Avevamo parlato già del marchio Sanasma in passato, legandolo soprattutto ad una linea di preparati antiasmatici molto diffusi nelle farmacie degli anni Cinquanta / Sessanta, ebbene in uno dei miei ultimi mercatini sono riuscita a trovare la versione in “sigaretta” del prodotto. Ormai chi mi segue da tempo non si scandalizza più davanti alla contraddizione sigaretta e asma, ma esse da fine Ottocento ad oggi erano la normalità nel prevenire manifestazioni asmatiche. La composizione assomiglia a quelle della pastiglia: sono presenti stramonio, lobelia e belladonna , tre piante conosciute sia per i loro effetti collaterali spiacevoli (lo stramonio è allucinogeno, la lobelia dà assuefazione e la belladonna è tossica) sia per il fatto che provocano broncodilatazione e assopiscono i recettori muscarinici durante l’attacco d’asma. So che c’è uno schermo che ci separa, e non è possibile per voi percepirlo, ma dal momento che questo farmaco era molto diffuso vi potrebbe capitare di trovarne qualche scatola in giro ancora completa del suo contenuto e ben conservata. Se annusate le sigarette troverete un sentore di “menta”, infatti esse contenevano anche foglie di menta, eucalyptus, salvia e mirra. Nulla a che vedere con i disgustosi opoterapici o gli oli di fegato di merluzzo del primo Novecento, che hanno l’attenzione solo del gatto. Che dire, de gustibus non est disputandum. L’ultimo ingrediente che non è presente nella versione in pastiglia è il nitrato di potassio. Sì proprio quello che viene utilizzato come fertilizzante, ed è anche conosciuto come salnitro. Fortunatamente la quantità presente nelle sigarette è veramente piccola, altrimenti si rischiava di far saltare in aria la sigaretta. Un modo come un altro di smettere. Ecco la foto della scatola:
Sigarette Sanasma
Avevamo parlato già del marchio Sanasma in passato, legandolo soprattutto ad una linea di preparati antiasmatici molto diffusi nelle farmacie degli anni Cinquanta / Sessanta, ebbene in uno dei miei ultimi mercatini sono riuscita a trovare la versione in “sigaretta” del prodotto. Ormai chi mi segue da tempo non si scandalizza più davanti alla contraddizione sigaretta e asma, ma esse da fine Ottocento ad oggi erano la normalità nel prevenire manifestazioni asmatiche. La composizione assomiglia a quelle della pastiglia: sono presenti stramonio, lobelia e belladonna , tre piante conosciute sia per i loro effetti collaterali spiacevoli (lo stramonio è allucinogeno, la lobelia dà assuefazione e la belladonna è tossica) sia per il fatto che provocano broncodilatazione e assopiscono i recettori muscarinici durante l’attacco d’asma. So che c’è uno schermo che ci separa, e non è possibile per voi percepirlo, ma dal momento che questo farmaco era molto diffuso vi potrebbe capitare di trovarne qualche scatola in giro ancora completa del suo contenuto e ben conservata. Se annusate le sigarette troverete un sentore di “menta”, infatti esse contenevano anche foglie di menta, eucalyptus, salvia e mirra. Nulla a che vedere con i disgustosi opoterapici o gli oli di fegato di merluzzo del primo Novecento, che hanno l’attenzione solo del gatto. Che dire, de gustibus non est disputandum. L’ultimo ingrediente che non è presente nella versione in pastiglia è il nitrato di potassio. Sì proprio quello che viene utilizzato come fertilizzante, ed è anche conosciuto come salnitro. Fortunatamente la quantità presente nelle sigarette è veramente piccola, altrimenti si rischiava di far saltare in aria la sigaretta. Un modo come un altro di smettere. Ecco la foto della scatola: