Trovo una piccola strada e la seguo.
Al buio, non accendo la luce.
Preferisco tenere le mani avanti e con il palmo tastare per trovare l’ostacolo. Seguirne i contorni, tastarne il materiale, conoscerlo e riconoscerlo. Spingerlo via, sul bordo.
Ci sono ostacoli che non si spostano.
Mi ci appoggio con tutte le mie forze, ma loro restano lì, beffardi e inamovibili.
E allora mi fermo.
Sospesa.
Forse in bilico.
Sicuramente non stabile.
Tra le scelte.
Girare intorno a quel macigno che non vedo, ma so che c’è, e so che è formato di fredde pietre attaccate insieme, come fossero tutte le macerie di tutte le mie vite.
Freddo sasso, enorme e pesante, troppo pesante.
Al buio ho paura di quello che potrei incontrare lasciando la piccola strada per cercarne un’altra che mi porti oltre.
Sospesa.
Non so più dove ho messo il martello con cui ho distrutto, polverizzandoli, macigni ben più grossi e anche se lo avessi ancora non riuscirei nemmeno a sollevarlo.
Non trovo più in me la forza devastante di voler cambiare tutto perché non mi va bene più niente.
Sospesa.
Mi osservo dall’alto vivere la vita che ho voluto.
E non mi basta, non mi basta nemmeno questo.
Non riesco più ad accontentarmi di questa piccola strada e non riesco ad andare avanti.
È zavorra nell’anima e nei passi questo amore che non voglio lasciare.
Lo conosco e lo riconosco, l’ostacolo che buca le mie decisioni.
Rimanere attaccata a questo filo di seta di illusione, senza vedere che è un filo marcio, putrefatto e talmente usato da essere inservibile.
Devo dar forza alle mie mani e con rabbia, amica rabbia compagna di guerre e battaglie, spezzare in mille pezzi irriconoscibili questo muro che mi ferma,
sospesa,
e buttarli dietro, a coprire le orme dei passi già camminati per non ritrovare i perversi percorsi e le mille maniere in cui sono bravissima a farmi del male.
A mani nude devo rompere e spezzare la pietra, graffiarla e spaccarla fino a non avere più carne sulle dita, fino ad avere solo sangue ed un dolore così vivo da crederlo gioia e sbriciolare fino all’ultimo pezzo questo macigno che mi sbarra la strada con riflessi cangianti di luci inesistenti e poi la polvere lanciarla lontano a disperdersi nel vento e che non ne resti traccia alcuna.
Questo devo fare.
Dovrei fare.
Dovrei.
Sospesa.
Forse in bilico.
Sicuramente non stabile.
Inviato da: magdalene57
il 25/07/2023 alle 20:20
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il 22/11/2022 alle 16:23
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