La farmacia d'epoca

Iridal collirio


 Il collirio del post di oggi è uno di quei prodotti, sicuri, tranquilli, adatti a tutti, che non devono mai mancare nelle famiglie, ma non in quelle moderne, in quelle della prima metà del Novecento. Se un collirio del genere provasse anche solo lontanamente ed entrare nelle nostre case, state pur certi che provvederemmo a farlo uscire subito. Questo ritrovato made in anni venti, infatti, era a base di: - cloridrato di pilocarpina: è il sale ottenuto da cloro e pilocarpina, un alcaloide contenuto nella pianta Pilocarpus jaborandi. E’ impiegata in diversi colliri per il trattamento del glaucoma, è un potente colinergico ed è forse l’unico ingrediente sensato di questa preparazione galenica. -nitrato di stricnina: già dal 1824 (data di uno dei primi impieghi documentati in oftalmologia)  è una tra le componenti che “fanno fine e non impegnano”, onnipresenti nella farmacia di prima metà del Novecento. Inutile sottolineare che se non viene più utilizzata, un motivo ci sarà! - bromigina: con la curiosa parola ottenuta dalla fusione tra “bromo” e “hygieinos” (sano), era indicata una molecola di cui oggi non è più presente traccia sui formulari chimici: forse perché ci si è accorti che l’avvelenamento cronico da bromo (bromismo), con vertigini, torpore, deficit della memoria (mi sarò messo il collirio?) e allucinazioni non erano una bella cosa. - etilmorfenantrina: quale collirio può dirsi completo senza il derivato  della morfina, l’anestetico preferito da tutti fin dal 1804? - eritroxilina: se credete che la sola etilmorfenantrina sia poco anestetica, sicuramente si sentirà rassicurato dal fatto che il suo Iridal contenga anche eritroxilina, o cocaina. Mai più occhi così gonfi e rossi da riuscire a fermare il traffico! - borogliceride: antisettico milleusi della prima metà del Novecento. Era impiegato nella conservazione della carne, latte, burro e molluschi, prima di approdare in farmacia e diventare la base di molti colliri. -acqua: che dopo il nitrato di stricnina, la bromigina, l’etilmorfenantrina e l’eritroxilina, fa quasi strano vederla annoverata tra i componenti. Ecco la foto della scatola: 
  Misura 10,6 cm x 3,6 cm x 3,7 cm e risale agli anni Venti. La posologia raccomandava 2-3 gocce trevolte al giorno, per eliminare così la stanchezza, la debolezza, annebbiamenti, infiammazioni, occhi rossi, cataratta e tutte le malattie oculari dovute alla cattiva nutrizione e circolazione del sangue. L’Iridal era prodotto dal Cavalier Ufficial Enrico Piccinino, Dottore in farmacia del Regio Ospedale Oftalmico di Torino, nella vecchia sede di via Cernaia 44 ( oggi è in via Filippo Juvarra). Grazie per aver letto il post!