Spesso in passato alcune aziende alimentari hanno provato ad entrare nell’industria farmaceutica, e la Pietro Isnardi di Oneglia, quella dell’olio tanto per intenderci, non è stata da meno.Negli anni Trenta / Quaranta, infatti, aveva lanciato sul mercato un preparato antidiarroico chiamato Karcamir, che non è rimasto a lungo sul mercato. Fortunatamente.Questo ritrovato della scienza è sicuramente quanto di più efficace potesse offrire l’Italia dell’epoca, e la sua composizione è grande indicatore di come noi moderni non dobbiamo assolutamente rimpiangerla:-Fiori di Karkadé: deriva dal calice dell’Hibiscus sabdariffa, e oggi come allora era conosciuto per la sua proprietà di essere una valida tisana. Era diffusissimo in Italia negli anni Trenta perché in seguito alle sanzioni economiche dopo la guerra d'Etiopia il tè era divenuto molto costoso, e la risposta autarchica fu il karkadé.-Legno di campeggio: no, non è quello che state pensando. Nessun escursionista è stato privato dei paletti della tenda. Si tratta di corteccia di Haematoxylum campechianum, una pianta impiegata in passato nelle tinture, senza grandi proprietà farmacologiche.-Bacche di mirtillo: il mirtillo ha proprietà antiossidanti, peccato che per avere qualche beneficio occorra mangiarne a vagonate e non penso che 5 gr. riescano a sanare un intestino scombussolato.-Acido cloridrico al 25%: sì, qui capite bene, è HCl al 25%, fortunatamente solo XVII (17) gocce, il vero “motore” del Karcamir. -Acqua distillata: per diluire quanto sopra.Fortunatamente il flacone mette in guardia il paziente con importantissime avvertenze: “Durante la cura le orine assumono in generale un colorito rosso più p meno intenso. Il fenomeno non deve destare preoccupazione alcuna essendo dovuto al medicamento. L’eventuale deposito o sospensione nel liquido del flacone non pregiudica la bontà del prodotto: è comune in quasi tutti i prodotti vegetali”. Chiaramente due osservazioni che noi moderni giudicheremmo “l’ultimo dei problemi data la composizione del farmaco”.Ecco la foto del flacone:
Karcamir Isnardi
Spesso in passato alcune aziende alimentari hanno provato ad entrare nell’industria farmaceutica, e la Pietro Isnardi di Oneglia, quella dell’olio tanto per intenderci, non è stata da meno.Negli anni Trenta / Quaranta, infatti, aveva lanciato sul mercato un preparato antidiarroico chiamato Karcamir, che non è rimasto a lungo sul mercato. Fortunatamente.Questo ritrovato della scienza è sicuramente quanto di più efficace potesse offrire l’Italia dell’epoca, e la sua composizione è grande indicatore di come noi moderni non dobbiamo assolutamente rimpiangerla:-Fiori di Karkadé: deriva dal calice dell’Hibiscus sabdariffa, e oggi come allora era conosciuto per la sua proprietà di essere una valida tisana. Era diffusissimo in Italia negli anni Trenta perché in seguito alle sanzioni economiche dopo la guerra d'Etiopia il tè era divenuto molto costoso, e la risposta autarchica fu il karkadé.-Legno di campeggio: no, non è quello che state pensando. Nessun escursionista è stato privato dei paletti della tenda. Si tratta di corteccia di Haematoxylum campechianum, una pianta impiegata in passato nelle tinture, senza grandi proprietà farmacologiche.-Bacche di mirtillo: il mirtillo ha proprietà antiossidanti, peccato che per avere qualche beneficio occorra mangiarne a vagonate e non penso che 5 gr. riescano a sanare un intestino scombussolato.-Acido cloridrico al 25%: sì, qui capite bene, è HCl al 25%, fortunatamente solo XVII (17) gocce, il vero “motore” del Karcamir. -Acqua distillata: per diluire quanto sopra.Fortunatamente il flacone mette in guardia il paziente con importantissime avvertenze: “Durante la cura le orine assumono in generale un colorito rosso più p meno intenso. Il fenomeno non deve destare preoccupazione alcuna essendo dovuto al medicamento. L’eventuale deposito o sospensione nel liquido del flacone non pregiudica la bontà del prodotto: è comune in quasi tutti i prodotti vegetali”. Chiaramente due osservazioni che noi moderni giudicheremmo “l’ultimo dei problemi data la composizione del farmaco”.Ecco la foto del flacone: