Lui era sempre seduto sullo stesso gradino della stessa uscita della stessa fermata della metropolitana e per Elisabetta era più o meno alla stessa ora, quella in cui usciva dall’ufficio e poi arrivava al capolinea, dove prendeva un autobus per arrivare fino a casa. Lui non chiedeva elemosina e nessuno gliene faceva. Non parlava e quasi non si muoveva. D’inverno si avvolgeva in una coperta grigia, d’estate indossava una maglietta con le maniche lunghe, grigia anch’essa, e non capivi se il grigio era un colore oppure un non colore dovuto all’uso e alla trascuratezza. Lui aveva radi capelli biondi, stranamente soffici e puliti, che stonavano sul viso scarno, scurito dalla barba e dai segni dei brutti tempi passati. Elisabetta non ricordava da quando quella figura rannicchiata sul gradino e con le spalle appoggiate al muro era entrata nella sua vita come una delle tante abitudini con cui riempiva la sua giornata per avere certezza di sé. Elisabetta non ricordava, però sapeva che per cinque giorni alla settimana l’avrebbe visto e poi di nuovo al lunedì. Elisabetta non ricordava da quando aveva incrociato lo sguardo sconosciuto ed aveva visto il colore chiaro dei suoi occhi.
Post N° 343
Lui era sempre seduto sullo stesso gradino della stessa uscita della stessa fermata della metropolitana e per Elisabetta era più o meno alla stessa ora, quella in cui usciva dall’ufficio e poi arrivava al capolinea, dove prendeva un autobus per arrivare fino a casa. Lui non chiedeva elemosina e nessuno gliene faceva. Non parlava e quasi non si muoveva. D’inverno si avvolgeva in una coperta grigia, d’estate indossava una maglietta con le maniche lunghe, grigia anch’essa, e non capivi se il grigio era un colore oppure un non colore dovuto all’uso e alla trascuratezza. Lui aveva radi capelli biondi, stranamente soffici e puliti, che stonavano sul viso scarno, scurito dalla barba e dai segni dei brutti tempi passati. Elisabetta non ricordava da quando quella figura rannicchiata sul gradino e con le spalle appoggiate al muro era entrata nella sua vita come una delle tante abitudini con cui riempiva la sua giornata per avere certezza di sé. Elisabetta non ricordava, però sapeva che per cinque giorni alla settimana l’avrebbe visto e poi di nuovo al lunedì. Elisabetta non ricordava da quando aveva incrociato lo sguardo sconosciuto ed aveva visto il colore chiaro dei suoi occhi.