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Post N° 254

Post n°254 pubblicato il 25 Agosto 2006 da liberante

Bisbiglia la notte.
Credo sia silenzio.
Riposo il troppo rumore del giorno e della luce.
Una coperta di buio e credo sia silenzio.
Ascolto.
Lontano e nascosto un rombo soffocato dalla distanza, forse il treno al di là delle case e del fosso, oltre la campagna e l’abbazia.
Alto e distante sopra le nuvole nello scuro del cielo con poche stelle l’aereo, improbabile pesantezza.
Più vicino a destra una litania come di vecchie vestite di nero alla messa del mattino, soffocata e fievole, solo suono morbido senza capire le parole.
Frusciante e indistinto il lavoro del frigorifero, inascoltato, ormai fa parte dei muri di questa mia casa.
La sonorità sommessa e ossessiva del tempo che passa scandito con ritmo sempre uguale dalla lancetta dei secondi dell’orologio bianco.
Bisbiglia la notte.
Questi suoni che analizzo con caparbia intensità fanno il mio silenzio.
Ne vorrei un altro di silenzio, quello attonito e totale del nulla da ogni parte.
Come un’impressione d’ovatta tutto intorno alla testa e tuonante di vuoto.
Allora avrebbe un suono così forte da rendere sordi.
Allora tutto quello che con parole monche vado scrivendo dentro di me riuscirei a scriverlo con lettere di acciaio scintillante fuori di me.
Silenzio e buio.
Poche volte ho provato l’assenza del tutto. Dopo lo sgomento di chiudere gli occhi e vedere nella stessa maniera se li avessi aperti, dopo aver detto “che silenzio” per sapere che esiste ancora il suono, arrivava il senso di vertigine. Nessun punto di riferimento, nulla che pulsava, se non il battito accelerato del mio cuore spaventato. Pensarmi dall’esterno e vedermi attraverso il buio. Scorrere con le mani la mia pelle e respirare un po’ più forte del normale. Non esplodevano pensieri magnifici, verità assolute, consapevolezza di me. Restavo inutilmente aggrappata con le mani alle mia braccia per non perdermi.
Bisbiglia la notte.
Preferisco questo labile contatto con la vita del mondo.
Preferisco questo buio, mai buio davvero.
Preferisco queste finzioni di silenzio che accompagnano il mio sguardo.
Bisbiglia la notte.

Edward Elgar “Concerto per violoncello – primo movimento”



La fotografia è di Franco Bussolino “Il sentiero del silenzio”

 
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lupopezzato
lupopezzato il 26/08/06 alle 12:14 via WEB
stavo per scrivere che il silenzio è anche la fine di tutti i suoni. poi un dubbio: ma un'onda sonora finisce oppure è condannata a rimbalzare per sempre su ogni ostacolo? chissà, se avessimo un udito infinitamente sensibile potremmo sentire allora anche le parole di antonio e cleopatra? [vado a mare adesso però mi metto all'ombra, è meglio... antonio però quel "zoccola" poteva risparmiarselo]
 
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Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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