La farmacia d'epoca

Pomata ittiolo


Bene, altro giro, altro post. Lasciamo in pace i poveri francesi, e concentriamoci sul problema delle imperfezioni della pelle. Brufoli, acne, peli incarniti, cisti e stadi infiammatori (lievi) sono solo alcuni delle sventure che possono capitare alla pelle dell'adolescente medio italiano. Crescendo se ne vanno, oppure, nel caso di pelli miste, rimangono tutta la vita. (E' la dura verità, fatevi coraggio, ci sono dentro anch'io).In commercio, ci sono una miriade di prodotti per questi casi, ma purtroppo è difficile testarne l'efficacia. Avete presente tutti quei sondaggi alla "due donne su tre", "tre uomini su quattro", "nove lavatrici su dieci" etc, non servono ad un tubo quando si parla di pelle. Ciascuno di noi ha una pelle differente dagli altri, per quantità di collagene, tasso di melanociti, sebo prodotto, rigenerazione e mortalità cellulare, grandezza dei pori, perciò a volte quando che ci viene detto che un cosmetico per la pulizia della pelle è efficace, potrebbe non esserlo anche nel nostro caso. Quelli che chiamiamo brufoli, in realtà non sono né più né meno di colture batteriche che crescono su di noi ( nel caso dell'acne il responsabile è il Propionibacterium acneis, un procariote fermentante), perciò, il modo migliore per limitare o evitare la formazione degli stessi, è abbassare la carica batterica sulla nostra pelle.Ed è qui che entra in gioco l'ittiolo.La pomata a base di ittiolo, è uno tra i più antichi disinfettanti naturali. Dall'aspetto è decisamente disgustosa: marroncino tendente al nero, dall'odore di catrame; ma è uno tra i prodotti più indicati nei casi di acne, e garantisce una buona efficacia su tutti i tipi di pelle. (Detto così sembra che i produttori di questa pomata mi abbiano pagato, ma in realtà, io mi baso sui fatti. Puzza terribilmente ma è maledettamente efficace. Non ci posso fare nulla)Non ha particolari controindicazioni, se non in soggetti con ipersensibilità verso l'ittiolo, cioè allergici, e finora si è dimostrato non essere cancerogeno o mutageno.Viene estratto da depositi di scisti bituminosi chiari ad alto contenuto di resti fossili marini, non utilizzato così com'è, ci mancherebbe, ma subisce una distillazione a secco e una seguente solfonazione e ammoniazione. La sigla dell'ittiolo è PSSO, cioè pale sulfonates shale oil, ma in farmacia si dovrebbero trovare dei tubi marchiati semplicemente "ittiolo".Finito lo spiegone biochimico, ecco la scatola:
Ha il diametro di 5,5 cm, ed era commercializzata dai Laboratori Farmaceutici Salernitani, di cui non possiedo alcuna informazione. E' conservata decisamente bene, anche gli interni sono sani e puliti. Il contenuto è la classica pomata di ittiolo su base di glicerina, che si può trovare in commercio ancora oggi. Per quanto riguarda la datazione penso oscilli tra gli anni 50/60, non settanta perchè in questi anni erano già presenti sul mercato altri disinfettanti di origine chimica più forti rispetto all'ittiolo.La delicatezza è la caratteristica che rende il PSSO così indicato per tutti i tipi di pelle. Se un prodotto dermatologico è troppo aggressivo, danneggia la pelle rendendola secca, costringendo i pori a produrre un'enorme quantità di sebo, per la gioia dei batteri che potranno crescere più grandi e più in salute, rimanedo lì in secula seculorum.Ricordate che la pomata all'ittiolo è un farmaco, e come tale va usato senza esagerare!Grazie per l'attenzione!