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Che anche nella più delirante delle fantasie il bianco su cui scrivo sia la mia verità.

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Post N° 251

Post n°251 pubblicato il 14 Agosto 2006 da liberante
 
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Commenti al Post:
liberante
liberante il 14/08/06 alle 12:30 via WEB
Non so che altra parola usare. Ansia e angoscia sono più definitive. Inquietudine è sottile, strisciante, una bava di vento. Si infila sotto la pelle senza nessuna avvisaglia, dal basso, dai piedi, sale lungo le gambe, come un fastidio leggero, un prurito che non vale nemmeno la pena grattare. Me ne accorgo quando ormai sta dilagando nello stomaco e mi affanna il respiro. Inquietudine. Guardando il cielo opaco di nuvole più scure della notte e di poche stelle, mi sento così fuori posto da avere la tentazione di voltarmi indietro per vedere se c’è ancora la mia ombra. Non sono più io quella che guarda nella notte facendo domande impossibili. Non sono io. È quell’altra che occupa il mio spazio e tiene al guinzaglio la mia ombra, altrimenti fuggirebbe per tornare da me. Lei, l’altra me, chiede con voce muta il significato di questo spazio, di questo tempo. Perché i gomiti si appoggiano sul davanzale di marmo e ne percepiscono il freddo e perché qui e ora e non nel 1791? Lei, l’altra me, è corpo, ossa, muscoli, ricordi, pensieri, emozioni, occhi blu, nel 2006, ma potrebbe essere altro? Essere animale? Corvo o civetta, volo notturno, radente a cercare una preda e mangiarla ancora viva e pulsante di rosso sangue caldo. Oppure albero? Quercia di mille anni ferma nella stessa terra e i rami verso lo stesso cielo, radici nodose annodate ai grumi della terra, humus e casa, che tutto accoglie e trasforma. Perché essere umano? Perché donna? Perché io? Lo stomaco si contorce e il cuore perde un battito. Lei, l’altra me, si sovrappone a me, con inquietudine. Lo spazio cambia dimensione. Si allarga. Diventa tutto. I luoghi dove sto, le mie cose conosciute diventano un punto su una mappa sconosciuta. L’immenso mi aggredisce con mani cattive, mi scuote le spalle, appallottola in un insignificante cartoccio le mie vuote inutili stupide rabbie, il mio dolore, la mia felicità. MIO? di mio nulla ho. Questo inquietante spazio infinito è la mia inquietudine. Lo sguardo spaventato e confuso si perde in quel nulla pieno di tutto ciò che non so immaginare oltre l’infinito. Inquietudine è non sapere se il minimo mondo che vivo è l’unico mondo possibile. Inquietudine è la follia quando mi vedo così microscopico agglomerato di cellule che possono non esistere più all’improvviso se venisse a mancare la loro coesione. Inquietudine. Non è più un piccolo, appena percepibile graffietto, ma penetrante lacerazione tra me e me stessa. Cerco con occhi sconcertati una conferma al mio esistere qui e ora. C’è solo l’ombra attaccata ai miei piedi. Inquietudine.
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vita1954c
vita1954c il 16/08/06 alle 08:01 via WEB
Ognuno di noi è diviso a metà (credo) ed è per questo che siamo invasi da dubbi e non certezze delle azioni che commettiamo....certo che la tua spiegazione a dir poco è davvero grande, come te. Un abbraccio. Carla
(Rispondi)
 
 
neromarte_4
neromarte_4 il 17/08/06 alle 16:55 via WEB
l'inquietudine è con me costantemente...
(Rispondi)
 
eatcafe
eatcafe il 14/08/06 alle 23:25 via WEB
Sei magia... un abbraccio
(Rispondi)
 
Traiettorie_Mentali
Traiettorie_Mentali il 15/08/06 alle 20:34 via WEB
nei miei preferiti sei linkata "magica", vedi che ho intuito? ^__*
(Rispondi)
 
GrandeVolo
GrandeVolo il 16/08/06 alle 01:24 via WEB
Ciao cara amica...sempre lieta di leggere la tua anima, in un certo senso sei mitica sai? :-)...un sorriso a te ed un abbraccio in...Volo.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/08/06 alle 10:50 via WEB
Sono qui a leggerti.... non ci sono prole da dire ma solo emozioni condivise ... GRAZIE
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/08/06 alle 10:57 via WEB
..... ! se l'anima potesse parlare userebbe le tue parole e la voce che sentiremmo sarebbe la tua ... Grazie per la buona giornata che vedo iniziare dopo aver letto il tuo pensiero .
(Rispondi)
 
dolcedonna9
dolcedonna9 il 16/08/06 alle 17:06 via WEB
Spero di non essere invadente entrando nel tuo blog per leggerlo.Sono passata per curiosita',per dare solo un'occhiata.Lho trovato molto bello e interessantee la tentazione di ripassare e' stata piu' forte.
(Rispondi)
 
reginaldodanese
reginaldodanese il 16/08/06 alle 18:22 via WEB
Se scoprissi che il vuoto, che tanto ti spaventa, è Dio? E l'inquietudine che ti accompagna non è che il desiderio di entrare in quel mistero? E magari scoprire che è parte di te?
(Rispondi)
 
liberante
liberante il 16/08/06 alle 22:42 via WEB
grazie di aver condiviso la mia inquietudine e non potreste aver trovato parole più giuste. sorrido e anche l'inquietudine si va a nascondere e sparisce...
(Rispondi)
 
Vincanto_Editions
Vincanto_Editions il 17/08/06 alle 07:04 via WEB
inquietante è vivere senza porsi domande, accettando una realtà "individuale" che è in gran parte dovuta solo al caso... ma per trovarsi occorre sempre partire dalle domande, mettendo poi insieme i frammenti di risposte che riusciamo a trovare, un'opera che non può concludersi qui ed ora, ma si realizza oltre il tempo...
(Rispondi)
 
vita1954c
vita1954c il 18/08/06 alle 08:04 via WEB
Ci vieni al raduno? 23 - 24 -25 settembre....guardare da me sotto la voce "RADUNO"....fammi sapere. Ciao
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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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