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Post N° 426

Post n°426 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da liberante

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Fabrizio De Andrè – Smisurata Preghiera    
da “Anime Salve” (1996)

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Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro,
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla,
lungo un facile vento
di sazietà di impunità.

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera,
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie.

Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità.

Per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità.

Ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere.

.

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Commenti al Post:
liberante
liberante il 02/02/08 alle 01:31 via WEB
Da Wikipedia:
"Smisurata Preghiera" è tratta dal libro di poesie "Saga di Maqroll - Il gabbiere" di Álvaro Mutis (divenuto poi amico di De André) che racconta di un marinaio errante e delle sue considerazioni sui temi fondamentali della vita (il quale, al contrario della canzone in questione, prega: Ricorda Signore che il tuo servo ha osservato pazientemente le leggi del branco. Non dimenticare il suo volto). Considerata l'epitome dell'intero disco e dei suoi temi, è una sorta di richiesta, da parte di quegli uomini che per la libertà hanno scelto la solitudine e per questo sono stati emarginati dalla maggioranza, di un riscatto impossibile, smisurato. Lo stesso Fabrizio afferma, durante un concerto:
L'ultima canzone dell'album è una specie di riassunto dell'album stesso: è una preghiera, una sorta di invocazione... un'invocazione ad un'entità parentale, come se fosse una mamma, un papà molto più grandi, molto più potenti. Noi di solito identifichiamo queste entità parentali, immaginate così potentissime come una divinità; le chiamiamo Dio, le chiamiamo Signore, la Madonna. In questo caso l'invocazione è perché si accorgano di tutti i torti che hanno subito le minoranze da parte delle maggioranze. Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi ... dire "Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni..." e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze. La preghiera, l'invocazione, si chiama "smisurata" proprio perché fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stesso.
"Smisurata Preghiera" può essere considerata quasi il "testamento spirituale" dell'intera opera di Fabrizio De André, il suo messaggio "definitivo". È un atto d'amore per le minoranze, «per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione» contro una maggioranza incline a coltivare le sue meschinità. In questa canzone, di riuscitissima forza poetica, c'è tutto De André: quello che insegue la libertà «tra i vomiti dei respinti» con un titanismo che ricorda quello di Leopardi ne La Ginestra. C'è il De André che si rivolge al divino per invocare, con profonda umanità, la salvezza degli emarginati che «dopo tanto sbandare è appena giusto che Fortuna gli aiuti come una svista, come un'anomalia, come una distrazione, come un dovere». Il pezzo si chiude con uno struggente assolo strumentale di oltre due minuti di tastiera e organetto diatonico suonato da Riccardo Tesi
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ludolupo
ludolupo il 02/02/08 alle 12:41 via WEB
che bella!!! :-)
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 19:40 via WEB
...!
(Rispondi)
 
donnaisabella
donnaisabella il 02/02/08 alle 18:00 via WEB
Senza parole... è tutto riassunto in quello che hai scritto.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 19:41 via WEB
Lo condivido, ma non l'ho scritto io.
(Rispondi)
 
annisexanta
annisexanta il 03/02/08 alle 11:12 via WEB
Mi chiedo se valeva davvero la pena musicarla, mi chiedo.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 19:41 via WEB
Forse basta leggerla, ma una canzone è più "popolare" di una poesia.
(Rispondi)
 
lupopezzato
lupopezzato il 03/02/08 alle 11:17 via WEB
Emarginati. Mischiare un po’ le lettere, togliergli una a ed ecco “emigranti”. Gli emigranti sono quelli che sanno che se non scappano dal loro presente, saranno gli emarginati del futuro e non avranno dentro nessuna speranza. Sanno anche qualcos’altro. Sanno che dove arriveranno saranno comunque sfruttati ed emarginati ma hanno dentro un sogno. Un sogno che, come ogni medaglia, ha due facce. Da un lato, l’emarginato che realizza il sogno, sarà un poco più felice. Dall’altro lato, la società che emargina potrà dire ipocritamente “visto? E’ un paese democratico questo perché tutti possono scalare la vetta”.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 19:47 via WEB
Mi hai fatto venire in mente i miei nonni dalla parte di mamma. Non li ho mai conosciuti, ma loro erano emigranti ed anche mamma che aveva pochi mesi. Nel 1914 se ne andarono in Argentina, una famiglia di dieci persone. Erano già loro un mondo, ma se poi tornarono in Italia, forse troppo bene non stavano.
(Rispondi)
 
Ruggineblu
Ruggineblu il 04/02/08 alle 13:47 via WEB
in piedi, ora.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 19:48 via WEB
Sì, in direzione ostinata e contraria.
(Rispondi)
 
carlofedele
carlofedele il 04/02/08 alle 17:28 via WEB
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria... Sublime Fabrizio...
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 19:49 via WEB
Ha raccontato di quello che non sempre il mondo degli "uguali" ha voglia di sapere.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/02/08 alle 20:20 via WEB
:o( ho capito che sono l'unica alla quale De Andrè non piace...prendo atto e vado!!! Ale
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 23:37 via WEB
No. Resta, perchè tu a me MI piaci!!!
(Rispondi)
 
semplicementecomplic
semplicementecomplic il 06/02/08 alle 20:26 via WEB
Scelta forte.Un saluto.L.
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 23:38 via WEB
In un periodo di vuoto totale si ricerca il pieno.
(Rispondi)
 
clodclod
clodclod il 06/02/08 alle 20:26 via WEB
su de andrè mi astengo ( peddonami )
(Rispondi)
 
 
liberante
liberante il 06/02/08 alle 23:39 via WEB
Astieniti pure, tanto poi me lo spieghi...
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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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