LE PAROLE

Post N° 315


Sarà per lunga consuetudine che ritorno con la mente a te. Brandelli di memorie dolci come le sere dai tramonti lenti come lenti erano i nostri passi intorno alla casa. La tua voce bassa e calma nelle parole del racconto della giornata e la mia risata soffocata nel tuo collo, tra l’orecchio e la spalla ad annusare l’odore sconosciuto delle tue ore passate lontano da me. Nelle mani le tue mani e intrecciate le dita nel gesto che fin dalla prima volta era come se fosse da sempre e sempre era sempre per sempre e davvero per sempre e ci credevo con la fede cieca della verità.Nessun dubbio. C’era l’evidenza della pelle sulla pelle, del tuo odore che sapeva di me, dei miei capelli nella tua mano, della tua carne nella mia bocca.Non c’è inganno, né menzogna nel trovare la parte migliore di me dentro di te. E tu dentro di me non avevi pudore dell’eccesso, ero e basta. Per te tutto. Il tutto che era mondo e confine, delimitava gli spazi e i tempi e non esisteva altro che il noi. Prendimi in questo angolo di buio come lo facevi in piena luce, nel giorno sfolgorante, nell’aria aperta, nelle domeniche di lenzuola e macchie di caffè, nella risata tra la lingua e le labbra. Tienimi stretta nell’abbraccio che allontanava il terrore, tra le braccia come fossero lo scudo contro il male che troppo si avvicinava. Quiete e follia, coagulate insieme dalla passione che resta dove è sempre stata a rammentare che il silenzio non basta a farla tacere. Urla come un tempo, con più forza e rabbia, anche se fai finta di non sentirla, anche se ascoltandola ne ho paura. Lasciami stare raggomitolata addosso al tuo corpo grande e caldo, ascoltando i nostri respiri affannati e i battiti impazziti dei nostri cuori. Sarà che mi manchi.L'immagine è un quadro di Marisa Bigongiari "Donna Pianeta Acqua"