Oggi vi vorrei proporre un altro farmaco opoterapico, di cui probabilmente non avrete mai sentito parlare: il Mastal dell’Istituto Opoterapico Nazionale di Pisa. Nato nei primi anni del Novecento, l’Istituto era un polo all’avanguardia nello sviluppo di farmaci opoterapici, un campo in cui l’Italia ha sempre "brillato" in ritardo. Questa classe di medicinali aveva il fine di trattare le diverse patologie legate all’apparato endocrino, fornendo estratti ghiandolari contenenti gli ormoni non secreti dal corpo umano: volendo semplificare maggiormente il concetto si può vedere negli opoterapici gli “antenati” dei moderni trattamenti ormonali. Il Mastal, in particolare, era stato strutturato come un farmaco galattoforo, da somministrare alle donne in allattamento per aumentare la quantità di latte. Era a base di estratto liquido di ghiandola mammaria di vaccine gravide, e rispetto ad altri preparati contemporanei era considerabile realmente innovativo. Intorno all’inizio degli anni Trenta, infatti, iniziò a diffondersi la concezione che lo sviluppo delle ghiandole mammarie fosse in qualche modo correlato alla produzione di un “qualcosa” che veniva prodotto in seguito ad alcuni cambiamenti fisiologici nell’organismo femminile. Lo sviluppo e la regolazione delle ghiandole mammarie sono sottoposte all’opera di estrogeni e progesterone: i primi inducono un aumento della crescita dell’epitelio che riveste i dotti mammari, aumentando temporaneamente il volume del seno, mentre il secondo favorisce la crescita e la differenziazione degli acini dell’apparato dotto-lobulare, la cui funzione è appunto secernere il latte. Ovviamente nei primi anni Trenta, non erano disponibili conoscenze nel campo della fisiologia tali da individuare con precisione quali segnali molecolari intervenissero nel processo, quindi al posto dei singoli ormoni si preferiva somministrare l’estratto completo di ghiandola mammaria: probabilmente, alla fine il farmaco avrebbe combinato qualcosa. Ecco la foto della scatola:
Mastal
Oggi vi vorrei proporre un altro farmaco opoterapico, di cui probabilmente non avrete mai sentito parlare: il Mastal dell’Istituto Opoterapico Nazionale di Pisa. Nato nei primi anni del Novecento, l’Istituto era un polo all’avanguardia nello sviluppo di farmaci opoterapici, un campo in cui l’Italia ha sempre "brillato" in ritardo. Questa classe di medicinali aveva il fine di trattare le diverse patologie legate all’apparato endocrino, fornendo estratti ghiandolari contenenti gli ormoni non secreti dal corpo umano: volendo semplificare maggiormente il concetto si può vedere negli opoterapici gli “antenati” dei moderni trattamenti ormonali. Il Mastal, in particolare, era stato strutturato come un farmaco galattoforo, da somministrare alle donne in allattamento per aumentare la quantità di latte. Era a base di estratto liquido di ghiandola mammaria di vaccine gravide, e rispetto ad altri preparati contemporanei era considerabile realmente innovativo. Intorno all’inizio degli anni Trenta, infatti, iniziò a diffondersi la concezione che lo sviluppo delle ghiandole mammarie fosse in qualche modo correlato alla produzione di un “qualcosa” che veniva prodotto in seguito ad alcuni cambiamenti fisiologici nell’organismo femminile. Lo sviluppo e la regolazione delle ghiandole mammarie sono sottoposte all’opera di estrogeni e progesterone: i primi inducono un aumento della crescita dell’epitelio che riveste i dotti mammari, aumentando temporaneamente il volume del seno, mentre il secondo favorisce la crescita e la differenziazione degli acini dell’apparato dotto-lobulare, la cui funzione è appunto secernere il latte. Ovviamente nei primi anni Trenta, non erano disponibili conoscenze nel campo della fisiologia tali da individuare con precisione quali segnali molecolari intervenissero nel processo, quindi al posto dei singoli ormoni si preferiva somministrare l’estratto completo di ghiandola mammaria: probabilmente, alla fine il farmaco avrebbe combinato qualcosa. Ecco la foto della scatola: