Creato da liberante il 05/03/2005
Che anche nella più delirante delle fantasie il bianco su cui scrivo sia la mia verità.

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Post N° 425

Post n°425 pubblicato il 30 Gennaio 2008 da liberante

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C’è l’odore del fumo di legna.

In questa terra di pianura. Nel mio paesaccio senza orizzonte. Nella strada dove abito.
Strano confine.
Tra palazzoni cresciuti in fretta e senza pretese per accogliere, cinquanta anni fa, il sud che veniva al nord a lavorare e le villette di quelli nati cresciuti vissuti qui fin da quando la memoria dell’ultimo vecchio riesce a raccontare. Ne cerco l’origine di questo profumo che mi fa chiudere gli occhi e ingoiare la voglia di lacrime.
Immagino.
Un camino e la fiamma. Bagliori saltellanti nella stanza. Buio negli angoli. Suoni sommessi e passi lenti. Un tavolo, le sedie. Ne sento il rumore ed è un rumore che conosco e riconosco.
Dal fondo della memoria risale lento il sapore delle notti d’inverno nella piccola casa.
Non era un camino.
Era una grande stufa di ghisa.
Lo schiocco secco della legna e il canto della brace che diventa cenere. La perfezione non la sapevo vivendola. La conosco adesso nella memoria. E non vorrei ricordare perché so che sarà dolore e non dolore graffiante e aspro, ma quello limpido e liscio delle cose belle che non esistono più. È stato un tempo nella vita e il rimpianto è non aver capito allora, quanto prezioso fosse. Il Nonno e la Nonna. I Nonni. E noi. Fuori il freddo cristallino, quello che toglie il fiato e il silenzio alto ed assoluto del bosco. Ma noi nella bolla ovattata del calore non sapevamo niente se non le parole del lessico abituale e la sonorità del dialetto.
Il luogo rimane fermo solo nel mio ricordo e non importa se ancora nell’appennino, sulla sponda sinistra del Taro, c’è la strada bianca che si arrampica fino alla quercia ed alle case.
Non c’è più nulla in quel luogo che sia parte di me.
È finito il tempo.
Anche il noi è finito.

C’è odore di fumo di legna.
Respiro forte.
Fa freddo.
Sarà il freddo che mi fa lacrimare gli occhi.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/01/08 alle 23:15 via WEB
"La perfezione non la sapevo vivendola. La conosco adesso nella memoria." Ed io, che inizio a portarmi appresso la memoria come un sacco di fotografie che sbattutte di qua e di là piano piano si sciupano, sento la tristezza salire come quel fumo dai camini che vedevo tornando la sera mano a mano di mia nonna che mi raccontava storie...chiamandomi con nomignoli ogni volta diversi...
Quante fotografie teneva lei nel sacco...
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/01/08 alle 23:16 via WEB
Perdona...sono io...Giulio.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:17 via WEB
Loro, i nonni, ci raccontano la loro vita ed a noi sembrano racconti fantastici di un tempo lontano e di luoghi inventati. Ho avuto il privilegio di vivere i nonni attraverso mio figlio. Quelli di cui parlo in queste righe sono i suoi nonni che per me sono stati molto più che famiglia.
(Rispondi)
 
eccomiqui4
eccomiqui4 il 30/01/08 alle 23:40 via WEB
Sarà un tutto insieme ... una fetta di sacher, sigaretta e caffè?
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:19 via WEB
Non posso certo rifiutare nessuna delle tre cose e mi accomodo a prendermi un attimo di relax con te.
(Rispondi)
 
soloperituoiocc_1968
soloperituoiocc_1968 il 31/01/08 alle 01:27 via WEB
Tutti abbiamo luoghi del ricordo, luoghi in cui non è rimasto nulla di noi, ma che nonostante tutto vivono vividi nel nostro cuore.
Serena notte
Chiara
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:32 via WEB
Sono luoghi che ritornano vividi all'improvviso accesi da un profumo, una musica, una parola. E in quel momento mi sembra di esserci ancora, esattamente come allora. Poi la lontanza nel tempo rimette a posto le prospettive e sorrido di malinconia.
(Rispondi)
 
clodclod
clodclod il 31/01/08 alle 09:56 via WEB
più poesia di così..! e quante sensazioni quanti pensieri da condividere...!dallo schiocco del ciocco di legna, alla perfezione vissuta sensa saperlo...Dal ricordo negli occhi del cuore, alla consapevole impossibilità di ritrovarlo immutato. Bacione.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:36 via WEB
E' la consapevolezza che mi frega, Bully mia cara, perchè nel momento in cui mi rendo conto che la consistenza del ricordo è solo fumo già volato via, nelle mani nulla mi resta.
(Rispondi)
 
Narcysse
Narcysse il 31/01/08 alle 10:16 via WEB
Oggi Narcysse resta aperto...Per un saluto a quanti mi legano a questo posto. Un grazie a te signora.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:37 via WEB
Due grazie a te signore, ed ancora un augurio!!!
(Rispondi)
 
ErnestoFavo
ErnestoFavo il 31/01/08 alle 17:53 via WEB
non i papi: i nonni, sono davvero vicini agli Dei.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:37 via WEB
...
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/02/08 alle 16:06 via WEB
...a parte Karol... - ErnestoF.
(Rispondi)
 
