LE PAROLE

Post N° 271


Cambio pelle.Sento freddo. Sta cambiando la stagione e me lo sento nella pelle che non è più tesa e liscia ad accogliere il sole dell’estate. Bella l’estate. Sto bene d‘estate. L’unica stagione in cui muovermi non è fatica e scivolo veloce tra l’erba asciutta senza nessun rumore. La terra è calda e scalda. Cercare cibo è semplice come respirare e respiro bene, senza affanno. Resto ferma per giornate intere tra i sassi, senza paure e la notte è solo uno spazio più scuro per addormentarmi nella sabbia tiepida sulla riva del fiume, arrotolata e con la testa sotto la coda. La mia pelle ha il colore dei sassi e nessuno mi può vedere. Nemmeno l’aquila che mi vola sopra indifferente. Il calore mi traccia le strade e le seguo. La mia fame si sazia con il corpo caldo degli stupidi animaletti che corrono alla ricerca delle scorte per l’inverno. Vengono loro da me e nemmeno si rendono conto di morire nel mio stomaco.Mi accorgo dello sciogliersi lento dentro di me dei loro piccoli corpi e della vita che con la loro morte mi trasmettono. In quel momento provo una pulsione strana, come avessi voglia di sputare fuori quel boccone già quasi digerito. È vergogna di quello che ho fatto mescolato all'orgoglio di averlo dovuto fare. Ogni volta mi succede ed ogni volta che mi succede ho paura. Chiudo gli occhi e il naso. Non voglio sentire più nulla. Voglio nascondermi a me stessa. Voglio non esistere. Sono indifesa in quei momenti e l’uomo può schiacciarmi sotto il tacco della sua scarpa e me ne accorgerei solo dallo scricchiolio delle mie ossa che si spezzano. È solo un attimo. Poi torno attenta e sicura e la mia paura svanisce, faccio paura. L’estate è breve, troppo poco tempo per essere felici di esistere. Dopo arriva il giorno troppo corto e la notte troppo lunga e la ricerca di cibo estenua il mio lento strisciare. Ormai sento freddo. La mia pelle si sta screpolando e si spezza. Mi fa male. Cambia colore e mi rende visibile perfino agli stupidi animaletti che scappano più veloci di me. Mi muovo a fatica e striscio a scatti, in diagonale sul terreno duro dove l’erba non è altro che mucchietti di umido marcio. Nemmeno la sabbia mi è amica che diventa gelida e scortica la mia pelle inaridita e rotta.Striscio lenta, segnando il mio cammino con questi pezzi di pelle che si staccano.Devo cercare tra i sassi un nascondiglio per far cadere la mia pelle vecchia ed aspettare che rinasca quella nuova. Un posto sicuro che sono preda facile di tutti adesso. Cambio pelle.(AC/DC - Hell's Bells)