La farmacia d'epoca

Pillole Pink


Questo post  riguarda un ricostituente di gran moda fino agli anni Cinquanta del secolo scorso: sto parlando delle Pillole Pink del Dott. Williams. Le Pillole Pink erano state create come un farmaco per sole donne, per tutti i mali che potevano affliggere l’organismo femminile, alcuni dei quali completamente assurdi, come per esempio l’irascibilità e il pallore. Se poi la donna era pallida ed irascibile la disgrazia era doppia. Fino agli anni Cinquanta i processi fisiologici femminili erano quasi un mistero: si era più sicuri della probabile anatomia degli alieni piuttosto che sull’utero e sul fatto che questo potesse ruotare in loco come una trottola. Detto questo, detto tutto. Le Pillole Pink ebbero un buon successo non solo nei Paesi di lingua anglosassone, ma anche in Italia, soprattutto per via del loro distributore per la penisola: la Manetti e Roberts di Firenze ( quella del Borotalco). Queste pillole avevano diversi ingredienti, per un prodotto finale che ha veramente del curioso: - Ferro solfato (solfato ferrico): ha proprietà astringenti e antiemorragiche. Se sovradosato può essere irritante. - Potassio carbonato: è l’antenato del lievito chimico. A livello farmaceutico non aveva grandi funzioni benefiche, tanto che oggi è stato declassato a “correttore di acidità”. La sua sigla è E501 - Potassio arsenito: non ci vuole molto per capire che questo sale derivato dall’acido arsenioso proprio bene non faceva. Infatti è tossico, cancerogeno e se preso in dosi adeguate può essere mortale. - Manganese perossido: non ha particolari proprietà curative. Va bene qualora lavoriate nel vetro o abbiate un “momento Neanderthal” e decidiate che quella caverna avrebbe proprio bisogno di una pittura rupestre. - Estratto di genziana: spesso viene utilizzato per aromatizzare liquori o amari. Non ci credete? Bevetevi un Aperol: il famoso aperitivo può vantare tra i suoi ingredienti anche la genziana. - Estratto di noce vomica: se il potassio arsenito non vi ammazzava, c’era la noce vomica. Dai semi si estrae la stricnina, uno dei veleni più potenti al Mondo. Non scrivo nemmeno che non faceva bene. - Aloe: finalmente qualcosa con una qualche proprietà curativa! Prima della messa al bando della fenolftaleina, l’aloe era un lassativo di nicchia. Ma nemmeno questa pianta tanto virtuosa non ha controindicazioni: è un abortivo. Escludo comunque che le Pillole Pink fossero un qualche “anticoncezionale”. Sviluppate in ambiente Inglese, fortemente moralizzato, tanto che la stessa Regina Vittoria non faceva uso di protezione alcuna, con alti tassi di sifilide e malattie sessualmente trasmissibili, non si sarebbe mai nemmeno lontanamente osato “concepire” un prodotto del genere. Se l’uomo vittoriano voleva darsi alla pazza gioia senza aumentare il numero dei figli da mantenere, poteva servirsi di circa 80.000 prostitute nel Regno Unito, di cui 8600 solo a Londra. - Amido di talco e zucchero: per dare corpo alla pastiglia e un sapore gradevole. In sostanza le Pillole Pink erano inutili, esattamente come erano inesistenti le malattie che dovevano curare. Ecco la foto del tubo:
Misura 6 cm x 1,9 e risale alla fine degli anni Quaranta / anni Cinquanta. Ogni tubo conteneva 36 pillole, da assumere dopo i pasti. Gli adulti dovevano assumere due pillole, i ragazzi dai 6 ai 12 mezza  e oltre i 12 una intera. Grazie per aver letto il post!