La farmacia d'epoca

Glycerophosphate Robin


 Direttamente dagli anni Dieci del Novecento, eccovi il Glycerophosphate Granulé Robin. Per una volta ciò che distingue il prodotto non è tanto la sua composizione, poiché si tratta del classico ricostituente per nevrastenici ai glicerofosfati di sodio e di calce, completamente inutile dal punto di vista medico, ma molto in voga tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, ma l’accortezza con cui fu studiato il prodotto.Il Glycerophosphate Granulé fu uno dei primi farmaci a essere fornito di dosatore, ed in particolare un cucchiaio di alluminio che si andava ad incastrare lateralmente nella bottiglia. Cosa c’è di straordinario in tutto ciò? Semplice: le dosi erano standardizzate secondo quanto necessario dalla casa farmaceutica.  A differenza di quanto accade oggi, dove anche l’ultima confezione di sciroppo contiene il suo dosatore in plastica, all’epoca ci si regolava in “cucchiai” e “cucchiaini”, la cui dimensione della posata però variava da produttore a produttore, non garantendo uniformità. Certamente nel caso di un farmaco come il Glycerophosphate Granulé,  non ha molta importanza, ma il concetto introdotto dalla Robin è veramente moderno e degno di nota, perciò se trovate questi cucchiai di alluminio nei mercatini dell’antiquariato, acquistateli e andatene fieri!Ecco la foto della scatola e il dettaglio del flacone: 
Il cartone misura 14,3 cm x 6 cm x 4,7 cm, mentre il flacone in vetro 13 cm x 5,3 cm x 3,8 cm e risale agli anni Dieci del Novecento. La posologia prevedeva dai 2 ai 3 cucchiai per gli adulti, e 1-2 per i bambini, da assumersi in acqua o latte al momento dei pasti principali. Il tappo originale è in sughero e legno.Grazie per aver letto il post!