Ricordo di averla promessa, perciò eccovi una bella bottiglia ottocentesca, datata 1880 dell’Elisir all’Eucalipto dell’Abbazia delle Tre Fontane. Fondata presso la zona delle antiche Acque Salvie intorno alla metà del VI secolo, nel luogo dove la tradizione ritiene possa essere stato martirizzato l’Apostolo Paolo, fu dapprima dedicata a Sant’ Anastasio martire ed affidata in gestione a una comunità di monaci proveniente dall’Armenia. Costoro abitarono l’abbazia per quasi cent’anni, fino a che essa non fu quasi distrutta completamente da un incendio sulla fine dell’VIII secolo, e la sua ricostruzione non fu completata fino agli inizi dell’anno mille. Non era ancora stata posta l’ultima tegola del tetto che si accese una disputa su quale ordine dovesse occuparsi del monastero: da una parte i monaci Benedettini, dall’altra i Cistercensi, ma nonostante il volere di Papa Innocenzo II di affidare l’abbazia a questi ultimi, nulla si poté fare contro un male più grande, che albergava in quelle terre da tempo immemore: la malaria, che annualmente costringeva i monaci ad abbandonare le Tre Fontane durante i periodi estivi, alla volta del Castello di Nemi, considerato una zona più sicura. L’ abbazia continuò ad essere abitata fino al 1808, quando per volere di Napoleone Bonaparte furono soppressi tutti gli ordini monastici, e dopo la Restaurazione l’edificio era in uno stato di abbandono tale che nemmeno i Francescani Minori di San Sebastiano durarono a lungo. La vera svolta si ebbe nel 1868, quando grazie ad una cospicua donazione del Conte di Maumigny, si riuscì a racimolare il denaro necessario per rimettere in sesto l’abbazia, affidandola alle cure dei monaci Trappisti, i quali intrapresero delle serie opere di bonifica della zona, drenando l’acqua stagnante, luogo di nidificazione delle zanzare Anopheles, e riconvertendo i terreni a piantagioni di alberi di Eucalyptus, arrivando alla folle cifra di 125.000 piante. Che fare quindi con 125.000 alberi di Eucalyptus? Ciò che i monaci fanno meglio, cioè gli elisir benefici, e così nacque l’Elisir all’Eucalipto. La produzione iniziò nel 1873 e continua ancora oggi. L’Elisir era impiegato in caso di malattie da raffreddamento, tossi, catarri ed affini, per le proprietà antisettiche e febbrifughe della pianta, e a distanza di 133 anni possiede ancora una leggera fragranza di estratto di eucalipto.Ecco le foto della bottiglia:
L'Elisir all'Eucalipto dell'Abbazia delle Tre Fontane
Ricordo di averla promessa, perciò eccovi una bella bottiglia ottocentesca, datata 1880 dell’Elisir all’Eucalipto dell’Abbazia delle Tre Fontane. Fondata presso la zona delle antiche Acque Salvie intorno alla metà del VI secolo, nel luogo dove la tradizione ritiene possa essere stato martirizzato l’Apostolo Paolo, fu dapprima dedicata a Sant’ Anastasio martire ed affidata in gestione a una comunità di monaci proveniente dall’Armenia. Costoro abitarono l’abbazia per quasi cent’anni, fino a che essa non fu quasi distrutta completamente da un incendio sulla fine dell’VIII secolo, e la sua ricostruzione non fu completata fino agli inizi dell’anno mille. Non era ancora stata posta l’ultima tegola del tetto che si accese una disputa su quale ordine dovesse occuparsi del monastero: da una parte i monaci Benedettini, dall’altra i Cistercensi, ma nonostante il volere di Papa Innocenzo II di affidare l’abbazia a questi ultimi, nulla si poté fare contro un male più grande, che albergava in quelle terre da tempo immemore: la malaria, che annualmente costringeva i monaci ad abbandonare le Tre Fontane durante i periodi estivi, alla volta del Castello di Nemi, considerato una zona più sicura. L’ abbazia continuò ad essere abitata fino al 1808, quando per volere di Napoleone Bonaparte furono soppressi tutti gli ordini monastici, e dopo la Restaurazione l’edificio era in uno stato di abbandono tale che nemmeno i Francescani Minori di San Sebastiano durarono a lungo. La vera svolta si ebbe nel 1868, quando grazie ad una cospicua donazione del Conte di Maumigny, si riuscì a racimolare il denaro necessario per rimettere in sesto l’abbazia, affidandola alle cure dei monaci Trappisti, i quali intrapresero delle serie opere di bonifica della zona, drenando l’acqua stagnante, luogo di nidificazione delle zanzare Anopheles, e riconvertendo i terreni a piantagioni di alberi di Eucalyptus, arrivando alla folle cifra di 125.000 piante. Che fare quindi con 125.000 alberi di Eucalyptus? Ciò che i monaci fanno meglio, cioè gli elisir benefici, e così nacque l’Elisir all’Eucalipto. La produzione iniziò nel 1873 e continua ancora oggi. L’Elisir era impiegato in caso di malattie da raffreddamento, tossi, catarri ed affini, per le proprietà antisettiche e febbrifughe della pianta, e a distanza di 133 anni possiede ancora una leggera fragranza di estratto di eucalipto.Ecco le foto della bottiglia: