LE PAROLE

le due di notte e piove


.......Rimango ferma a guardare il buio e la notte senza risposta.E stanotte lo annuso nell’aria l’odore primario dell’inverno che verrà e spalanca porte di memoria che mi è dolce aprire. Assomigliano a fotografie, quelle un po’ datate, sbiadite per essere state per troppo tempo appese con una puntina al muro della cucina e stropicciate negli angoli per essere state girate e guardate troppe volte. Poi arriva il collegamento istantaneo alla realtà, all’oggi che ancora non è ieri e che non riesco a guardare col sereno distacco della lontananza. È che non è facile capire da che parte iniziare a sputare fuori veleno e marciume per depurarmi la mente. Ed allora vado a casaccio, il primo pensiero è quello giusto. E il mio primo pensiero è il figlio. Positivo e rincuorante. Sono fortunata che non è solo bello, sano e forte, è onesto, pulito, corretto fino alla paranoia.Forse troppo sensibile per questo mondo di nulla e di immagini, e forse avrà a soffrire nello scontro inevitabile con modi e metodi che non approva. Ma che importa. Ho sempre pensato che il riuscire a guardarsi allo specchio vedendo negli occhi proprio quello che voglio vedere è il privilegio che mi dà il vivere secondo i parametri che mi sono data. E non è che siano così strani e difficili. Tre parole che con tutta me stessa cerco di mettere in ogni cosa che faccio.Sincerità.Rispetto.Libertà.Il mio “male d’essere” di questo periodo è non riuscire a vivere con queste tre parole, non le sento intorno a me, non le vedo brillare negli spazi che mi separano dall’altro, mi sento come fossi impigliata in una rete a maglie strette formata da tutto quello che è all’opposto del mio stare bene, mi manca spazio e aria e non riesco nello specchio a vedere il mio viso, c’è il vapore dei mali pensieri che conosco bene e non riesco a scacciare, dentro brillo e trovo in angoli inconsueti gli spazi luminosi delle cose belle e buone e mi ci aggrappo come avessi paura di affogare, ma sono solo attimi e li uso con parsimonia per paura che si spengano anche loro, li uso di notte per addormentarmi e costruisco un pezzettino per notte la casa sul mare dove vorrò vivere e le passeggiate con il mio cane sulla riva di un mare d’inverno così colorato di azzurri da crederlo una cartolina, per il resto il grigio dell’incertezza avvolge le mie giornate, non sono certa più di nulla, ma non sono i sani dubbi che hanno accompagnato i miei passi in questi ultimi anni, quei bellissimi dubbi colorati di allegrezza che erano il mio orgoglio, questa è l’indeterminatezza pesante e tetra del non sapere più dove sono i confini tra sincerità e menzogna, tra rispetto e menefreghismo, tra libertà e dovere. Il silenzio diventa sofferenza e solitudine.Piove, e il rumore dell’acqua si appoggia con dolcezza sulla notte...Glenn Gould esegue "Variazioni Goldberg 1 - 7"    ..