Ruggineblu
Ruggineblu il 01/02/08 alle 14:00 via WEB
si dai.... sarà di certo il freddo...
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:38 via WEB
...e un pò di congiuntivite (ti sorrido).
(Rispondi)
 
precedente
precedente il 01/02/08 alle 17:54 via WEB
le cose belle trovano un luogo dove restare. dentro di noi. per sempre. immutabili.
(Rispondi)
 
 
annisexanta
annisexanta il 01/02/08 alle 23:29 via WEB
precedente ha anticipato il mio commento successivo ;°)
(Rispondi)
 
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:41 via WEB
Risposta successiva per entrambi:
Per alcuni ricordi credo la memoria faccia da filtro e lasci solo le cose belle.
(Rispondi)
 
 
 
 
annisciescianta
annisciescianta il 02/02/08 alle 11:48 via WEB
Già :°)))
(Rispondi)
 
cla.gavi
cla.gavi il 01/02/08 alle 19:08 via WEB
Ed i miei con i tuoi, ricordi... che affiorano lenti, la stufa con quella legna da comperare al quintale, si quella da ordinare prima perche' cosi'...cosi' costava meno...l'omino con il carretto che la consegnava...e profumo di bucce d'arancio che tanto faceva inverno....il mio nonno "Montagna" ...mi manca....sara'; ma sento freddo anch'io ...e piove...ed è un sapore amaro....Paolo
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:44 via WEB
La legna ammonticchiata fuori e quanto freddo per andarla a prendere! Anche se non erano i miei nonni, ma quelli di mio figlio, mi mancano. Mi manca quel pezzo della mia vita che ruotava intorno alla quercia ed era cadenzato dalle stagioni.
(Rispondi)
 
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 01/02/08 alle 23:54 via WEB
La quercia! Eheheh. Ti ricordi le risate? Quante stronzate t’inventasti in un attimo pur di farla contenta. Massì, le bugie dette a fin di bene sono solo delle finte verità. Non pensi?
Ok, ok. Lo so. Non lo pensi. Sei categorica su certe cose. Le bugie son bugie e le verità son verità. Però fosti proprio tu che gli raccontasti una bugia, tzè.
(Rispondi)
 
 
 
 
liberante
liberante il 02/02/08 alle 02:04 via WEB
Non sono così categorica, solo non le chiamo buglie. Mi piace chiamarle "fantasie" (?). E la Quercia aveva bisogno di essere consolata e così ho inventato una storia per farla felice. Ti ricordi come le ridevano le foglie?
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
liberante
liberante il 02/02/08 alle 02:06 via WEB
ops...buglie = bugie (è il sonno, diciamo che è il sonno...)
(Rispondi)
 
lupopezzato
lupopezzato il 01/02/08 alle 23:40 via WEB
"Il sud che veniva al nord a lavorare" ed il nord che scendeva al sud per andare in ferie. E’ proprio vero, questo dio ha fatto le cose ma le ha fatte nei posti sbagliati obbligando la gente a spostarsi. Forse anche lui ha un’agenzia di viaggi.
Detto ciò, quello che più mi piace della tua scrittura sono le descrizioni. Veloci. Secche. Come "lo schiocco secco della legna e il canto della brace che diventa cenere". Sicuramente c’è anche qualcosa che non mi piace della tua scrittura (appena lo scopro te lo dirò).
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 01/02/08 alle 23:49 via WEB
Spero tu lo scopra presto, quello che non ti piace della mia scrittura, perchè mi piacciono le critiche e ne ho bisogno. Sono il pungolo per migliorare, per pretendere da me di più e per non lasciarmi appiattire nella pacata e confortante abitudine. Chè di tutti i miei tanti vizi quello di adagiarmi comoda e tranquilla nell'abitudine è il peggiore.
(Rispondi)
 
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 02/02/08 alle 00:16 via WEB
Ok, però non offenderti. Anche se non lo dimostri, sei adulta e vaccinata e devi fare buon viso anche alle critiche. Sì, c'è una cosa che non mi piace proprio della tua scrittura. Sono le pause ovvero il vuoto che lasci tra un post e l'altro. Secondo me se ti rivolgessi ad uno specialista della scrittura sicuramente ti prescriverebbe di scrivere almeno tre post al giorno prima o dopo i pasti.
(Rispondi)
 
 
 
 
liberante
liberante il 02/02/08 alle 01:24 via WEB
Beh...questa è una di quelle critiche che mi fanno quasi arrabbiare (non ho detto incazzare e ho detto quasi), perchè per migliorarmi nel senso che dici tu, avrei bisogno una giornata di quarantotto ore.
(ti sorrido da un orecchio all'altro)
(Rispondi)
 
Vincanto_Editions
Vincanto_Editions il 02/02/08 alle 22:59 via WEB
ma le raccoglie il vento le tue lagrime e le porta lontano lontano...

e le trasforma, poi, in gocce di pioggia, in brina mattutina, in umida nebbia, ognuna a raccontare di una fumosa tristezza e di una corsa in bicicletta alla terra ai lati d'una strada bianca sulle pendici di una collina di tanto tempo prima... buonasera, o preziosa...

(Rispondi)
 
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Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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