Bene, si aprano le danze, da oggi il blog raggiunge il completo regime! Prima di iniziare, però devo ringraziare quelle 58 persone che sia volenti, sia nolenti, sono capitate nel mio blog. Non avrei mai pensato che un blog di questo genere potesse interessare qualcun'altro oltre ai collezionisti. Grazie di cuore.Ho deciso di partire con qualcosa che bene o male conoscono tutti, cioè l'arcifamosa crema Nivea. Tengo a precisare che, nonostante un cosmetico non sia un farmaco, come sostengono molti, io non condivido appieno questa distinzione di ruoli. Sono presenti sul mercato italiano dei preparati etichettati come cosmetici, della linea Pure della Garnier, che contengono l' acido salicilico, il quale è lo stesso principio attivo presente nell'Aspirina. Hanno concentrazioni diverse, ovvio, ma ciò che si spalma sulla pelle, penetra attraverso essa: gli esseri umani non hanno la cute di plastica!Chiusa parentesi di carattere esplicativo, che non voleva essere velenosa, in quanto i prodotti della Garnier sono ottimi, vi chiedo di andare in là con il tempo fino ai primi del Novecento ed analizzare la situazione delle creme.Le creme, sono sempre state uno dei composti più apprezzati, peccato che, come tutti i farmaci di origine naturale, tende a corrompersi (per non dire di peggio), limitando la conservazione a pochi mesi. In parole povere: assolutamente non commercializzabili.Nivea nacque alla Beiersdorf di Amburgo, in Germania, grazie alla geniale intuizione del Dr. Oscar Troplowitz , che decise di sperimentare una sostanza chiamata Eucerit, ottenuta da alcol di lanolina altamente purificato con un alto tasso di colesterolo, per ottenere una base per crema. Il risultato fu straordinario: non solo la crema si conservava a lungo, ma aveva anche un aspetto candido, come la neve, da cui deriva appunto Nivea.La prima latta di crema Nivea (per cui io sarei disposta ad uccidere), venne messa in commercio nel 1911, decretando il successo della casa farmaceutica tedesca, che inoltre produceva già nastri adesivi (da cui si genererà Tesafilm), gessi medici,rossetti (Labello) e fasce adesive, che si evolveranno nei cerotti (Hansaplast).Nel 1914 la Beiersdorf era una multinazionale che faceva affari con circa 34 paesi in tutto il mondo e ben il 42% delle sue vendite era generato all'estero. Purtroppo non durò molto: il colosso, in seguito alle Guerre mondiali, perse i diritti all'estero sui suoi prodotti, e solo nel 1997 riuscì a terminare la riacquisizione.Ecco, dopo tanto parlare, la foto della scatola in mio possesso:
Nivea
Bene, si aprano le danze, da oggi il blog raggiunge il completo regime! Prima di iniziare, però devo ringraziare quelle 58 persone che sia volenti, sia nolenti, sono capitate nel mio blog. Non avrei mai pensato che un blog di questo genere potesse interessare qualcun'altro oltre ai collezionisti. Grazie di cuore.Ho deciso di partire con qualcosa che bene o male conoscono tutti, cioè l'arcifamosa crema Nivea. Tengo a precisare che, nonostante un cosmetico non sia un farmaco, come sostengono molti, io non condivido appieno questa distinzione di ruoli. Sono presenti sul mercato italiano dei preparati etichettati come cosmetici, della linea Pure della Garnier, che contengono l' acido salicilico, il quale è lo stesso principio attivo presente nell'Aspirina. Hanno concentrazioni diverse, ovvio, ma ciò che si spalma sulla pelle, penetra attraverso essa: gli esseri umani non hanno la cute di plastica!Chiusa parentesi di carattere esplicativo, che non voleva essere velenosa, in quanto i prodotti della Garnier sono ottimi, vi chiedo di andare in là con il tempo fino ai primi del Novecento ed analizzare la situazione delle creme.Le creme, sono sempre state uno dei composti più apprezzati, peccato che, come tutti i farmaci di origine naturale, tende a corrompersi (per non dire di peggio), limitando la conservazione a pochi mesi. In parole povere: assolutamente non commercializzabili.Nivea nacque alla Beiersdorf di Amburgo, in Germania, grazie alla geniale intuizione del Dr. Oscar Troplowitz , che decise di sperimentare una sostanza chiamata Eucerit, ottenuta da alcol di lanolina altamente purificato con un alto tasso di colesterolo, per ottenere una base per crema. Il risultato fu straordinario: non solo la crema si conservava a lungo, ma aveva anche un aspetto candido, come la neve, da cui deriva appunto Nivea.La prima latta di crema Nivea (per cui io sarei disposta ad uccidere), venne messa in commercio nel 1911, decretando il successo della casa farmaceutica tedesca, che inoltre produceva già nastri adesivi (da cui si genererà Tesafilm), gessi medici,rossetti (Labello) e fasce adesive, che si evolveranno nei cerotti (Hansaplast).Nel 1914 la Beiersdorf era una multinazionale che faceva affari con circa 34 paesi in tutto il mondo e ben il 42% delle sue vendite era generato all'estero. Purtroppo non durò molto: il colosso, in seguito alle Guerre mondiali, perse i diritti all'estero sui suoi prodotti, e solo nel 1997 riuscì a terminare la riacquisizione.Ecco, dopo tanto parlare, la foto della scatola in mio possesso: