Creato da liberante il 05/03/2005
Che anche nella più delirante delle fantasie il bianco su cui scrivo sia la mia verità.

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Post N° 272

Post n°272 pubblicato il 22 Ottobre 2006 da liberante

... come fossero fotografie il paesaggio disteso sotto di me dal belvedere della Morra e...

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Commenti al Post:
liberante
liberante il 22/10/06 alle 00:42 via WEB
Stasera annusavo l’aria umida di pioggia e mi lasciavo penetrare dall’odore che così bene conosco. Sentivo il sapore di memorie lontane e delle notti serene nella piccola casa addossata al bosco di querce e noccioli. Le foglie bagnate e la terra già fredda profumavano di estati finite e di fumo di legna. Affacciata al balcone seguivo il rumore della pioggia e lo lasciavo entrare in me. Stasera ho spalancato la porta della memoria e ho fatto entrare i ricordi. Stasera ascoltavo musica e ricordi come onde di piena a sommergermi la mente. Inutile mettere dighe in certi momenti e questo è il momento di liberare quel ricordo che ho rinchiuso e imbavagliato nei miei tanti labirinti.
Un anno fa annusavo lo stesso odore di autunno appena iniziato e già quasi inverno e mi sentivo brillare di luce e calore. Nulla rinnego di quello che ho sentito. Nulla mi sembrava falso o inventato. Quello che ero, era verità splendente e in tutta quella luce mi sentivo avvolta in un bozzolo caldo di felicità perfetta. Un anno fa l’unica paura che mi graffiava leggera era quella che fosse tutto un sogno. Non era un sogno. Ci sono momenti in cui mi ritrovo a vedere le cose vissute con una precisione di suono e colore da film. Non riesco a dire che è dolore. È molto più forte del dolore. Nell’arco di un anno ho realizzato un sogno e l’ho distrutto. È stata un’operazione dovuta, perché il mentire a me stessa era peggio che dirmi la verità e la verità è rabbia feroce. Ricordo che la parabola ascendente è stato incanto. Ho amato perdutamente l’uomo che mi regalava un posto dove poter essere me stessa. Ho amato nell’istante stesso in cui lo vedevo il luogo dove viveva. Ho confuso i confini del sogno con la realtà e ho barato con me stessa, facendo finta di amare la persona invece di amare unicamente il luogo. Stasera mi ferisco a sangue rivedendo come fossero fotografie il paesaggio disteso sotto di me dal belvedere della Morra e i portici di Cherasco e la piazza di Saluzzo deserta e piena del sole di novembre e il nitore dell’orizzonte disegnato dalle montagne e le vie di Bra illuminate dalle luci di Natale e sonore di gente. Ho amato il luogo, confondendo me stessa. Un luogo non basta per l’amore. Il rimpianto è circoscritto a questa mancanza di quel piccolo mondo perfetto dove avrei potuto inventarmi una vita. Non rimpiango lui. Lui non esiste nemmeno più, perso in una nebbia talmente lontana che non so davvero se sia mai esistito, se non nella mia fantasia. Il dolore è tutto lì. È l’avere compreso, quando ormai avevo fatto danno, che l’uomo che avrei potuto amare era solo un’ombra nella mia fantasia. Risorge possente la rabbia per essere stata così ottusa da non aver capito, prima di creare illusioni, che mai avrei potuto annullare tutto di me per essere quello che voleva che fossi. Rabbia contro di me e contro le menzogne che mi sono raccontata e non serve a nulla la scusante che in qualche maniera dovevo sopravvivere. Non posso perdonarmi il male che ho fatto. Riesco solo a pensare che lui, forse, sarà felice, ma felice davvero, provando per me finalmente quell’odio rancoroso che è l’unica maniera per annullare amore.
Io che sono egoista sto bene come sto.
Sola.
(Rispondi)
 
 
cinzia63
cinzia63 il 22/10/06 alle 01:47 via WEB
un luogo non basta per l'amore, a volte non basta nemmeno tutta l'anima che ci possiamo mettere, tutta la gioia e la passione. piu' e' profonda l'illusione, piu' amaro e' il disincanto, come sbucciarsi le ginocchia convinti di saper andare in bicicletta... le lacrime su quelle ferite, bruciano ancora di piu'.... notte bella....
(Rispondi)
 
 
 
pensieroinespresso
pensieroinespresso il 22/10/06 alle 07:28 via WEB
Ho letto d'un fiato quello che hai scritto e alla fine mi sono accorto che il fiato era sospeso, trattenuto. Mi hai trascinato nel ricordo, l'ho vissuto con te e ho visto in me il paesaggio e il luogo che descrivi. Ti abbraccio e ti auguro uns serena domenica. Mario
(Rispondi)
 
 
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:29 via WEB
ciao Mario. credo che nella storia di ognuno ci sia una "storia" simile a questa. ci si specchia nella disillusione e si sorride con l'amaro sugli angoli della bocca.
(Rispondi)
 
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 22/10/06 alle 11:35 via WEB
"un luogo non basta per l'amore". Penso che l'amore stesso sia un luogo. Finchè ci stiamo bene. Poi, eventualmente, cambiamo. Anche "sola" è un luogo. Ma, quando è una scelta, è un luogo completamente diverso dalla "solitudine". Perfino bello. Ti conosci. Sai quanto saresti capace di dare e non intendi sprecarlo. Aspetti. Quel "sola" è un grissino da spezzare. Lo spezzerai solo per un amore diverso da tutti gli altri perchè dev'essere uguale uguale a quello che vuoi tu.
"Stai rischiando però"
"Cosa?"
"Il tempo passa"
"Per tutti"
"Ma la solitudine?"
"Cosa fai, ti distrai? Ho detto che sola quando è una scelta non è solitudine"
(Rispondi)
 
