Al mio Angelo....

Un giorno di primavera....


Pescara, Ospedale Spirito Santo, un giorno di primavera, l'odore del mare dentro, il vento tra i capelli come a voler rimescolare i pensieri, ho il cuore stretto in una morsa, dove andrò dovrò sorridere, anche se ho voglia di gridare il mio dolore al cielo, invece come un clown dovrò rinchiudere il dolore in una cassaforte colorata.Entro attraverso una grande vetrata, due occhi neri mi fissano come per dirmi... ti aspettavo. Inizia a parlarmi con i suoi grandi occhioni, non ha bisogno di parlare anche perché se volesse non potrebbe farlo, non lo ha mai fatto, mi avvicino a lei, mi prende la mano facendomi capire che devo prenderla tra le mie braccia; quel dolce peso mi emoziona, inizio a percorrere un lungo corridoio con lei evidentemente spaventata, mi guarda, io le sorrido rassicurandola, si aggrappa sempre più al mio collo che lentamente si bagna di una sua lacrima, ho il cuore in gola, malinconia e tristezza si impadroniscono di me, ma non posso farla spaventare, non posso trasmetterle la mia angoscia, da una tasca tiro fuori un piccolo rossetto, mi disegno il viso come un clown, le dico "guardami piccola", le sorrido e, seppure con una stretta al cuore, le faccio una smorfia divertente; ecco ora la piccola sorride, no ride proprio, mi dà un bacino sul naso, la sua paura svanisce dimenticandosi di quel camice bianco e di quel che rappresenta: sofferenza e dolore, una piccola vita che forse non ci sarà più.Era un giorno di primavera, un giorno in cui mi sono persa in due occhioni, un giorno in cui ho perso un pezzo del mio cuore