Inferno XXVI

Però adesso, cosa devo essere?


 Io vorrei essere bambinaper accoppiare le nubi a distanza(alte claudicanti della forma), per giungere all’allegria delle piccole cosee domandare,come chi non lo conosce,il colore delle foglie.Com’era? Per ignorare ciò che è verde,il verde mare,la risposta salubre del tramonto in ritirata,il timido gocciolare degli astrisul muro del vicino. Essere la bambinache cadeva d’improvvisodentro un treno con angeli,che arrivavano così, in vacanza,a correre brevemente tra le uve,o attraverso notturnifuggiti da altre nottidi geometrie più alte. Però adesso, che cosa devo essere?Se mi sono nati questi occhi così grandie questi chiari desideri di sbieco. Como potrò essere oraquella che voglio iobambina di verdi,bambina vinta di contemplazioniche cade da se stessa rosea ... se mi dolse moltissimo direper raggiungere nuovamente la parolache fuggiva,saetta scappata dalla mia carne, e mi ha addolorato molto amare a tratti,impenitente e solae parlare di cose incompiute,tinte cose di bimbi,di candore dissimulato,o di semplici apiaggiogate a tristi rosari. O essere colma di questi scattiche mi cambiano il mondo a grande distanza. Come potrò essere ora,bambina in tumulto,forma mutevole e pura,o semplicemente, bambina alla leggera,divergente in colorie adatta per l’addioin ogni momento.