 
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:30 via WEB
"un grissino da spezzare"...mi piace, molto molto.
(Rispondi)
 
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:26 via WEB
Cinzia cara, la carne viva delle sbucciature sulle ginocchia è un dolore dovuto alla voglia di andare in bicicletta e così è nell'amore, bisogna mettere in conto anche il dolore, che da sempre sono legati anche dalla rima...
(Rispondi)
 
 
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:32 via WEB
ma...mi spiegate perchè le risposte non sono mai al posto giusto, tranne per un puro caso?
(Rispondi)
 
 
 
 
cinzia63
cinzia63 il 23/10/06 alle 02:19 via WEB
speravo mi dicessi qualcosa di diverso, giusto per sfatare l'immagine dell'amore-dolore... invece ricalchi quello che gia' so, il conto con l'amore e' troppo lungo, ancora non ho tracciato una riga... e forse un sorso del tuo Jack mi aiuterebbe a dormire... notte buona mia cara...
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
liberante
liberante il 24/10/06 alle 00:15 via WEB
bere da soli non fa bene, dai! fammi compagnia e poi rideremo sfacciatamente alla facciaccia dei "conti dell'amore"...
(Rispondi)
 
 
 
 
cinzia63
cinzia63 il 24/10/06 alle 01:38 via WEB
oh si, accetto molto volentieri, soprattutto di ridere, perche' e' una cosa bellissima, che libera l'anima e la rende leggera, non come quelle righe che si tirano sotto ai conti.... cin...
(Rispondi)
 
 
nuvolagrigia0
nuvolagrigia0 il 22/10/06 alle 09:14 via WEB
ho letto con curiosità e mentre leggevo non esisteva più curiosità ma emotività un ripercorrere con te tale sentiero ..odio rancoroso..ecco perchè io sento ancora la perdita..un saluto, hai scritto molto con il cuore :))anna
(Rispondi)
 
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:34 via WEB
Anna tu hai letto con il cuore...penso che quello che chiamo "odio rancoroso" altro non sia che il negativo dell'amore, e si dimentica veramente quando non resta nulla, solo indifferenza.
(Rispondi)
 
 
pro_mos
pro_mos il 22/10/06 alle 09:42 via WEB
gli uomini sono strane creature, a volte odiano altre, per dimenticare, preferiscono solo .............dimenticarsi.
(Rispondi)
 
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:36 via WEB
...dimenticarsi di quello che si era e per scoprire che "dell'amore non si butta niente" per dirla alla De Gregori.
(Rispondi)
 
aurora492005
aurora492005 il 22/10/06 alle 08:33 via WEB
Dolore e liberazione, presa di coscenza e accettazione di se. tutto questo è diventare "grandi".......ti voglio bene amica mia...Eli
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:39 via WEB
con fatica e dolore e rabbia graffiante, ma credo proprio che "grande" non diventerò mai.
ti voglio bene amica mia
titti
(Rispondi)
 
mistery.37
mistery.37 il 22/10/06 alle 10:34 via WEB
un sorriso..
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:40 via WEB
...che scalda il tempo.
(Rispondi)
 
lupopezzato
lupopezzato il 22/10/06 alle 11:50 via WEB
Quante sere. Tangenziale, uscita Carmagnola. La salsiccia cruda di Bra ed i formaggi d'alpeggio con il miele. Il tavolo in fondo con alle spalle il pianoforte e sul fianco una parete chiusa da vetri e completamente piena di vini. Un termostato a led rossi è l’unica nota tecnologica di quella sala. :o)
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 22/10/06 alle 20:48 via WEB
Questa volta sono rimasta senza parole, perchè quel luogo che non bastava per essere amore è perfetto nelle righe che mi hai lasciato, talmente perfetto da sentirne l'odore di muro vecchio.
(Rispondi)
 
zeubunga
zeubunga il 22/10/06 alle 13:03 via WEB
ciao! vuoi adottare un ovetto vivo e animato per il tuo blog? prima o poi si schiuderà... Vieni nel mio blog e scegline uno
(Rispondi)
 
salvomoncalvo
salvomoncalvo il 23/10/06 alle 14:19 via WEB
la solitudine scelta, il prendersi tempo e spazio, è una liberazione... è la solitudine imposta, il desiderare qualcuno con cui relazionarsi, che è una maledizione... bacio. sal.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 24/10/06 alle 00:17 via WEB
difficile scelta e non sempre così positiva, ma sola sto bene, e tanto mi basta, o per lo meno, vedo di farmelo bastare...
ti abbraccio di parole.
(Rispondi)
 
Gorillessa
Gorillessa il 24/10/06 alle 15:00 via WEB
(sigh) €:() guhu Titti
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 24/10/06 alle 18:18 via WEB
oh!!! Madame Gorillessa, che onore! ma sai perchè ti chiamano Madame? perchè sei elegante e saggia ed a me piacerebbe avere una vicina di casa come te. prendere il caffè insieme e parlare leggero di tutte le cose che noi umani non sappiamo capire...
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/10/06 alle 18:22 via WEB
è qui che si sottoscrive? p.s. a questo giro avrei voluto loggarmi ma... dove c%@@o hai messo il login???? A.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/10/06 alle 17:31 via WEB
tu non sei sola...neanche quando vorresti esserlo....altrimenti, io, che ci sto a fare??? Ti abbraccio. A.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 24/10/06 alle 18:20 via WEB
ci stai ...per farmi compagnia! OVVIO!!!! anche se da "sola" non soffro di "solitudine"
(Rispondi)
 
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Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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