Quella di oggi è una curiosità perché solitamente non mi occupo di preparati veterinari, ma oggi ho intenzione di fare un’eccezione.In uno dei miei ultimi mercatini ho avuto l’occasione di acquistare un flaconcino di siero preventivo e curativo contro la diarrea, la poliartrite e la broncopolmonite degli agnelli e dei vitelli.Questo siero era prodotto dall’Istituto Sieroterapico Milanese “Serafino Belfanti”, che sicuramente ricorderete per il clamoroso crac patrimoniale avvenuto nel 1989.La storia dell’Istituto iniziò nel 1895, su volere dell’immunologo italiano Serafino Belfanti.Nonostante sia stato ampiamente dimenticato, il Sig. Belfanti ha compiuto diversi studi sulle malattie di origine batterica, quali la difterite e il tetano e sulla natura antigenica dei globuli rossi.L’ISM è rimasto per moltissimo tempo un eccellente polo di ricerca sempre all’avanguardia nella produzione di sieri e di vaccini, e il suo declino non fu dovuto ad una perdita di qualità nella ricerca, ma alla superficialità della sua gestione, che permise l’accumularsi di un passivo di 150 miliardi di lire.Ecco la foto del flacone:
Farmaci veterinari: il siero ISM
Quella di oggi è una curiosità perché solitamente non mi occupo di preparati veterinari, ma oggi ho intenzione di fare un’eccezione.In uno dei miei ultimi mercatini ho avuto l’occasione di acquistare un flaconcino di siero preventivo e curativo contro la diarrea, la poliartrite e la broncopolmonite degli agnelli e dei vitelli.Questo siero era prodotto dall’Istituto Sieroterapico Milanese “Serafino Belfanti”, che sicuramente ricorderete per il clamoroso crac patrimoniale avvenuto nel 1989.La storia dell’Istituto iniziò nel 1895, su volere dell’immunologo italiano Serafino Belfanti.Nonostante sia stato ampiamente dimenticato, il Sig. Belfanti ha compiuto diversi studi sulle malattie di origine batterica, quali la difterite e il tetano e sulla natura antigenica dei globuli rossi.L’ISM è rimasto per moltissimo tempo un eccellente polo di ricerca sempre all’avanguardia nella produzione di sieri e di vaccini, e il suo declino non fu dovuto ad una perdita di qualità nella ricerca, ma alla superficialità della sua gestione, che permise l’accumularsi di un passivo di 150 miliardi di lire.Ecco la foto del flacone: