo scorso. Le Pasticche Santa Rosa erano prodotte dallo Stabilimento Farmacoterapico del Dott. Capri a Verona. La posologia raccomandava 3 – 6 pasticche per gli adulti e 2 - 4 per i bambini, da prenderere preferibilmente lontano dai pasti. Grazie per aver letto il post!