La farmacia d'epoca

Pacchetto da Medicazione Grande Guerra


 
 6,3 cm x 5,1 cm 1,8 cm. Erano queste le misure del Pacchetto da Medicazione con cui i soldati impegnati al fronte durante la Prima Guerra Mondiale andavano all’assalto.Intendiamoci: il sogno di avere con sé uno strumento con cui tamponare le ferite da arma da fuoco, era antico quanto i primi archibugi, e infatti, l’idea non era sbagliata.La possibilità di tamponare immediatamente le ferite era una manovra che in molti casi poteva rivelarsi salvavita per il soldato colpito, il cui rischio più immediato era appunto quello di morire per emorragia prima di ricevere i soccorsi. Al minuto un fucile napoleonico o risorgimentale arrivava a sparare dai due ai cinque colpi, un numero di proiettili limitato, che giustificava la spesa per sviluppare il concetto di ”Pacchetto da Medicazione”. All’inizio del Novecento, infatti, quasi tutti gli eserciti europei si erano dotati di questo strumento, ossia, un semplice pacchetto di garza compressa, da distribuire alla truppa. Peccato che in pratica non fossero poi così utili.Durante la Prima Guerra Mondiale, infatti, con la comparsa sui campi di battaglia della mitragliatrice e dei mitra, il numero di colpi sparabili al minuto aumentò esponenzialmente, rendendo di fatto futile la presenza di questo oggetto. Il buon senso, avrebbe prescritto l’abolizione del pacchetto in funzione di un apparato sanitario al fronte, ma non fu così. Il Pacchetto da Medicazione, tanto agognato nell’Ottocento, rimase, ancorato saldamente da generali e capitani non all’altezza di quella che poteva definirsi la prima guerra “moderna”.Se da un lato la Prima Guerra Mondiale è un conflitto che aveva infranto tutti i record negativi possibili per l’epoca, scuotendo l’Europa fino alle fondamenta, è sorprendente come dal punto di vista sanitario rimanga una guerra ottocentesca, sia per dotazioni farmaceutiche sia per tecniche operatorie.Il Pacchetto in foto è datato 1915 ed era prodotto dalla Farmacia Centrale Militare di Torino. Era distribuito a tutti i soldati, indipendentemente dal reggimento o dalla dislocazione in battaglia.Nonostante siano trascorsi cent’anni dalla loro produzione, non sono affatto rari: se ne trovano ancora parecchi nei mercatini dell’antiquariato, insieme ai modelli della Seconda Guerra Mondiale. Questa abbondanza, infatti è proprio da imputare alla loro scarsa efficienza: difficilmente un soldato colpito da granata o con un arto crivellato da colpi sarebbe riuscito a trarre beneficio da un oggetto salvavita di così ridotte dimensioni. E alla fine non li ha usati nessuno.Grazie per aver letto il post!