LE PAROLE

Post N° 267


E non stare lì in quell’angolo buio, già sei vestita tutta di nero e con la faccia scura, amica Insonnia, e poi borbotti come quelle donnette che vanno alla prima messa del mattino e biascicano litanie incomprensibili con l’alito puzzolente di caffè mal digerito. E cazzo se ti ho visto, ti vedo sempre quando arrivi con i tuoi passi silenziosi e ti metti in quell’angolo. Come? Non ti saluto mai e non ti parlo? Hai ragione, faccio finta di non vederti così spero di riuscire a dormire, ma tanto non ci riesco ed allora stanotte vieni qui. Facciamo che questa inutile notte di veglia diventi almeno una notte in cui ci parliamo. Perché non vuoi sederti qui sul letto di fianco a me? C’è troppa luce dici e tu ami il buio e l’ombra. Allora sai che facciamo accendiamo tutte le luci in casa e ci sediamo in cucina. Due bicchieri e la bottiglia d’acqua fredda. No, il vino stanotte no. Domani devo lavorare e avrò già il rincoglionimento del non  dormire che non voglio anche quello del vino. Ecco. Non fare la faccia schifata che già sono schifata io, cara Insonnia. Siamo sedute, una di fronte all’altra. Non stare zitta che se sei venuta da me stanotte un motivo l’avevi. Sì, è vero, dici giusto sono incazzata, ma non come credi tu, non con gli altri. Gli altri non mi hanno fatto nulla. Anzi sono buoni e comprensivi con me. Sono incazzata con me stessa. Con quella me stessa che crede in quello che fa e ci crede così tanto che vedere certe cose mi è sembrato come se mi dessero un pugno nello stomaco. Sono pentita di aver mandato le mie parole, di cui sono stupidamente gelosa, in un sito dove si azzannano come jene schizofreniche per accalappiare voti. Sembrano un branco di bestie feroci che lotta per una carogna puzzolente. E sui loro blog si insultano che i carrettieri toscani al loro confronto sembrano chierichetti. Non mi piace. Non mi piace. Non mi piace. Non fa parte del mio modo di essere. Questa è spazzatura che non tollero. Come? Mi chiedi e allora che vuoi fare? Non voglio vincere e mi amareggia aver partecipato. Perché li giustifichi? Non ci riesco. Non deve esserci acrimonia o invidia. Sai come la penso sul blog. Un posto dove metto dei pezzi di me. Per me e per chi vuole leggere. Ma soprattutto per me. E adesso lo so che andrò avanti tutta notte a macerarmi nella testa questa rabbia e poi scivolerò verso quell’altra, quella vera e profonda. Non scuotere la testa che è colpa tua stanotte se vado scavando dentro di me il dolore antico. Così tiriamo l’alba. Tu con quell’aria da sotuttoio ed io con il puzzle delle mie incertezze che non riesco ad incastrare i pezzi. Non borbottare che non capisco quello che dici. Ah! Sono stupida e hai pure ragione. Sono quasi le cinque te ne vai? Ciao e la prossima notte parleremo di quell’altro che volutamente accantono.