Le pastiglie Valdolci, anche se prodotte dalla Pastival (la stessa delle Pastiglie Valda), furono poco apprezzate, sia in termini di vendite che di successo presso il pubblico. Eppure bisogna comunque ricordarle.Erano gli anni Cinquanta, e il boom economico stava facendo capolino anche in Italia. In questo periodo si assistette ad un aumento delle “variazioni sul tema” di farmaci famosi. “Con vitamina C”, “senza stricnina”, “arricchito di barbiturici”, e tanti altri claims commerciali, iniziarono ad affollare le scatole dei medicinali nati nella prima metà del Novecento, sintomo di consumatori che non si accontentavano più, e potevano permettersi il prodotto più costoso, ma maggiormente adatto alle loro esigenze.Le pastiglie Valdolci nacquero, infatti, per “le gole e i palati delicati dei bambini e delle donne” (cit. il retro della scatola), in modo che potessero combattere la gola secca, facilitare la respirazione, pulire l’alito e attenuare gli effetti del tabacco.Certamente destinare il prodotto ai bambini fumatori oppure alle donne che non reggono nemmeno una goccia di pino o una caramella frizzante, non è poi quella grande idea commerciale, ma le ragioni per cui le pastiglie Valdolci non sfondarono è molto più complessa.Nonostante la bontà del prodotto, in quanto la caramella era composta totalmente da estratti vegetali e balsamici di origine naturale, il pubblico degli anni Cinquanta aveva scoperto che con gli antibiotici il mal di gola passava in un giorno, e si rivolgeva con fiducia al mercato del “super – farmaco” che stava nascendo in quell’epoca. In fondo, chi aveva voglia di curarsi naturalmente, quando la Borocillina con una pastiglia ti guariva?Ecco la foto della scatola:
Pastiglie Valdolci
Le pastiglie Valdolci, anche se prodotte dalla Pastival (la stessa delle Pastiglie Valda), furono poco apprezzate, sia in termini di vendite che di successo presso il pubblico. Eppure bisogna comunque ricordarle.Erano gli anni Cinquanta, e il boom economico stava facendo capolino anche in Italia. In questo periodo si assistette ad un aumento delle “variazioni sul tema” di farmaci famosi. “Con vitamina C”, “senza stricnina”, “arricchito di barbiturici”, e tanti altri claims commerciali, iniziarono ad affollare le scatole dei medicinali nati nella prima metà del Novecento, sintomo di consumatori che non si accontentavano più, e potevano permettersi il prodotto più costoso, ma maggiormente adatto alle loro esigenze.Le pastiglie Valdolci nacquero, infatti, per “le gole e i palati delicati dei bambini e delle donne” (cit. il retro della scatola), in modo che potessero combattere la gola secca, facilitare la respirazione, pulire l’alito e attenuare gli effetti del tabacco.Certamente destinare il prodotto ai bambini fumatori oppure alle donne che non reggono nemmeno una goccia di pino o una caramella frizzante, non è poi quella grande idea commerciale, ma le ragioni per cui le pastiglie Valdolci non sfondarono è molto più complessa.Nonostante la bontà del prodotto, in quanto la caramella era composta totalmente da estratti vegetali e balsamici di origine naturale, il pubblico degli anni Cinquanta aveva scoperto che con gli antibiotici il mal di gola passava in un giorno, e si rivolgeva con fiducia al mercato del “super – farmaco” che stava nascendo in quell’epoca. In fondo, chi aveva voglia di curarsi naturalmente, quando la Borocillina con una pastiglia ti guariva?Ecco la foto della scatola: